L’anno zero, tanto per dirla alla John Elkann, si è chiuso con la vittoria della Coppa Italia. Adesso inizia la "fase 2" della nuova era e toccherà a Cristiano Giuntoli, l’uomo di calcio voluto dalla proprietà, portare il progetto a un livello superiore. La missione affidata al dirigente bianconero è tanto chiara quanto complicata e ambiziosa: costruire una Signora vincente in campo e nei bilanci. Mai come in questo momento storico gli aspetti economici si intrecciano con quelli tecnici. Le parole chiave sono due: competitività e sostenibilità. Così Giuntoli, dopo i risparmi attuati nell’ultima stagione, dovrà continuare a fare di conto per innalzare la qualità della Juventus. La Signora, in attesa di vedere quanti milioni verranno incassati dalle possibili cessioni, di partenza potrà permettersi un investimento da 40-50 milioni accompagnato da colpi più low cost. Scenario rafforzato dall’esonero di Massimiliano Allegri, che ha ancora un anno di contratto da 18 milioni lordi complessivi. Giuntoli probabilmente si troverà costretto a scegliere se affondare per Koopmeiners o per Zirkzee.
Questione di conti più che tecnica. Il ritorno in Champions League, diventato ufficiale domenica sera, vale un assegno da almeno 50 milioni. E se quello del Mondiale per club (almeno 20-25 milioni) sarà utile per la stagione successiva, la vittoria della 15esima Coppa Italia del club ha garantito 7,6 milioni e altri soldi arriveranno grazie alla Supercoppa italiana: 1,6 milioni per la partecipazione e 8 in caso di successo. Incassi controbilanciati da uscite tutt’altro che indifferenti e già sicure. La chiusura del contenzioso con Cristiano Ronaldo, eredità delle ormai famose "manovre stipendi" dei tempi del Covid, costerà al club 9,7 milioni netti. E una spesa doppia va messa in preventivo per la chiusura anticipata del rapporto con Massimiliano Allegri, sotto contratto fino al 2025. La cifra oscilla tra i 18 e i 20 milioni lordi e comprende lo stipendio del tecnico (7 milioni netti più 2 di bonus) e quello di tutto il suo staff. Ovviamente nell’eventualità che Allegri, come nel precedente esonero (2019), decida di restare fermo l’intera stagione 2024-25.
Se invece il tecnico decidesse di ripartire subito - o più avanti - per una nuova avventura, la Juventus sicuramente qualcosa risparmierebbe. Discorso analogo per Paul Pogba, attualmente squalificato quattro anni per doping. Il francese, ora al minimo salariale (2 mila euro netti al mese), è in attesa dell’ultimo grado di giudizio. Se il Tas di Losanna dovesse confermare la sanzione, la risoluzione del contratto (scadenza 2026) sarebbe scontata e a quel punto i bianconeri andrebbero a risparmiare complessivamente una trentina di milioni lordi. La certezza ancora non c’è e cosi alla Continassa hanno messo in preventivo di dover fare cassa anche attraverso altre strade. A partire dal sacrificio di un big e il maggior indiziato resta Gleison Bremer, valutato 60 milioni.
La Signora sta lavorando per monetizzare al meglio alcuni dei suoi gioielli più giovani esplosi lontano da Torino. Matias Soulè (11 gol nel prestito al Frosinone) è corteggiato dalla Premier e può portare fino a 30-35 milioni. Mentre il Borussia Dortmund sembra orientato a voler investire 25-30 milioni per Dean Huijsen, da gennaio in prestito alla Roma. Maggio è tempo di strategie. E il progetto della Juventus è quello di garantirsi un tesoretto per finanziare almeno 5 colpi. Rinforzi un po’ in tutti i reparti: alcuni si concretizzeranno, altri resteranno solo idee e magari strada facendo verranno sostituiti con piani B o C meno costosi o più vantaggiosi. Tra centrocampo e attacco, ad esempio, non manca la concorrenza su Koopmeiners (occhio al Liverpool) e anche su Zirkzee. La clausola da 40 milioni del bolognese intriga anche l’Arsenal. Intanto l’olandese non è stato convocato per l’Europeo: scelta più tecnica che fisica. Il recente infortunio di Zirkzee sembra meno serio del previsto, tanto che il Bologna confida di riavere in campo il suo numero 9 per l’ultima di campionato. A proposito dei gioielli rossoblù: più in salita potrebbe diventare anche la corsa a Calafiori.
Fonte: gazzetta.it