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Calcio

La quasi rissa Juric vs Mancini, i diverbi con Ghisolfi e... Dietro la crisi della Roma

Francesco Balzani
La quasi rissa Juric vs Mancini, i diverbi con Ghisolfi e... Dietro la crisi della RomaN/A
L'allenatore croato siederà ancora in panchina contro il Torino ma il rapporto con lo spogliatoio pare ormai irrecuperabile. E giovedì è prevista nuova contestazione della Sud

Ivan Juric resta in sella, ma la tormenta è talmente forte che la caduta sembra inevitabile. A meno di sorprese in stile Friedkin, il tecnico croato sarà in panchina giovedì contro il Torino in un Olimpico che si preannuncia bollente. Oggi i proprietari texani hanno lasciato New York e si sono diretti in California. Niente improvvisata in Italia quindi come avvenne il 16 gennaio per l’esonero di Mourinho e il 18 settembre per quello di De Rossi. Quest’ultimo resta in attesa di un segnale che i giocatori hanno già dato al ds Florent Ghisolfi in un acceso confronto negli spogliatoi del Franchi. Dopo il 5-1 subito con la Fiorentina d’altronde i diverbi sono stati parecchi a partire da una furiosa lite tra Gianluca Mancini e lo stesso Juric. Il tecnico a fine primo tempo ha rimproverato il difensore per il primo gol subito e per il rischio di un secondo giallo, la risposta del vice capitano è stata decisamente sopra le righe e si è rischiato il contatto fisico. Al ritorno in campo né Mancini né Cristante si sono accomodati in panchina, un comportamento che la società sta pensando di punire con un provvedimento nonostante la giustificazione del difensore: “Anche lo scorso anno sono stato sostituito e sono rimasto negli spogliatoi".

Ma il malumore serpeggia anche tra gli altri senatori della squadra. Il capitano Lorenzo Pellegrini ha risposto a tono al ds Ghisolfi, sceso a fine partita negli spogliatoi del Franchi per rimproverare la squadra con l’aiuto del solito interprete. Dopo aver ascoltato le parole del dirigente si è alzato proprio Pellegrini. “Nessuno ci ha interpellati sulla questione, e avete mandato via dopo 4 giornate un allenatore che ci aveva insegnato un certo tipo di calcio per prendere uno agli antipodi”, il succo del discorso del numero 7 con il tacito assenso di molti nuovi arrivati e di altri simboli come Leandro Paredes. Ovviamente il riferimento è a Daniele De Rossi. Una richiesta forte e una reprimenda sulla gestione di questo inizio stagione che i Friedkin non vogliono assecondare, almeno non adesso. Così oggi pomeriggio a dirigere il penultimo allenamento prima della sfida al Toro di giovedì sarà ancora Juric che non pensa alle dimissioni e si gioca il tutto per tutto contro la sua ex squadra. Un risultato positivo potrebbe comunque non bastare per mangiare il “panettone”. La sfiducia di squadra e tifosi ormai è pressoché totale. Dopo la contestazione nella notte di domenica a Termini, ne è prevista una anche prima e durante la gara di giovedì all’Olimpico. I gruppi della curva Sud si riuniranno in queste ore per studiare la forma della protesta. Due le alternative: non entrare allo stadio e contestare fuori oppure entrare e manifestare il dissenso nel settore. Di sicuro sarà un’atmosfera surreale e anche il resto dell’Olimpico fischierà sonoramente la squadra mentre in molti sui social annunciano che pur essendo abbonati non si recheranno allo stadio.

Un clima teso. Come quello che si respira a Trigoria in questi giorni. La possibilità del terzo esonero in 10 mesi è sempre più concreta, l’impressione è che senza turno infrasettimanale probabilmente sarebbe stato già operativo il cambio. Ma con chi? De Rossi sembra la soluzione più facile essendo ancora sotto contratto e avendo la squadra dalla sua parte, ma l’ex centrocampista non ha ancora ricevuto telefonate. Così come Claudio Ranieri che Daniele vorrebbe al suo fianco come direttore tecnico in un’ipotetica seconda avventura. La terza via porta a un nome che non sia un semplice traghettatore: Roberto Mancini. L’ex ct azzurro è stato da poco esonerato dall’Arabia Saudita e potrebbe rappresentare quella figura di carisma che in questo momento manca nella Roma. Da superare lo scoglio del passato laziale che in queste settimane, ad esempio, ha impedito a Claudio Fenucci di occupare il posto da Ceo della Roma. Un altro ruolo vacante, non l’unico a Trigoria. Infine una candidatura che sta stimolando parecchi tifosi in queste ore è quella di Vincenzo Montella. Il c.t. della Turchia, ed ex campione giallorosso, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato che una chiamata dalla Roma “lo metterebbe in imbarazzo”. Non è detto che non arrivi.

Fonte: gazzetta.it