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Calcio

Kvara, Di Lorenzo, Osimhen: i retroscena dei tre casi che agitano il Napoli di Conte

Salvatore Malfitano
Kvara, Di Lorenzo, Osimhen: i retroscena dei tre casi che agitano il Napoli di ConteN/A

Un’estate così rovente non si ricordava da un po’. Nemmeno la rivoluzione del 2022 era stata tanto agitata. Il nuovo corso del Napoli, con Giovanni Manna alla direzione sportiva e Antonio Conte in panchina, sta partendo come peggio non si sarebbe potuto neanche immaginare. I tre calciatori più rappresentativi della rosa sono in rottura con la società e per quanto il club mantenga sempre molto chiaramente la propria posizione, il futuro è davvero imprevedibile. L’ultimo a puntare i piedi per andar via è stato Khvicha Kvaratskhelia.

Sia il padre Badri sia il suo agente Mamuka Jugeli hanno dichiarato, nel corso di una trasmissione su un’emittente locale, che il giocatore non ha intenzione di rimanere a Napoli perché vuole disputare la Champions League. Prima dell’inizio degli Europei, il Paris Saint-Germain aveva incassato il sì dell’esterno davanti a un contratto di cinque anni a circa 8 milioni di euro a stagione. L’offerta di 60 milioni al Napoli è stata ritenuta troppo bassa a Castel Volturno, Aurelio De Laurentiis in pratica non si siede a trattare per meno del doppio. Conte ha espressamente richiesto che Kvaratskhelia rimanga. Il georgiano ha un accordo per altri tre anni, il presidente spinge per rinegoziare i termini. Ha già recapitato una nuova bozza con un ingaggio intorno ai 5 milioni, la scadenza portata al 2028 e l’inserimento di una clausola rescissoria, così da essere sicuro di monetizzare a fronte di una cessione.  

Dove invece la fermezza del club potrebbe essere derogata, è per la situazione di Victor Osimhen. Il nigeriano ha firmato a Natale un rinnovo da 10 milioni all’anno con una clausola rescissoria tra i 120 e i 130 milioni. Ad oggi, tuttavia, nessuno si è fatto avanti. Il Chelsea non ha margine di spesa e non è così interessato all’attaccante, quindi si è rivelata difficile anche l’impostazione di uno scambio per Lukaku. L’Arsenal è interessato, ma probabilmente non è disposto a investire così tanto. Il Psg per il momento preferisce Kvaratskhelia per colmare il vuoto lasciato da Mbappé.

Si potrebbe riaprire il canale per l’Arabia Saudita, che il centravanti per ora non considera per questioni sportive. Tuttavia, non è così scontato che il Napoli riesca a sistemarlo e a incassare quell’importo. Inoltre, senza la sua cessione, gran parte del mercato è bloccato. Il tempo potrebbe ammorbidire le richieste e convincere De Laurentiis a trovare un compromesso diverso. Un caso – la storia ce lo insegna – decisamente raro. Il desiderio di lasciare la squadra era stato manifestato anche da Giovanni Di Lorenzo, attraverso il procuratore Mario Giuffredi. Il capitano è rimasto fortemente deluso dalla considerazione di De Laurentiis, che ritiene ogni giocatore cedibile. Conte e Oriali hanno avuto svariati colloqui telefonici con l’ex Empoli, per il tecnico Di Lorenzo è un pilastro per il suo progetto.

Ne apprezza i valori umani e la duttilità, potendo ricoprire il ruolo di terzo o quarto in difesa e di laterale a tutto campo. Anche Giovanni ha un contratto molto lungo, in scadenza nel 2028 con opzione per un altro anno, a 3 milioni a stagione. Ma qui i soldi non c’entrano, anzi. Negli scorsi giorni c’è stato un incontro tra la dirigenza, Conte e Giuffredi. C’è stato un leggero riavvicinamento, ma siamo ancora lontani da poter dire con certezza che Di Lorenzo resterà. Il Napoli resta comunque fiducioso, anche in virtù degli accordi vigenti.  De Laurentiis non ha assolutamente gradito la presa di posizione di Jugeli e della famiglia del calciatore, pretende che il valore di un’intesa siglata sia onorato con professionalità. Non vuole assecondare la logica dei continui adeguamenti, delle commissioni e di altre dinamiche del settore che non condivide. Se Kvaratskhelia non dovesse accettare il rinnovo, resterà un tesserato del Napoli alle condizioni attuali, a meno che non si presenti un acquirente pronto a spendere una cifra ritenuta congrua. 

Fonte: gazzetta.it