Facile immaginarlo con gli occhi lucidi davanti alla tv. George Weah sarà ancora più orgoglioso del figlio Timothy dopo quanto accaduto stasera. Il giovane attaccante, classe 2000, ha sfruttato al meglio la prima palla giocabile e con un solo tocco ha realizzato il sogno suo e di suo padre.
Gli è bastato decisamente poco, circa 36 minuti, per segnare il primo gol in carriera in un Mondiale, una gioia che l'ex attaccante del Milan non ha mai potuto vivere in prima persona. Sarà felicissimo ugualmente stasera, non potrebbe essere altrimenti.
Meglio di papà George
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Di soddisfazioni nella lunga avventura con gli scarpini ai piedi George se ne è tolte parecchie. Ha vinto in Italia, Inghilterra e Francia, ha portato a casa il Pallone d'Oro nel 1995 ed è stato per tre volte il calciatore africano dell'anno.
Un palmares invidiabile, purtroppo non arricchito da risultati in nazionale. La Liberia (scelta di cuore, nonostante potesse indossare anche la maglia della Francia) non gli ha dato la chance di acciuffare ulteriori gratificazioni, ma per il suo Timothy è stato diverso.
Nato a New York, ha avuto la possibilità di indossare la maglia degli Stati Uniti e di salire in questi giorni sul volo per il Qatar per scrivere pagine sicuramente indimenticabili per lui.
Buona la prima
La rete col Galles ha un peso specifico particolare. Per lui, come sottolineato, ma anche per la sua nazionale, in una sorta di scontro diretto che con l'1-1 tiene gli USA sicuramente in lizza per la qualificazione. Non c'è modo migliore per sfruttare una vetrina che potrebbe regalargli nuove opportunità di carriera, ovviamente continuando su questi ritmi.
Gongoleranno anche i dirigenti del Lille, consapevoli che un Mondiale da protagonista per il giovane Weah potrebbe convincere club in giro per l'Europa a presentare offerte allettanti. Suggestivo pensare ad un futuro in Serie A TIM per lui, ma in quel caso fare meglio del papà George sarà sicuramente più difficile.