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Juventus, buio profondo. I motivi della crisi della squadra di Allegri

Carlo Carillo
Juventus, buio profondo. I motivi della crisi della squadra di AllegriGetty

Per fare un'analisi attenta in casa Juventus si deve partire dai fatti: 10 punti in 7 partite di Serie A TIM, sette come la distanza tra i bianconeri e il Napoli primo in classifica, poi due sconfitte su due nel girone di Champions League e qualificazione seriamente a rischio.

Dopo tre stagioni fallimentari, un inizio così non fa ben sperare per il futuro bianconero, anzi. I problemi alla Juventus, però, sono un po' dappertutto, a cominciare dal progetto tecnico.

Joao Mario Benfica Juventus

Le colpe di Massimiliano Allegri

L'allenatore toscano ci ha abituato a una comunicazione spesso razionale volta ad analizzare i risultati e proprio sui risultati si basa la sua idea di calcio: vincere in qualsiasi modo senza concentrarsi su tatticismi o un modo di giocare impostato e fisso.

Allegri in conferenza stampa allenatore JuventusGetty

Il passato

Proprio questa specie di elasticità e duttilità di pensiero è stata alla base del successo di Allegri con la "vecchia" Juve quando il tecnico bianconero riusciva a modellare la sua squadra a partita in corso in base all'avversario.

In quegli anni sono arrivati i successi e la Juventus ha preso il suo posto tra le big del calcio europeo. Quei momenti, però, rappresentano il passato e da quando Allegri è tornato ha fatto assai fatica a ingranare la marcia giusta.

Nel 2022/23 non si è vista ancora una Juventus in grado di sostenere, dal punto di vista tecnico, fisico e mentale i 90 minuti. Ma si è sempre parlato di "20 minuti buoni..." , questo a una squadra che ha ambizioni scudetto non può bastare.

Il presente 

Lo sa molto bene Allegri che nelle ultime due settimane è apparso in difficoltà anche nel rapporto con la squadra, soprattutto dopo l'ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui l'allenatore dei bianconeri ha parlato delle assenze nella rosa giustificando in un certo senso la mancanza di personalità della squadra, visti i top player in infermeria: su tutti Pogba, Chiesa e Di Maria. A Monza, però, proprio l'argentino ha perso la testa facendosi espellere nel primo tempo e Bonucci, altro leader carismatico del team, era seduto in panchina per "scelta tecnica".

Ciò che si è visto all'U-Power Stadium ha certificato una distanza enorme tra Allegri e alcuni giocatori della squadra. La Juventus ha sofferto contro il Monza e diversi interpreti in campo non dialogavano tra loro.

L'immagine a fine partita del silenzio dei calciatori sotto il tifo bianconero insieme a quella di Danilo e Bonucci sconsolati sono la fotografia perfetta del momento che a Torino stanno attraversando.

Danilo e Bonucci sconsolati, Monza-Juventus Serie A TIM 2022/23GETTY

Il futuro

Maurizio Arrivabene nel pre partita di Monza-Juventus ha blindato la posizione di Allegri: "Cambiare guida tecnica? Sarebbe una follia". Con queste parole l'AD bianconero è stato chiaro perché il club ora deve pensare soprattutto alle finanze e il lungo contratto a cifre molto alte con l'allenatore toscano (fino al 2025) impedisce al momento decisioni drastiche, soprattutto a stagione in corso.

Anche la dirigenza, però, appare un po' divisa sulle scelte da compiere: Nedved nelle ultime uscite è apparso assai nervoso sugli spalti e, come riportato dal Corriere della Sera, sarebbe d'accordo all'esonero immediato di Massimiliano Allegri. Anche Agnelli è cauto e dà ancora fiducia all'allenatore livornese a patto che arrivino risultati.

La linea della Juventus è chiara: attendere la sosta mondiale per vedere dove la squadra si piazzerà in campionato e se il cammino europeo è tramontato definitivamente. 

Le colpe della squadra

Del progetto tecnico non fa parte solo l'allenatore, ma anche l'intera squadra che è chiamata a dimostrare sul campo il proprio valore, sia come gruppo che come calciatori singoli. Giocare nella Juventus rappresenta da sempre una grossa responsabilità visto che in un top club sei "obbligato" a fare risultato.

Dal mercato sono arrivati Pogba, Di Maria, Bremer, Kostic, Milik.

Il centrocampista francese non si è mai visto in campo in una gara ufficiale perché infortunatosi nella tournée americana e per la sua decisione di operarsi in ritardo perdendo circa 40 giorni di programmazione: Pogba potrebbe tornare poco prima del Mondiale ma le sue condizioni sarebbero precarie visto che è fermo da tempo, quindi l'ex Manchester United sarà in forma solo a partire da gennaio.

Pogba, JuventusGetty

Il mercato non funziona

Di Maria ha fatto poco sin qui e se si aggiunge l'espulsione per la gomitata a Izzo la sua stagione non è ancora decollata, anzi. Da molti considerato un talento puro, paga i 34 anni, qualche prolema muscolare e l'attenzione massima per il mondiale in Qatar, probabilmente l'ultimo che Di Maria giocherà con l'Argentina.

Bremer sta sostituendo de Ligt ed è alla prima esperienza in una grande squadra così come Kostic, mentre Milik è l'unico che è riuscito ad entrare subito in condizione.

Ma da parecchi calciatori ci si aspetta di più, soprattuto la reazione nei momenti di difficoltà e trasformare quei "20/25 minuti buoni" di inizio partita in una prestazione completa e che porti al risultato. Insomma tutti si aspettano di più da un gruppo che sulla carta, nonostante gli infortuni, può andare oltre i risultati fatti sin qui.

Di Maria Juventus

Le colpe della società

La dirigenza della Juventus, come indicato sempre da Arrivabene, ha la responsabilità maggiore, visto che da lì passano le scelte di mercato e di allenatore per il presente e futuro della squadra.

Negli ultimi anni in tal senso sono state compiute delle scelte sbagliate che non hanno portato al raggiungimento degli obiettivi prefissati: tre cambi di allenatore in tre anni, calciatori presi a parametro zero con uno stipendio molto alto e poca attenzione sui giovani del vivaio e in prestito.

Su quest'ultimo punto il club ora sta insistendo, infatti l'exploit di Miretti è una delle poche note positive di questo inizio di stagione bianconero. Nella rosa c'è anche Fagioli che garantisce un'alternativa a centrocampo, ma senza gioco di squadra anche i più giovani rischiano di essere penalizzati.

Ed ecco gli investimenti su Di Maria, Pogba, Kostic e Milik: un'iniezione di calciatori esperti da affiancare a quelli giovani per la loro crescita.

Fabio Miretti Juventus 2022/23 DAZN

Al momento questo mix non sta funzionando, così come non ha funzionato il ritorno di Allegri in panchina. "Se dobbiamo cercare un colpevole, allora quello sono io in quanto Amministratore Delegato..." parole giustissime di Arrivabene. In qualsiasi ambiente, al di fuori del calcio, se un'azienda non porta i risultati sperati a pagare è sempre il top management. E alla Juventus vale lo stesso discorso.