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Calcio

La confessione dell'arbitro licenziato per gli insulti a Klopp: "Io gay ed ex drogato"

Davide Chinellato
La confessione dell'arbitro licenziato per gli insulti a Klopp: "Io gay ed ex drogato"N/A
L'ex direttore di gara inglese, allontanato a causa di alcuni video in cui aveva offeso l'ex tecnico del Liverpool e lo si vedeva sniffare, ha parlato al Sun: "La mia omosessualità ha contribuito a una serie di decisioni sbagliate - ha detto -. Chiedo scusa a tutti". E sulle presunte combine afferma che...

"Sono gay e questo ha contribuito ad una serie di decisioni sbagliate che hanno deragliato la mia carriera. Compresa la droga". David Coote, l’arbitro inglese licenziato qualche mese fa dopo una serie di video emersi online, racconta in un’intervista al Sun la sua verità, senza negare le accuse (tranne quelle di combine, per cui rimane indagato) che hanno portato alla fine della carriera del 42enne direttore di gara internazionale ma aggiungendo informazioni personali che non aveva mai rivelato prima, come il fatto di essere stato dipendente dalla cocaina. "Sono davvero dispiaciuto per le mie azioni e per la pubblicità negativa che ho attirato sul gioco che amo - ha aggiunto all’intervista in un comunicato -. Spero che la gente capisca che i video che ha visto sono situazioni private dei peggiori momenti della mia vita: non riflettono chi sono o cosa penso". 

"Ho avuto problemi di autostima derivanti dalla mia sessualità - ha raccontato Coote al Sun -. Sono gay e ho faticato a lungo a sentirmi orgoglioso di me stesso. Ho provato un enorme senso di vergogna, soprattutto da teenager. L’ho detto ai miei genitori solo a 21 anni, ai miei amici a 25. La mia sessualità non è l’unico motivo dei miei problemi, ma non racconterei tutta la storia se non dicessi che sono gay e che ho avuto problemi veri nel nasconderlo. Ho nascosto le mie emozioni come arbitro, oltre che la mia sessualità: sono qualità positive in quel lavoro ma sono terribili per una persona". Coote rivela anche di non aver mai raccontato di essere gay nel mondo del calcio per paura di abusi e ritorsioni. “Ne ho ricevuti di particolarmente spiacevoli durante la mia carriera: aggiungere anche la mia sessualità avrebbe reso tutto ancora più insostenibile. C’è ancora tanto da fare nel calcio e in generale nella società contro la discriminazione: non volevo essere la persona che si fa avanti, quella che mette per prima la testa oltre il parapetto sapendo che gli spareranno contro”. 

Coote ammette che era cocaina la sostanza bianca che lo si vede sniffare in un video ripreso durante Euro 2024 che ha contribuito al suo licenziamento da arbitro di Premier e, di fatto, alla fine della sua carriera in campo. "L’ho usata a periodi: era una delle mie vie di fuga - racconta -. Avevo bisogno di fuggire dallo stressi, dai ritmi senza sosta di quel torneo. Mi riempie di vergogna ammettere di aver preso quella strada". Coote parla anche del video in cui insulta Klopp, il primo apparso online che ha dato il via al suo licenziamento. “Riconosco che quegli atteggiamenti sono ben al di sotto degli standard che dovrebbe tenere un arbitro al massimo livello e rimpiango di aver detto quello che ho detto - racconta -. Quei commenti non riflettono quello che penso di lui o le mie visioni in generale”.  Coote parla anche delle accuse per lui più infamanti: quelle di combine. Avrebbe discusso con un amico prima di una partita l’ammonizione di un calciatore, poi effettivamente verificatasi. "Non c’è stato nessun accordo - ha detto al Sun dell’episodio, che risale al 2019 -. Ho solo fatto il mio lavoro, il giocatore è stato ammonito perché aveva commesso un fallo da giallo. Io non ho preso soldi: sono deluso che sia uscita una cosa del genere perché mette in dubbio l’integrità dello sport: qualsiasi cosa la gente pensi di me come arbitro e come essere umano, io quando sono andato in campo ho sempre fatto del mio meglio. In quel periodo non ero in un buon momento: parlavo con persone di cui a posteriori posso dire che non mi sarei dovuto fidare. Potessi tornare indietro, farei tutto in modo molto diverso".

Fonte: Gazzetta.it