La stagione della Juve alla voce infortuni non la si può definire positiva. Poco c’entra il lavoro svolto alla Continassa con gli stop dipesi da infortuni traumatici, come quello di Bremer o di Koopmeiners (o di Milik, che ha dovuto gestire una brutta ricaduta sul problema al menisco che sembrava guarito), ma in altri casi i problemi sono stati muscolari e, tra l’altro, con tempi di recupero piuttosto lunghi. Rispetto al passato emerge forte la differenza d’età del gruppo e il peso dei primi carichi di lavoro per giocatori che si affacciano a una stagione con un calendario più fitto. L’anno scorso, a questo punto della stagione, con le settimane lunghe, gli acciacchi avevano riguardato soprattutto giocatori avanti con l’età o che si portavano dietro problemi da gestire: a De Sciglio (crociato) si aggiungevano Alex Sandro e Pogba, oltre a Szczesny e Kean per una gara ciascuno e Vlahovic un paio di partite. Nella stagione precedente, invece, la tendenza agli infortuni era stata superiore, tanto da rivedere l’area performance.
Qualche piccolo acciacco nella prima parte della stagione lo hanno dovuto gestire anche altri. Thuram ha saltato le gare con Verona e Roma per smaltire una lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia sinistra. Anche Conceiçao è rimasto fuori per due gare (Empoli e Napoli) a causa di una lesione dei muscoli peronieri. Mentre Weah si è fermato due volte, saltando prima Verona e Roma e poi Genoa e Cagliari, a causa di un problema al bicipite femorale della gamba destra nel primo caso e di un problema alla caviglia (dunque infortunio traumatico, che non dipende dal lavoro dello staff) nel secondo. Più in linea ai suoi trascorsi stagionali e maggiormente comprensibile la scelta di rimandare il rientro, non essendo ancora pronto del tutto, lo stop di Nico Gonzalez, per una lesione al retto femorale della coscia destra. Nessun rientro anticipato per l’argentino (come invece - per ammissione di Motta - si è tentato di fare con Douglas Luiz), che tornerà dopo la sosta per riprendersi un posto nell’attacco juventino, dopo l’improvviso stop nella serata di Lipsia (2 ottobre). L’assenza dell’ex viola è stata probabilmente la più pesante da gestire, considerato che - in assenza di Milik - è l’unica alternativa a Vlahovic.
Anche lo stop di Douglas Luiz è da contestualizzare. Il brasiliano è fermo da quasi un mese per via di un affaticamento muscolare: gli esami strumentali escludevano lesioni, ma i tempi di recupero sono stati comunque lunghi, dal momento che sarà a disposizione dopo la sosta e l’ultima volta in campo risale allo scorso 19 ottobre. Al netto di un inserimento lento, fin qui al di sotto delle aspettative create in sede di mercato estivo, il centrocampista potrebbe aver risentito un po’ il cambio del metodo di lavoro rispetto a quello che aveva all’Aston Villa. Magari proprio come nel caso del giovane Adzic. Il calciatore che si è fermato più volte da inizio stagione è Adzic. Nei giorni scorsi il trequartista montenegrino si è sopposto a esami strumentali per l’ennesima volta: è emersa una lesione di basso-medio grado dell’adduttore lungo. Sarà valutato di nuovo a fine sosta, ma dovrebbe averne per circa un mese e mezzo, dopo aver riportato già un infortunio al bicipite femorale ad agosto, in piena preparazione, e aver rimediato una ricaduta a settembre. Il classe 2006, di fatto, è al terzo stop e fin qui è riuscito a giocare una sola partita in campionato, una Champions League e una in Serie C con la Next Gen. L'ultimo nome da aggiungere alla lista degli infortunati è quello di Cabal, che si è fatto male al ginocchio sinistro in allenamento con la Colombia. L'esterno, per il quale si teme un lungo stop (secondo lo staff sanitario della sua federazione c’è l’interessamento del crociato), sta rientrando in Italia per sottoporsi immediatamente a esami strumentali approfonditi per capire l'esatta entità dell'infortunio e i tempi di recupero.
Fonte: gazzetta.it