Se nella Roma c’è un giocatore con una storia in maglia giallorossa quantomeno travagliata, quello è Rick Karsdorp. L’ultimo episodio che ha fatto finire l’olandese sotto i riflettori per motivi tutt’altro che positivi è il disastro difensivo commesso contro il Bayer Leverkusen, costato alla squadra di De Rossi il gol del vantaggio tedesco e – secondo diversi tifosi, che allo stadio lo hanno sommerso di fischi convincendolo a rientrare anticipatamente negli spogliatoi dopo essere stato sostituito – la possibilità di provare a strappare un pass per la finale di Europa League in programma a Dublino il 22 maggio. La rete di Wirtz ha infatti mandato in fumo il piano tattico studiato da DDR per provare ad arginare gli uomini di Xabi Alonso e, ovviamente, costretto i giallorossi a scoprirsi nel tentativo di rimontare un Bayer che, dopo essere passato in vantaggio, ha acquisito sempre più coraggio e dominio del gioco.
Ma l’erroraccio commesso giovedì sera all’Olimpico è soltanto l’ultimo capitolo di una saga che ha visto l’ex Feyenoord protagonista di tanti di vicende che hanno reso tormentata la sua storia nella Capitale. Oltre agli episodi appena citati, anche la storia clinica di Karsdorp negli anni in cui ha vestito la maglia della Roma è tutt’altro che rosea. Dal suo arrivo a Trigoria nell’estate 2017, sono stati 14 gli infortuni subiti per un totale di 543 giorni trascorsi in infermeria – a cui si aggiungono gli 81 giorni durante la stagione 2019/20 trascorsa in prestito al Feyenoord – e ben 5 operazioni subite (4 alle ginocchia tra un crociato rotto e menischi vari). Insomma un ruolino di marcia che ha contribuito a rendere il terzino uno degli uomini con la storia più complicata da romanista tra i giocatori che indossano attualmente la maglia giallorossa.
Prima del pasticcio in semifinale, l’ultimo episodio in ordine cronologico è senza dubbio la guerra fredda con José Mourinho, scoppiata a Reggio Emilia nel novembre 2022 durante Sassuolo-Roma. In quell’occasione lo Special One aveva puntato il dito contro Karsdorp a fine partita: “Lo sforzo della squadra è stato tradito da un atteggiamento di un giocatore non professionale. Ha tradito tutti gli altri. L'errore fa parte del gioco, l'atteggiamento non professionale e non corretto con i compagni mi dispiace. L'ho già detto nello spogliatoio e non lo faccio spesso, dopo le partite non parlo spesso con la squadra. Ho avuto sedici giocatori in campo, mi è piaciuto l'atteggiamento di quindici.
Uno non mi è piaciuto e gli ho detto di cercare un'altra squadra a gennaio anche se sarà difficile". Talmente difficile che alla fine Karsdorp è rimasto a Roma, reintegrato in gruppo da Mou dopo un mese di castigo durante il quale il terzino aveva deciso di concedersi una vacanza con la famiglia. Ma quale è stata la colpa imperdonabile che ha scatenato le ire del tecnico portoghese? In primis l’atteggiamento tenuto dal giocatore al momento di entrare in campo, reo di aver sprecato troppo tempo per rientrare in panchina e cambiarsi dopo il riscaldamento. A questo si aggiunge l’atteggiamento mostrato dopo la rete di Abraham quando, durante i festeggiamenti degli altri compagni di squadra, il numero 2 si è diretto verso Cristante “colpevole” di non avergli servito il pallone dopo un inserimento ma aver preferito servire al centravanti inglese l’assist che ha portato alla rete giallorossa. L’ultima colpa è quella di essersi fatto trovare impreparato e disorientato nell’azione che porta al gol del Sassuolo.
Fonte: gazzetta.it