Luciano Spalletti ha parlato della grande sfida tra Napoli e Juventus che andrà in scena domani sera al Diego Armando Maradona. Queste le parole dell'allenatore azzurro a Castel Volturno:
Le parole di Spalletti
"Capisco che per Allegri sia conveniente camuffarsi da comprimari. Per una Juve imbottita di campioni è impossibile nascondersi dal ruolo di favorita. Certi investimenti si ripagano soltanto giocando per lo scudetto e per la vittoria della Champions. Non c'è quarto posto che soddisfi la Juventus. Per capire chi è più bravo bisogna vedere chi ha vinto di più in carriera, per questo mi inchino a lui. Lui sta sopra di me e devo imparare da lui.
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Vicende extracalcistiche? Non si sa mai come reagisce una squadra a queste cose, a volte può diventare uno stimolo in più per andare a ribaltare una situazione difficile. Magari gli è servito per fare 8 vittorie consecutive, non si sa mai".
Napoli-Juventus
"Quando si vestono queste maglie la vedo dura andare a giocare le partite avendo paura. Nessuna delle due squadre ha paura, da un punto di vista tecnico, della personalità. Entrambe giocheremo per vincere la partita, sarà uno spettacolo bellissimo. Quello che devono fare i calciatori è provare a vincere la partita. La squadra deve mettere in campo quello che prepariamo durante la settimana, quel modo di lavorare lì".
Domani prometto impegno. È sempre stato così da quando faccio questo lavoro. Passo giornate dietro la preparazione delle partite, prometto questo.
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Spallettismo contro Allegrismo
"Chi batte fa la prima mossa. Forse sono due filosofie differenti. Allegri sposa perfettamente il motto juventino che vincere non è importante ma l'unica cosa che conta. Noi a Napoli siamo più anima e core. Qui c'è stato Maradona che ha mostrato che oltre che vincere c'è tanta bellezza nel calcio e quella dobbiamo portarla dietro. Dobbiamo ricordare quel calcio in cui Maradona ha vinto e provare a riproporlo.
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Le partite giocate raccontano che la Juve ci lascerà campo e lì diventa una gestione dove bisogna essere bravi pur facendo possesso e pur tentando di andare a far gol. Loro ti concedono quella cosa lì e bisogna saperla interpretare nella maniera giusta e corretta. Le loro ripartenze e possibilità di decidere la partita sono multiple. La prima considerazione deve essere quella di non perdere mai equilibrio.
Andiamo a fare quello che ci piace, quello che piace ai nostri tifosi. Mi viene in mente Maurizio Sarri che non ha vinto niente ma da quando sono qui sento parlare solo del suo calcio e questo ha un valore, a me piace più quella roba lì che altra roba. Poi c'è stato Benitez che ha vinto ma non se ne parla come Sarri. A volte lasci più un segno con quello che è il visibile che con una situazione portata a casa o con un lavoro non fatto bene sul campo".
L'autostima è data da quello che è successo. Noi siamo stati al di sotto delle nostre competenza a San Siro e sappiamo che dobbiamo ritrovare le nostre qualità e andare a riproporle. Ormai è un po' che ci conosciamo e il livello di autostima è altissimo. Poi ci sta che una volta non si riesce a mettere in pratica come a Milano ma a Genova si è rivisto qualcosa".
Scontri tra i tifosi
"Quelli che vogliono usare il calcio così è meglio che stiano fuori dagli stadi, lontani da quello che è lo sport. Il calcio è di chi ama lo sport, che ama confrontarsi per essere più bravo dell'altro partendo da un sacrificio personale, questa roba qui non si può vedere. E se non stanno fuori gli deve essere imposto".