E sono otto. Domenica 26 novembre, al rientro dalla sosta per le Nazionali, sarà l'ottava volta che una sfida tra Juventus e Inter vedrà i bianconeri e i nerazzurri occupare i primi due posti della classifica della Serie A TIM. L'episodio più famoso è quello del 1997/1998, passato alla storia per il contatto tra Iuliano e Ronaldo. Di quella partita, tuttavia, si è detto talmente tanto che stavolta approfondiremo gli altri confronti, quelli venuti dopo.
Tutti i Juventus-Inter in vetta alla classifica dal 2000
Inter-Juventus 2-2, 9 marzo 2002
Il 9 marzo del 2002, anniversario della fondazione dell’Inter, si gioca a San Siro. I nerazzurri sono primi in classifica ma il vantaggio sulla Juventus è di un solo punto, lo conserveranno fino alla 33esima e penultima giornata. È anche la partita del ritorno a Milano da avversario di Marcello Lippi dopo l’esperienza infelice sulla panchina dell’Inter, conclusa all’alba del secondo anno di contratto con un suo sfogo (“Se fossi il Presidente manderei via subito l’allenatore e poi attaccherei al muro tutti i giocatori”) raccolto al volo da Moratti, almeno per quanto riguarda la prima parte.
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In quei pochi mesi vissuti alla Pinetina, Lippi aveva telefonato a Clarence Seedorf, promettendogli un posto nell'undici titolare alle spalle di Vieri e Ronaldo: “Mi dia cinque minuti che faccio le valigie e arrivo”, rispose l’olandese. Ecco, anche in quell’Inter-Juventus gli bastarono cinque minuti e 46 secondi per farsi trovare pronto - e coordinatissimo - su una respinta di testa di Thuram: sinistro violento al volo e 1-0 per l’Inter. Forse ricorderete anche la maglietta con scritto “Pantera 10” che sfoggiava sotto quella nerazzurra. Gran bel gol, che se la gioca con quello infilato all’incrocio al 91’ con una sassata dalla distanza, stavolta di destro. In mezzo a queste due perle, i gol di testa di Trezeguet su cross di Zambrotta e di Tudor a deviare appena una punizione di Nedved. Finisce 2-2, lo Scudetto andrà poi alla Juventus il 5 maggio.
Juventus-Inter 3-0, 2 marzo 2003
Un anno dopo, il 2 marzo 2003, Juventus e Inter sono ancora in testa alla classifica, stavolta proprio a pari punti, 48 per entrambe. All’andata era finita 1-1 e se la Juve è formalmente prima è per una differenza reti di poco migliore. Cuper in quella stagione faceva quello che oggi è marchio di fabbrica di Allegri, ossia cambiava l’undici di partenza ogni domenica: contro i bianconeri manda infatti in campo la ventitreesima formazione diversa in 23 giornate, tra i titolari quel giorno c’è anche Guglielminpietro.
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Dopo una manciata di minuti è suo l’autogol - molto sfortunato - che manda in vantaggio la Juventus, ma la punizione da cui nasce il flipper in area è di Pavel Nedved, protagonista totale della gara. Attorno alla mezz’ora c’è un episodio emblematico della sua caparbietà o, se preferite, indistruttibilità: corre a stento, all’ennesimo colpo che prende alla schiena da Cristiano Zanetti fatica a rialzarsi. Chiede perfino il cambio alla panchina: Tudor accelera il riscaldamento, Lippi urla a Davids di andare a occupare la sua porzione di campo, sulla trequarti, e a Nedved di defilarsi sulla fascia dandolo per fuori uso.
Nel mentre il pallone arriva proprio lì, centrale a una trentina di metri dalla porta, proprio a lui, a Nedved, che si gira e fa partire un sinistro a fil di palo su cui Toldo non arriva. Ma la sua partita mica finisce lì, rimane in campo fino alla fine, servendo a Camoranesi pure l’assist per il 3-0 finale. Per Nedved quell’anno arriveranno un altro Scudetto e un Pallone d’Oro.
Il doppio confronto del 2005/2006
Entrambi i confronti della stagione 2005/06 vedono Juventus e Inter rispettivamente al primo e secondo posto in classifica. I bianconeri vincono tutti e due gli scontri diretti, il match di ritorno in particolare spedisce le milanesi a 12 punti di distanza a 13 giornate dal termine: il titolo sembra blindato già in febbraio, sappiamo che in realtà il Milan si rifarà sotto e soprattutto che la giustizia sportiva quello Scudetto lo riassegnerà poi proprio alla squadra allenata da Mancini.
