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Roma

La "strana" Roma di Mourinho: tra Dybala e Zaniolo spunta l'usato sicuro Cristante

FRANCESCO FONTANA
La "strana" Roma di Mourinho: tra Dybala e Zaniolo spunta l'usato sicuro CristanteDAZN

La strana partita di José Mourinho, quella non facile di Tammy Abraham, la classe e la sfortuna di Paulo Dybala, la forma super di Zaniolo e il sinistro che non ti aspetti, quello di un centrocampista che non avrebbe neanche dovuto giocare dall’inizio.

Ecco Cristante, il jolly che lavora in silenzio e senza i riflettori puntati, ma che alla fine c’è sempre. Probabilmente saranno questi i pensieri, i “titoli” dei tifosi della Roma dopo la vittoria di Salerno in una serata che ha portato i primi tre punti del campionato, ma anche alcune analisi che vanno soprattutto sui singoli.

Uomini che lo Special One ha guidato dalla panchina, in momenti e modi sorprendentemente diversi: c’è stato il Mourinho del primo e del secondo tempo. Quasi come fosse tutto studiato e calibrato: "Parto piano, lascio fare a loro. Poi, magari, mi diverto anche io", avrà pensato. E in effetti, è andata proprio così.

Gianluca Mancini, difensore Roma, DAZN Italia, 2022-2023, Serie A TIM

Mourinho all'Arechi: sudore e iPhone

Fino all'intervallo non si è mai alzato dalla panchina. E se diciamo “mai”, credeteci: seduto, sempre. Al massimo si sistemava sugli scalini con lo sguardo fisso sul campo e sul suo caro taccuino, senza spazi bianchi già dopo una ventina di minuti.

Il compito di guidare i suoi ragazzi (e, perché no, andare in pressing sul quarto uomo per mettergli un po’ di pressione) è andato a Nuno Santos, ufficialmente il preparatore dei portieri, ufficiosamente la voce che spesso si fa più sentire. Lo sguardo di Mou era inchiodato sul gioco, senza fare una piega. 

Poi, dal 1’ del secondo tempo, la musica è cambiata: costantemente in piedi, grintoso e con la solita garra, quella di chi guida i suoi giocatori come se avesse un telecomando in mano e che si arrabbia per qualche ammonizione, a suo dire, perdonata alla Salernitana (se non fosse così, non sarebbe il vero Mourinho).

Il secondo tempo l'ha veramente “giocato” e non a caso, alla fine, la sua polo era devastata di sudore e le goccioline che cadevano sul suo iPhone gli impedivano di mandare serenamente i messaggi WhatsApp alla famiglia: è servito un fazzolettino per asciugare lo schermo e regalarsi il primo, vero sorriso della serata (messaggio ai figli e/o alla moglie inviato, vero José?).

Questo è stato il Mou dell’Arechi: inizio tranquillo, ripresa e finale da combattente, da Special One. Uno Special One che può coccolarsi i suoi campioni, al netto delle prestazioni che – lui dice – miglioreranno perché siamo solamente al 15 agosto. E pretendere subito la perfezione, sarebbe da pazzi.

Mourinho e Cristante in allenamentoGetty

Cenni e sorrisi

Come quella non particolarmente felice di Abraham, pure leggermente nervoso in un paio di circostanze (abbiamo colto un battibecco con Pellegrini per motivi tattici: ci sta, sono le normali dinamiche di campo): ha giocato soprattutto di sponda, quasi mai con la porta davanti e questo l’ha penalizzato.

Poco male: al momento del cambio con Matic al 68’ l’abbraccio – con tanto di “cinque” – di Mourinho non è mancato. È mancato, invece, il gol dei mancini. Quelli che con il bomber inglese completano il tridente che sta facendo sognare il popolo giallorosso. Ma anche qui, non è tutto da buttare.

Anzi. Zaniolo sbaglia, ok, ma quanto corre, quanto sta bene. E considerando la tantissima sfortuna del recente passato, questa può essere la notizia migliore della trasferta in Campania. Tante smorfie e sguardo al cielo per le occasioni sprecate, ma il cenno di intesa (almeno due fino al cambio al 78’ con Wijnaldum) con panchina e staff medico vale quanto un gol.

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Quello che ha sfiorato anche Dybala (un palo colpito), anche se i lampi della sua classe purissima sono stati parecchi. Idem i sorrisi, in particolare al momento dell’arrivo delle squadre allo stadio: volto sereno, un paio di battute con Pellegrini, un veloce sguardo al telefono e poi, prima di entrare negli spogliatori, concentrazione al top. Per la prima ufficiale con la Roma, va bene così. 

Paulo Dybala all'esordio con la Roma in Serie AGetty

Cristante è l'usato sicuro

“Così così” è stato il mancino di Cristante. "Così così", ma furbo ed efficace, lui che al 33’ ha trovato il guizzo con il piede meno abile: non segnava dal pareggio di Reggio Emilia contro il Sassuolo (13 febbraio 2022), la nuova Roma riparte da lui. Da un tipo che non ama apparire, ma che all’interno del gruppo è fondamentale: tutti, accanto a Pellegrini, domenica avrebbero immaginato Matic.

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Tanti, nel corso dell’estate, addirittura ipotizzavano una sua cessione. Invece no: Cristante è rimasto, ha giocato subito e segnato. E forse non è un caso che la prima vittoria di una Roma che sta cambiando e sognando grazie a un mercato non eccessivo economicamente, ma spumeggiante nei nomi sia arrivata grazie all'usato sicuro. Al sinistro che non ti aspetti. Per i mancini più "famosi", ci sarà tempo.