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Calcio

La scelta di Marotta è una garanzia per il futuro dell'Inter

Stefano Agresti
La scelta di Marotta è una garanzia per il futuro dell'InterN/A
Nessuna rivoluzione con il cambio di proprietà: anzi, la scelta di promuovere una figura carismatica nel ruolo di presidente vuol dire voler garantire continuità al club

Giuseppe Marotta, per tutti Beppe, racconta sempre con orgoglio degli anni in cui, ancora bambino, aiutava il magazziniere del Varese a pulire gli scarpini e lavare le maglie. Se ieri è diventato il ventitreesimo presidente dell’Inter, uno dei club più prestigiosi del mondo, lo deve anche a quello: agli scarpini che ha pulito, alle maglie che ha lavato.

A uno così - uno che è stato aiutomagazziniere e raccattapalle, si è occupato dei giovani e dei fuoriclasse, ha fatto mercato e politica sportiva - nel calcio non insegni niente. Anche perché ha saputo evolversi, studiando: il mondo del pallone è cambiato in modo profondo, lui non è stato travolto dalle innovazioni ma anzi le ha cavalcate. Per questo la scelta di Oaktree, che gli ha affidato la carica più importante della società nerazzurra, è piena di buon senso. Il fondo americano ha trovato nell’organigramma dell’Inter un dirigente preparatissimo, probabilmente il migliore che abbiamo, e se lo è tenuto stretto. Altro che rivoluzioni, altro che ribaltoni: non solo confermo Marotta, ma aumento il suo potere. Perché assicura continuità rispetto alla gestione cinese del club e anche per le sue prerogative: competenza e serietà, conoscenze e senso della misura.

È l’uomo che ha guidato l’Inter in mezzo alle ultime burrasche, nobilitando questi anni con due scudetti e una finale di Champions benché Zhang non avesse la forza di investire. Se qualcuno pensava che i nuovi proprietari fossero ingenui o sprovveduti, e volessero fare tutto di testa loro in una realtà che non conoscono, ha impiegato poco per cambiare opinione. Finora Oaktree, al contrario, ha dimostrato di avere una linea chiara, estremamente logica, e di volerla portare avanti senza tentennamenti: nuovo contratto per i campioni, a cominciare da Lautaro e Barella; prolungamento dell’accordo con Inzaghi, che ha appena vinto lo scudetto (la firma arriverà nel giro di qualche settimana); più peso a Marotta nella gestione della società. Sono segnali incoraggianti per i tifosi, i quali temevano che - dopo le contraddizioni dell’era Zhang, comunque ricca di trofei - la situazione potesse peggiorare. Oaktree gestirà la società con oculatezza, senza sperperi, con l’intenzione di far quadrare i conti. Normale sia così nel calcio di oggi, difficile dal punto di vista economico; logico a maggior ragione per un fondo di investimento, il cui obiettivo finale è quello di produrre ricchezza. Nello stesso tempo, gli americani hanno intenzione di mantenere alta la competitività dell’Inter, anche perché solo in questo modo un giorno potranno cedere il club a una cifra elevata. Occorrono risultati positivi pure a livello internazionale, oltre allo sviluppo di altre attività che accrescano la solidità della società (a cominciare dallo stadio di proprietà). In questa ottica il fatto che Marotta sia stato nominato presidente, e abbia accettato questa nuova avventura, è una garanzia per il futuro dell’Inter.

Fonte: Gazzetta.it