Sembrava un altro pomeriggio di un turno da cani. Altro che giornata ideale per le italiane: mai fidarsi delle apparenze in una Champions sempre più illeggibile. Dopo lo zero di Juve e Bologna martedì, anche l’Atalanta non è riuscita a sfondare il muro celtico. Non ha neanche usato il piccone delle grandi occasioni. Quella di Gasperini non è squadra da 0-0, ma i sette gol presi a Dortmund hanno convinto gli scozzesi a risparmiare un po’ di gioco, stringendo e abbassando le fila. Ventidue tiri dell’Atalanta, una traversa, non la solita manovra travolgente. Per una volta Gasp ha usato l’anestesia prima di impugnare il trapano. Peccato, perché il successo sarebbe stato la svolta in classifica. Il secondo tempo del film ha raccontato a lungo la stessa storia con il nerazzurro versione Inter: il rigore sprecato da Arnautovic, il rigore in corsa calciato malamente da Zielinski. Ma non è che lo Young Boys fosse stato dominato. L’Inter non riusciva a esprimere la sua superiorità. Con il gioco che rischiava di farsi duro, dentro i duri, e il più tosto di tutti s’è inventato il colpo di scena che ti fa uscire dal cinema con il sorriso. Oggi Thuram è l’insostituibile di Inzaghi, più di Lautaro e Barella. Un gol nel recupero, un altro che per poco non rendeva indimenticabile la serata. Il derby con Motta comincia con un leggero vantaggio psicologico, ma il campionato ha altre dinamiche e Inter-Juve sfugge a qualsiasi classificazione. L’Inter comunque entra tra le prime otto del maxi gruppo.
Se la prima fase finisse ora, ci sarebbero tre inglesi nei primi tre posti, Aston Villa, Liverpool e City, due francesi, Brest e Monaco, più Leverkusen, Sporting e Inter. Almeno quattro le intruse rispetto alle previsioni. Presto per giudizi definitivi a meno di metà del cammino, ma un’indicazione di fondo è innegabile. Le inglesi vanno a mille perché non fanno mai calcoli, corrono, rischiano, attaccano. Come in Premier. Le francesi sono le più sorprendenti e fresche mentalmente: sta arrivando anche il Lilla che, dopo aver messo sotto il Real, ha giustiziato ieri l’Atletico. Difficilmente riceverà la cittadinanza onoraria di Madrid. Le spagnole sono sull’altalena, ma il Barcellona ha devastato il Bayern: un 4-1 che un po’ lenisce il ricordo dell’8-2 del 2020. Sulla panchina catalana Flick cuore ingrato: quattro anni fa era stato lui a umiliare il Barça. Male le tedesche: se per il Bayern è il secondo ko in tre gare, il Lipsia è andato giù per la terza volta di fila e il Leverkusen non è andato oltre il pari con il Brest che continua a vivere la sua favola. Noi invece scendiamo in classifica e nel gioco. Ci tengono in piedi le milanesi, ma anche l’Inter ha rischiato oltre l’immaginazione. Al Bologna non si poteva chiedere di più: è arrivata un’altra sconfitta inglese dopo quella con il Liverpool, ma restando sempre in partita con dignità. Quello che non è riuscito alla Juve. Mancavano Koopmeiners e Bremer, ma non Douglas Luiz e Nico, fin qui inesistenti o quasi. Diciamo che non tutti i presenti erano al posto giusto, oltre che poco ispirati. Forse anche Gasp poteva evitare la sostituzione di Retegui. Il Milan ha risollevato morale e classifica, scoprendo che forse c’è vita oltre Leao. Sono tutte e cinque ancora in gioco, almeno per i playoff. Però le cattive notizie non si fanno mai pregare. Quali sono le avversarie della quarta giornata? Le peggiori che potessero capitare. Hanno vinto tutte nel terzo turno. Martedì 5 novembre il Bologna trova il Monaco che ne ha rifilati cinque alla Stella Rossa. La Juve va dal Lilla reduce dalla doppia letale corrida di Madrid. E per non farsi mancare niente il Milan fa visita al Bernabeu, dove il Real vorrà organizzare la festa per il probabile Pallone d’oro a Vinicius. Il giorno dopo, l’Inter ospiterà l’Arsenal che ha superato lo Shakhtar, quindi l’Atalanta andrà a Stoccarda per misurare il valore del successo dei tedeschi sulla Juve. Dalla giornata ideale a quella terribile, ma chi si azzarda più a ipotecare il futuro? Non per tutti almeno: il City fa sempre il City, e cinque gol, con lo Sparta. Haaland segna un gol da kung-fu che entrerà nella storia. Segnano Darwin, Lewandowski, Kane, Raphinha tre volte e, ancora lui, Jonathan David, due centri, prossimo spauracchio dei bianconeri.
Fonte: Gazzetta.it