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Di quella partita restano comunque impresse le potenziali grandi firme su calcio di punizione, un fondamentale con cui nell’attuale Serie A non si segna praticamente più: Adriano, a secco di gol da sette turni, si fa ingolosire da una punizione di qualche metro fuori dall’area mettendo il pallone in rete col suo sinistro potente; Paparesta aveva però il braccio alto, la punizione andava battuta di seconda in quanto nata da un gioco pericoloso, quindi gol annullato. All’85’ è invece diretta quella che Del Piero piazza splendidamente sotto l’incrocio, di destro, per la rete che vale i tre punti: nel recupero, infatti, la risposta di Recoba sempre su calcio piazzato si stampa sul palo.
Juventus-Inter 1-1, 18 aprile 2009
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Inizia così il periodo di egemonia interista in Serie A TIM, durante il quale c’è comunque uno Juventus-Inter di vertice, il 18 aprile 2009, con i nerazzurri già ampiamente lanciati verso lo Scudetto. Finisce in pareggio con poco da segnalare se non il gol di Zdenek Grygera, che insieme a Rolando può essere considerato tra i nomi più improbabili capaci di segnare in un Derby d’Italia di campionato.
Juventus-Inter 1-3, 3 novembre 2012
Per trovare una vittoria nerazzurra bisogna aspettare il 3 novembre 2012, una data significativa visto che si tratta della prima sconfitta della Juventus allo Stadium dal giorno della sua inaugurazione. Come l’Inter sfidò la capolista ce lo racconta direttamente Andrea Stramaccioni, che allora sedeva in panchina: “La leadership tecnica della Juventus di Conte era indiscussa, dominavano il gioco, soprattutto in casa. Chiunque entrasse allo Stadium pensava prima a non prenderle. Secondo me era proprio questo il punto, rovesciare quella prospettiva e attaccarli, perché paradossalmente era attaccandoli che ci saremmo difesi meglio”.
Stramaccioni schiera infatti dal 1’ il tridente Palacio-Milito-Cassano, una mossa tenuta nascosta fino allo scambio delle distinte: “L’ultimo allenamento alla Pinetina l’abbiamo fatto dentro il pallone gonfiabile, quello che in inverno proteggeva il campo sintetico. Entrarono solo i giocatori e lo staff più ristretto”. Il resto della strategia fu perfezionato in ritiro a Torino: “La notte prima della gara chiamai nella mia stanza, uno per uno, i giocatori coinvolti in compiti tattici”.
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Quel tridente coraggioso stupì anche Marotta, allora dg bianconero, che nel pre-partita la definì una scelta di “spensieratezza tattica”, definizione che a Stramaccioni non piacque per niente perché ogni dettaglio, al contrario, era stato ponderato attentamente. “Quella Juventus, con la regia dal basso di Bonucci e quella totale del miglior playmaker del mondo, Pirlo, dominava quindi dovevamo provare a togliergli qualche sicurezza. Per 70’ Milito, Cassano e Palacio fecero un lavoro straordinario”. Poi fu il momento di Guarin: “Non doveva solo marcare Pirlo, ma smarcarsi partendo da lui e guadagnare i primi metri grazie alla sua potenza e alla sua freschezza. Il Guaro entrò carichissimo, un suo strappo unito al grande tap-in di Milito decise quella partita”. Finì 1-3, la Juventus era imbattuta da 49 incontri.
Inter-Juventus 1-2, 7 ottobre 2019
Ed eccoci all’ultimo Derby d’Italia d’alta quota: 7 ottobre 2019, San Siro. Dopo sei giornate l’Inter è in testa alla classifica, segue la Juventus di Sarri a -2. Il pre-partita è un continuo tentativo di stanare Conte sul suo passato, tirando in ballo anche una petizione partita da alcuni tifosi bianconeri per rimuovere la stella a lui dedicata allo Stadium. “Un’iniziativa becera e volgare”, disse.
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Il tabellino alla fine sarà totalmente albiceleste: a stappare la partita dopo appena 4’, dal nulla, ci pensa Dybala su verticalizzazione estrema di Pjanic, il sinistro della Joya è un lampo che sorprende Skriniar. Lautaro si guadagna poi un rigore - il contatto in area è con de Ligt - che trasforma, ma l’azione più bella è quella che porta al gol dell’1-2 finale: altro pallone verticale di Pjanic, Cristiano Ronaldo raccoglie e cede subito a Bentancur, che imbuca di prima a destra verso Higuain. Il Pipita, abbandonato da Bastoni sulla linea del fuorigioco, piazza in diagonale: è il secondo gol che segna in casa dell’Inter, l’altro aveva sfilato dalle mani lo Scudetto del 2018 proprio a Sarri, questo in qualche modo lo ripaga dato che a fine stagione il vantaggio sull’Inter sarà solamente di un punto.