E pensare che fino a tre giorni fa il suo unico problema - che poi per lui tale non era - consisteva nel mormorio insoddisfatto dei tifosi mugugnanti per il suo inscalfibile silenzio mediatico. Poi Zlatan Ibrahimovic ha parlato, lo ha fatto per oltre un'ora dicendo ovviamente cose molto interessanti, e quel problema è stato risolto alla radice. Ma in fondo erano quisquilie perché adesso Z un problema ce l'ha davvero e non è all'esterno, ma dentro i cancelli di Milanello. Un problema che si chiama Theo Hernandez.
Motivi? Al netto di coloro che continuano a etichettare Hernandez come orfano eternamente inconsolabile di Maldini (una parte di verità probabilmente c'è, ma senza esagerare), gli scenari più facilmente ipotizzabili sono due: uno è che il 19 rossonero abbia ricevuto un'offerta da sballo - sulle sue tracce ci sono da tempo Bayern e Real - e quindi stia iniziando a preparare il terreno per un eventuale addio. Un altro scenario porta a un rinnovo contrattuale del quale fin qui non si è ancora iniziato a discutere. Secondo alcune indiscrezioni il francese si sarebbe aspettato una proposta da parte del club per allungare, e ovviamente migliorare economicamente, il documento attuale che scade nel 2026. Dove per miglioria economica si intende quanto meno pareggiare gli emolumenti di Leao (che fra scatti a salire e bonus può arrivare a circa 7 milioni netti).
Attualmente Theo ne percepisce 4,5 a stagione e gli va riconosciuto che in occasione dell'ultimo rinnovo - abbastanza liscio e rapido - il suo comportamento era stato apprezzato dalla dirigenza. Adesso, però? Il nodo è dunque l'aspetto contrattuale? Non lo convince del tutto il progetto sportivo? O semplicemente desidera mettersi alla prova in un club dove ogni anno si parte per vincere la Champions? Eccola, allora, la prima vera matassa che Ibra dovrà sbrogliare in qualità di super consulente tuttologo, fra i cui compiti c'è anche quello di stare vicino alla squadra. Figurarsi se c'è di mezzo un big. All'orizzonte, peraltro, si staglia anche un altro fattore: se davvero le strade tra il Milan e Theo dovessero separarsi, sarebbe auspicabile che avvenisse questa estate, quando mancano ancora due anni di contratto, in modo da poter monetizzare al massimo.
Ah, per la cronaca il Milan chiede 100 milioni: e di fronte a una richiesta del genere non basta che il diretto interessato sparga incertezza sul suo futuro per procedere a svuotare l'armadietto. La doccia è al momento gelata perché pareva che Theo fosse sereno e convinto di proseguire il matrimonio col Diavolo. Intervista della prima metà di febbraio 2024: "Il Milan come habitat ideale? Senza dubbio, sia dal punto di vista sportivo che personale. Mi trovo molto bene qui. Mi sento completamente a mio agio in questa meravigliosa città che mi ha accolto fin dal primo giorno come se fosse casa mia da sempre. Tutto è stato facile fin dall'inizio. Ho formato una famiglia, mi sento amato e sono molto felice. Tornare al Real? Sono un giocatore del Milan, mi trovo molto bene qui e non penso ad altro". Poi, certo, sono passati quattro mesi ed evidentemente qualcosa dev'essere successo se Ibra pochi giorni fa ha declamato una sorta di poesia sul futuro dei tre big rossoneri ("Maignan, Hernandez e Leao restano. Hanno un contratto con noi, sono felici e non abbiamo bisogno di vendere") e Theo in pratica l'ha sbugiardato poche ore dopo. Diciamo che non gli ha reso un gran servizio considerando che era il primo intervento mediatico ufficiale di Z da quando riveste il nuovo ruolo. Le parole del francese dal ritiro dei Bleus all'Europeo sono state il classico sasso lanciato nello stagno: onde concentriche sempre più ampie che hanno coinvolto tutti i mondi dell'universo rossonero. I tifosi ovviamente, colpiti a freddo, un cazzotto nello stomaco da chi non te lo aspetti. E il club, rimasto spiazzato - eufemismo - dalle parole di una delle sue tre star. Come sempre, quando parla lui, poche parole ma incisive: "Sono concentrato sull’Europeo. Se resterò o meno al Milan, lo vedremo più avanti”. E poi, sollecitato su un possibile ritorno in Spagna: “Al momento non ci penso ancora". Ce n'è abbastanza per un allarme rosso perché se è vero che da un lato le parole non danno indicazioni certe, è altrettanto vero che nei codici del linguaggio calcistico questa è un'evidente presa di distanza dal suo attuale club.
Fonte: Gazzetta.it