Manchester, 2022. Lo United ha da poco ingaggiato Erik ten Hag e alla finestra estiva di mercato con il nuovo allenatore si rifà il look. Il primo acquisto della nuova era è Malacia, poi arrivano anche Casemiro e Lisandro Martinez. La punta di diamante è l’ala destra Antony, prelevata dall’Ajax con la cifra mozzafiato di 95 milioni di euro. Ancora oggi la seconda più alta mai spesa dal club inglese. Il brasiliano arriva con la fama di chi ha conquistato l’Eredivisie a suon di gol, assist e giocate da capogiro (proprio sotto la gestione Ten Hag) e di quella stella che può cambiare le sorti di una società in rovina da troppo tempo. Il suo esuberante talento lascia pensare all’inizio di un nuovo vittorioso corso. E invece è l’ennesima illusione. Perché dopo due stagioni e mezzo, soltanto 12 reti e tante controversie Antony ha lasciato l’Inghilterra per andare al Real Betis alla ricerca di riscatto. Almeno lì non lo riconosceranno prima di tutto come “un problema da 95 milioni”. Le vicende extracampo però solo soltanto una parte di questa caduta. Perché Antony ci ha messo anche farina del suo sacco per diventare un problema. Tanta. Quelle giocate (funzionali) da puro brasiliano nei Paesi Bassi sono diventate un’eccessiva ostentazione delle sue abilità in Premier: molti tifosi sui social ricordano ancora quelle strane giravolte su sé stesso con il pallone incollato al piede sinistro, esibite in un match di campionato, davanti a un marcatore che lo guardava perplesso. E quei tiri con cui gonfiava le reti si sono evoluti in esilaranti tentativi sbilenchi o deprimenti gol sbagliati. Il 24enne, inoltre, ha dimostrato a più riprese un’indisciplinatezza fuori luogo. Falli di frustrazione e atteggiamenti da spaccone contro giocatori e squadre avversarie lo hanno reso indifendibile agli occhi dei suoi tifosi e lo hanno fatto diventare uno zimbello sul web. Diventò virale, in quest’ultimo senso, la brutta esultanza con le dita sulle orecchie davanti ai giocatori del Coventry dopo aver vinto i rigori in semifinale di FA Cup lo scorso 21 aprile. Anche in Spagna avranno visto queste immagini, ma al Real Betis sperano che Antony torni a far parlare di sé solo per la sua aura. E in un primo momento va così. A Manchester tira una brutta aria da anni, ma la stagione 22/23 si conclude positivamente. I Red Devils arrivano terzi in Premier, vincono la Coppa di Lega e disputano la finale di FA Cup. Antony deve fare i conti con l’ambientamento in un paese diverso, in un campionato diverso e i suoi numeri rispetto all’anno precedente calano. Nei tiri (da 4.12 a 3.60 per 90 minuti), negli expected assist (da 0.23 a 0.14), nei tocchi nell’area avversaria (da 5.69 a 4.25). Ma restano comunque positivi. Il suo allenatore ci crede (solo in Premier gli dà 1.818 minuti, mai così tanti all’Ajax) e lui risponde con 8 gol e 3 assist fra tutti i tornei. Che si rivelano anche gli ultimi lampi di luce dell’avventura inglese. Nell’estate del 2023 il classe duemila viene travolto dalle accuse di violenza domestica, minacce e lesioni avanzate da un’ex compagna in Brasile. La ragazza lo denuncia alla polizia di San Paolo raccontando di un’aggressione subita e allegando foto di abrasioni e messaggi minacciosi (ad agosto 2024 il caso si è chiuso senza incriminazione). Fatti che inevitabilmente annebbiano la sua mente e lo portano a sembrare un fantasma in campo, dove già le cose non andavano benissimo. Lo United fatica e lui, oltre a capire come incidere, deve pure adattarsi a giocare spesso da terzino sinistro, un cambiamento mai troppo gradito: “Ero un po’ a disagio, anche perché quando la squadra non vinceva volevo essere in attacco ad aiutare. Sul momento mi sentivo infastidito”, ha dichiarato in una vecchia intervista a The Athletic. Come se non bastasse, gli piombano addosso anche le difficoltà di gestire il nuovo stile di vita fatto di soldi e notorietà: “Vengo dal nulla, nelle favelas non avevo scarpe per giocare a calcio e a volte mancava il cibo. Ora posso avere tutto con grande facilità e questo è molto difficile da controllare”. Eccolo l’inizio della fine. “Speriamo che sia la nuova stella dell’Ajax. In questa squadra lottiamo sempre per essere al top, quindi mi aspetto che darà il suo meglio per raggiungere questo livello. Il resto lo vedremo in futuro”. Furono queste le parole con cui Ten Hag, all’epoca tecnico dei lancieri, accolse il 19enne Antony ad Amsterdam prima di scoprirne personalmente le qualità cristalline. Il ragazzo è quel brasiliano lì: rapido, bravo nel dribbling, capace di andare sul fondo e crossare ma anche di accentrarsi e tirare. E fare gol. Alla prima stagione ne fa 10 in 46 partite, a cui aggiunge 10 assist, nella seconda fa ancora meglio con 12 centri. Due di questi (più 4 assist) li realizza in Champions League contribuendo ai sei trionfi consecutivi che hanno reso l’Ajax il primo club olandese a vincere tutte le partite del girone nella storia della competizione. Dal suo arrivo in Eredivisie, al termine dei due campionati giocati e vinti, è il settimo giocatore per numero di assist realizzati (7), l’undicesimo per totale di tiri scoccati (147) e il secondo per reti realizzate da fuori area. La classe di Antony inizia a far rumore e spinge lo United, su impulso di Ten Hag, a spendere quasi 100 milioni di euro per ridare al tecnico il suo beniamino. Dopo innumerevoli acquisti sbagliati sulla fascia destra, il gioiellino degli olandesi sembra essere finalmente l’acquisto giusto.
Fonte: Gazzetta.it