L’ultimo confronto tra Paolo Montero e Claudio Chiellini, il direttore sportivo della Juve Next Gen, si è tenuto lunedì mattina nel pieno centro di Torino. Un faccia a faccia cordiale, trasparente e pieno zeppo di juventinità. Entrambi l’estate scorsa hanno condiviso le scelte per avviare la settima stagione della seconda squadra in Serie C, accettando compromessi a delle condizioni che - almeno in parte - non dipendevano da nessuno dei due. Tre mesi dopo la partenza, la squadra è giù su ogni parametro: ha vinto solo una partita alla seconda giornata di campionato, da otto partite a questa parte ha rimediato sette sconfitte ed è ultima in classifica con 7 punti, scavalcata pure dal Taranto (a +2) che ha pagato una penalizzazione di 4 punti. La scelta di esonerare l’allenatore, dopo i mancati segnali di ripresa, è un modo per dare una scossa al gruppo e responsabilizzarlo di fronte ai problemi. Il gruppo Next Gen, in tutte le sue anime, era ben consapevole fin dall’inizio della stagione dei problemi che si sarebbero potuti presentare.
Le ristrettezze economiche della società, per le note esigenze di bilancio, hanno avuto una ricaduta pesante su tutte le squadre e non solo sulla prima: il mercato autofinanziato e con poche risorse, la promozione di molti giovani in prima squadra (Savona, Rouhi, Mbangula, oltre che Adzic e Yildiz) e le difficoltà del girone C ben differenti dagli altri raggruppamenti, hanno creato una serie di condizioni complesse da gestire nel primo periodo di consueto adeguamento alla categoria. Il cambio dell’allenatore non potrà risolvere tutto e raddrizzare la rotta netto ma, contando sulla conoscenza che Brambilla ha della rosa, potrebbe ricreare condizioni ideali per fare atterrare la reazione su delle vecchie certezze. Di errori però ce ne sono stati molti e vanno oltre le responsabilità di Montero, che già alcune settimane aveva palesato la disponibilità a mettersi in discussione per i mancati risultati. Il club fin qui gli aveva sempre confermato la fiducia, anche perché il percorso sembrava in linea a quello degli anni passati, in cui la seconda squadra ha sempre fatto una certa fatica in avvio di stagione per trovare equilibrio in un campionato complesso come quello di Serie C. Massimo Brambilla, che viene richiamato per ripartire da dove aveva lasciato l’estate scorsa, al termine di un biennio produttivo e in cui le difficoltà si erano sapute superare, dovrà ridare prima di tutto equilibrio alla squadra e qualche idea in più per valorizzare i singoli che hanno le carte in regola per velocizzare la loro crescita.
Qualcosa però servirà dal mercato di gennaio, in termini di esperienza. Il girone C della Serie C ha un livello agonistico molto più alto degli altri e anche gli spostamenti, che vengono gestiti con voli di linea su aeroporti vicini che hanno disponibilità sulle tratte (in questi mesi la Juve Next Gen ha volato spesso da Milano e da Bergamo, per via dei pochi voli disponibili da Torino), sono un fattore da considerare. Di base, la seconda squadra della Juve non fa nulla di diverso da altri gruppi che si muovono dal sud per giocare a Biella o che si spostano dalla Sardegna (la Torres) per prendere parte al girone B, ma i primi mesi della stagione per la seconda squadra sono stati storicamente complessi e quest’anno lo sviluppo del progetto è stato più lento. Montero, come Chiellini e tutti i componenti del gruppo Next Gen, in questi mesi non si sono nascosti dietro agli alibi. Ma alcune criticità sono oggettive e vanno riconosciute.
Fonte: gazzetta.it