Big match all'Olimpico tra Lazio e Napoli. Gara molto importante per entrambe le squadre, in cerca di conferme dopo le prime quattro giornate di campionato.
La conferenza di Spalletti
Queste le parole di Spalletti in conferenza stampa: "All'Olimpico bisognerebbe rivere la qualità di gioco. Riconoscere più velocemente dove si libera lo spazio per andarci a giocare dentro, muovere la palla con meno tocchi e più qualità.
Sono felicissimo di essere ancora l'allenatore del Napoli. Le ambizioni mie sono di qualità che non so se tutti riescono ad avere. Però non garantisco nulla. Di quelle che possono essere critiche non me ne importa: continuo a lavorare sulla mia strada. Sul discorso di morire o vincere, a me non piace morire. Però non so se vinco. L'anno scorso c'erano personalità diverse, quest'anno dobbiamo valutare quest'aspetto. Sapevamo di avere bisogno di tempo per diventare un gruppo di calciatori come l'anno scorso.
L'esperienza conta ma si andrà a prendere velocemente perché noi siamo il Napoli, come abbiamo detto più volte. Bisogna essere competitivi per l'alta classifica. Non possiamo metterci troppo e mi aspetto questa disponibilità di correre da questo punto di vista. Non siamo un club che può limitarsi a dire "abbiamo avuto sfortuna". Dobbiamo giocare un calcio di livello e poi le analisi le possono fare tutti, ma le intenzioni devono essere quelle.
Non sottovalutiamo nessuna partita. Prendiamo in considerazione tutto quello che passa e vogliamo evidenziare quelle che sono le nostre capacità di giocare a calcio e le nostre capacità caratteriali".
Sui nuovi arrivati
"Kavratskhelia? Normale un periodo così. Dipende anche dalla forza degli avversari che si trova davanti. Viene da un paese differente, abituato a cose differenti. Un po' di adattamento e di conoscenza ci vuole sempre. Per trovare scorciatoie a questo adattamento si bruciano più energie. Sono periodo in cui il rodato è un investimento che dobbiamo fare.
I nuovi arrivati sono a un buon punto. Si fanno delle sintesi di quelle che sono le nostre partite, degli avversari che andiamo a incontrare. Si parla del nostro calcio, quello che vorremmo offrire, la conoscenza di squadra e secondo me siamo a un buon punto, perché negli allenamenti la palla gira molto bene. Si va anche con i ritmi e la velocità giusta perché bisogna andare forte. Molte fasi della partita vanno fatte forti. Bisogna ritrovare lo schema base di squadra, va fatto tutto con continuità.
Raspadori è un calciatore duttile che ha il saper riconoscere gli spazi, i vuoti. La palla la sa reggere bene, senza soffrire la marcatura. Può fare diversi ruoli in fase offensiva. Un calciatore duttile, completo.
Ndombelé è un calciatore molto forte. Ha uno specchietto retrovisore ben angolato per vedere dappertutto. Ha delle imbucate di grande qualità, un gran tiro, un impatto fisico importante. Bisogna elevare un po' il tutto e farlo giocare.
Kim è una certezza, una sicurezza. Sin dal primo momento si è vista una naturalezza incredibile. L'ha messa in campo in maniera facile, è sulla buona strada".
Su Sarri e il 4-3-3
"La qualità del calcio di Sarri è riconoscibile. Da un punto di vista di sistema è abbastanza rigido il suo. Chiaro, poi, che ogni tanto ci passiamo anche noi da quel modulo. Poi, però, i sistemi si deformano, perché non si rimane sempre rigidi su quel modulo ma andiamo a prenderci spazi che la squadra avversaria lascia. Questi non sono sempre sulla trequarti, bisogna andarli a trovare.
La Lazio è una squadra che ha il nostro valore, così come l'anno scorso. Bisogna giocarsela e far vedere chi ha più voglia di vincere. Tutte le partite hanno un'importanza massima, perché corrispondo sempre a tre punti e se non li hai fatti nella partita precedente assumono ancora più valore".