La convulsione che avvolge la scelta del nuovo allenatore del Milan contrasta molto con la pace di Asteasu, il piccolo ‘pueblo’ da 1500 anime a 25 chilometri da San Sebastian dove è nato Julen Lopetegui. Il primo (ex?) candidato alla panchina rossonera è li da giorni. E da lontano osserva con crescente stupore le vicende milanesi. L’ex ct della Roja approfitta del tempo libero per stare accanto al mitico Agerre II, nome di battaglia di suo padre Jose Antonio, lanciatore di pietre di enorme fama ed ex sindaco del paesello, che nel dicembre scorso è arrivato a 93 anni. I Lopetegui vivono ancora nella stessa grande casa che fu della madre di Julen, scomparsa anni fa, che a lungo ospitò il rinomato ‘Asador Agerre’: ristorante col culto del ‘txuleton’, il bisteccone, che da queste parti è una specie di religione. Non è un caso che una delle persone più vicine a Julen sia Javier Iraola, il riconosciuto macellaio di Asteasu.
Amici da quando erano bambini, i due sono ancora legatissimi. Julen viene ad Asteasu appena può. Quando lavora non è facile, e allora ora che aspetta una chiamata ne ha approfittato per passare tempo prezioso accanto al papà, sempre coccolato dalle sorelle di Julen, le gemelle Miriam e Idoia. Qui, nella tranquillità famigliare di un posto rimasto immutato nel tempo, Julen ha trattato col Milan. E attende news dal Manchester United, indeciso su Ten Hag. Già, perché negli ultimi giorni dall’Inghilterra si sono fatti vivi per sondare la disponibilità del tecnico basco. Che ha preso tempo, visti i colloqui con il Milan. Trattativa che è partita in sordina ed è accelerata fino all’offerta del contratto triennale da 4 milioni di euro netti a stagione. Julen era decisamente felice. Poi ecco il ciclone #nopetegui, la raccolta di firme, la sollevazione popolare.
Da Asteasu Lopetegui osserva, legge, ascolta. E fatica a comprendere cosa stia succedendo. O cosa sia successo. L’accanimento personale oltre che tecnico contro di lui è stato un colpo basso che non si aspettava: non è che non l’ha visto arrivare, non l’aveva proprio considerato. La protesta del mondo rossonero l’ha sorpreso, modi e forma della stessa l’hanno colpito. Inizialmente Julen era convinto che tutto sarebbe rientrato. Ora ovviamente la sensazione è diversa, e il tecnico spagnolo si sta in qualche modo adattando alla nuova realtà. Protetto da famiglia, amici e un ambiente pieno di affetto, attende sereno comunicazioni ufficiali. Il senso di tutta questa situazione, dall’offerta del club al rifiuto degli aficionados, gli sfugge. Gli attacchi personali lo lasciano interdetto, non aveva mai vissuto una realtà simile. E dal calore umano di Asteasu guarda verso Milano con incredulità.
Fonte: gazzetta.it