Nelle prime quattro giornate, Juve e Napoli hanno affrontato partite interlocutorie, se non agevoli. Como, Verona, Roma ed Empoli gli avversari della Juve. Verona, Bologna, Parma e Cagliari quelli del Napoli. Morale: Juve-Napoli di stasera è il primo vero esame per tutte e due, la partita ci dirà a che punto sono i lavori in corso di Thiago Motta e Antonio Conte. In palio c’è la possibilità di andare a dormire da primi in classifica, aspettando il risultato della capolista Udinese, in campo domani all’Olimpico contro la Roma. Con un successo la Juve salirebbe in cima a quota 11. Il Napoli, vincendo, si arrampicherebbe a 12. Il pari avvantaggerebbe l’Inter, favorita nel derby contro il Milan, ma potrebbe esprimere lo stesso qualcosa sulla consistenza di due squadre avanti nelle rispettive ricostruzioni. La Juve viene dalla mediocrità di gioco e di risultati dell’Allegri-bis. Il Napoli riemerge dallo sfacelo del post scudetto. Motta in campionato è partito forte, con due vittorie, poi ha rallentato. Conte all’opposto ha debuttato male, sconfitto per 3-0 a Verona, ma ha recuperato con tre successi di fila.
Dove si nasconde la verità? Quante possibilità scudetto hanno Juve e Napoli? Stasera ne sapremo di più. Usciamo dall’equivoco Thiago Motta allenatore offensivista e basta. Calma, direbbe qualcuno. Nel calcio di Motta, prima viene la messa in sicurezza, la posa delle fondamenta. Poi si attacca. Prova ne sia che la Juve in campionato non ha ancora subito un gol (due gli 0-0) e che in Champions ne ha incassato uno allo scadere contro il Psv, quando la vittoria era blindata. Antonio Conte per anni ha scontato l’etichetta di allenatore difensivista, quasi in stile Trapattoni, del quale è stato giocatore proprio alla Juve. Conte però ha sperimentato e si è evoluto. Non esige il calcio di Guardiola, ma le sue squadre sanno attaccare. I tre gol presi contro il Verona sono stati quasi salutari, Conte ha rimesso a posto la fase difensiva e nelle successive tre giornate il Napoli ha contabilizzato una sola rete al passivo, contro il Parma al Maradona. Non ci aspettiamo che stasera Juve e Napoli vadano l’una all’assalto dell’altro.
Mettiamo in conto una discreta fase di studio, immaginiamo che sia Motta sia Conte pensino che il primo che attacca rischia molto, se non tutto. A meno che un episodio o un errore non scardini lo 0-0 nel giro di pochi minuti. Lo scenario cambierebbe, l’inseguitore dovrebbe scoprirsi per rimontare. Ci sono le premesse per una partita a scacchi. Nelle ultime ore prende quota la possibilità che Conte defletta dal 3-4-2-1, fin qui utilizzato, e passi al 4-3-3 o riesumi il caro vecchio 3-5-2, perché c’è la necessità di fare spazio a Scott McTominay senza escludere uno tra Anguissa e Lobotka. Centrocampo a tre, con Anguissa e McTominay ai lati di Lobotka. Tridente offensivo con Politano, Lukaku e Kvaratskhelia. Questo in caso di 4-3-3. Se fosse 3-5-2, fuori Politano, con Mazzocchi e Olivera avanti e indietro sulle fasce. Chissà se Motta, davanti a questo mutamento geo-tattico, modificherà qualcosa nella Juve, annunciata con il 4-1-4-1 visto contro il Psv. Non è neppure escluso che Conte abbia fatto uscire ad arte queste voci su presunti ribaltoni di sistema per confondere e alzare polvere.
I moduli, i numerini, gli schemi, ma i giocatori restano centrali nella costruzione di una grande partita. Vlahovic contro Lukaku è il duello a distanza più visibile, l’incrocio tra centravanti alfa che nell’estate del 2023 erano al centro del mercato. La Juve voleva vendere Vlahovic per ingaggiare Lukaku. Ma c’è dell’altro, sulla scacchiera. Per esempio: chi si troverà di fronte Kvaratskhelia? Il giovane Savona o Kalulu? Stupisce poi che Motta possa riproporre McKennie dall’inizio, con Khephren Thuram ancora in panchina, ma Juventus-Napoli è anche questo, un gioco di specchi e di inganni.
Fonte: Gazzetta.it