Error code: %{errorCode}

Calcio

La vera storia della pace tra gli ultras del Milan e dell'Inter. Nel giorno del derby più inutile...

Gasport
La vera storia della pace tra gli ultras del Milan e dell'Inter. Nel giorno del derby più inutile...N/A
Tra gli anni 70 e l'inizio degli 80 infuriano gli scontri tra le tifoserie rossonera e nerazzurra. Ci scappa, inevitabile, il morto. Nel Mundialito estivo del 1983 l'incontro a San Siro tra i leader delle due curve con una stretta di mano che sarebbe stata onorata (casi episodici a parte) nei successivi 41 anni

Ad avvicinarli fu il derby meno importante e sentito della storia, quello del Mundialito del 1983, poco più di un’esibizione tra Milan e Inter. Prima erano botte e agguati senza pietà, assalti e feriti, “scontri in ogni angolo della città”, come riporta una fanzine della Curva Sud ritrovata a terra, sgualcita ma non ancora calpestata, il giorno dopo l’ultima giornata di campionato. Il racconto dell’organo di comunicazione della parte più calda della tifoseria del Diavolo è interessante e trova sponda nei ricordi di chi, oltre quarant’anni fa, stava dall’altra parte di San Siro, nella Curva Nord.  Questa è la storia della serata in cui fu sancita la pax ultrà rossonerazzurra che dura ormai da più di 41 anni. Tra alti e bassi eh, gli episodi di violenza ci sono stati anche in questi decenni (basti pensare al pugno che in un derby del 2009 spappolò un occhio a un tifoso interista, Virgilio Motta, morto suicida tre anni dopo, forse perché non si riprese mai da quella tragica serata), ma sono stati molti di più i pugni e i calci che si sono dati in campo i calciatori di quelli che hanno smesso di darsi i tifosi, soprattutto gli ultras. Mai più violenza tra interisti e milanisti, e a deciderlo furono i capi dell’epoca proprio in una delle pochissime stagioni in cui le due squadre non si affrontarono in campionato (i rossoneri erano finiti in B l’anno prima). Il Mundialito o Coppa super clubs (un’invenzione di Silvio Berlusconi, diretta delle gare su Canale 5), edizione 1983, è già in archivio, l’ha vinto la Juve. Milan e Inter si sfidano la sera del 2 luglio nell’ultima inutile partita del torneo ma sono penultima e ultima in classifica: la stracittadina non serve a nulla se non a far sfogare per l’ennesima volta le due tifoserie, fieramente e violentemente l’una contro l’altra. 

Due anni prima, proprio al derby estivo del Mundialito, la rissa tra le due tifoserie era stata pesantissima (a più riprese, in diversi momenti e settori dello stadio, come testimoniano i numerosi reperti fotografici reperibili sul sito Magliarossonera.it). Pesantissima e mortale. L’ultras interista Vittore Palmieri, 21 anni appena, colpito al pancreas, era finito in coma ed era morto tre mesi dopo. I giornali dell’epoca riportarono la reazione del papà del ragazzo che, in lacrime, andò alla sede dell’Inter a restituire l’abbonamento stagionale: no, andare allo stadio non era proprio più possibile. E prima ancora erano stati i durissimi anni 70 i testimoni di scontri continui tra le due fazioni, sempre senza esclusione di colpi, sempre lasciando a terra feriti dall’una e dall’altra parte. E nel mezzo ci finivano pure gli impauriti concittadini, che già tremavano a girare per le strade di Milano tra terrorismo rosso, nero e proteste studentesche.  E forse fu proprio il mortale epilogo dell’ultima di quelle folli violenze calcistiche tutte milanesi a far nascere l’idea di una pace che avrebbe fatto bene a tutti, soprattutto al resto della città che non riusciva più a godersi un derby senza il timore di finire in mezzo al delirio ultrà. E così mentre la parte calda della tifoseria rossonera è già pronta all’ennesimo scontro, e gli interisti si preparano a rispondere, proprio mentre i ragazzi si armano per lo scontro, quel 2 luglio tre capi ultrà dell’Inter, tra questi c’è Franco “Franchino” Caravita, decidono di chiedere udienza alla controparte. Che accetta. Cosa si dissero i leader dell’epoca, lato rossonero è presente il “barone” Giancarlo Capelli (l’uomo in arancione in mezzo alla marea nera della Sud dei giorni nostri, l’unico cui è concesso di vestire in modo diverso) non è dato sapere, ma la stretta di mano - in Curva Sud, settore in cui avvenne l’incontro - ci fu, ratificata da un successivo incontro più ufficiale tra i rappresentanti principali delle due curve.  E da allora tornò il sereno: e forse è sempre in conseguenza di quella pace, di quel patto di non belligeranza che (episodi isolati a parte) non ci sono più stati scontri tra ultras rossoneri e nerazzurri, forse è grazie a quella stretta di mano che prima l’Inter, poi il Milan, poi di nuovo l’Inter hanno potuto festeggiare negli ultimi anni lo scudetto per le vie cittadine insieme ai propri tifosi senza alcun problema d’ordine pubblico, senza altri morti. Tutto grazie a quella stretta di mano a San Siro in una calda serata di luglio del 1983. Prima di un derby che proprio grazie a quella stretta di mano non fu poi tanto inutile.  Due post scriptum: il primo è che in questo articolo si è scritto della pace tra ultras di Inter e Milan, sancita nel 1983 e mantenuta fino ai giorni nostri, ma questo non vuol dire che le due frange abbiano fermato nei decenni successivi la violenza contro altre tifoserie in Italia e all’estero (due esempi su tutti, l’ascolano Nazzareno Filippini che morì dopo una rissa con ultras nerazzurri nel 1988 e il genoano Vincenzo Spagnolo accoltellato a morte nel gennaio 1995 dai milanisti, anche se l’omicida aveva simpatie… juventine). All’interno delle due curve negli ultimi anni è poi successo di tutto, nella Nord gli assassinii prima del capo ultrà Vittorio Boiocchi reduce da 26 anni di prigione e che si era ripreso la curva e poi del rampollo di una ‘ndrina calabrese, Antonio Bellocco, ammazzato lo scorso settembre da un altro capo ultrà, Andrea Beretta. Nella Sud l’arresto (anzi, gli arresti) del “joker” Luca Lucci, il re incontrastato della curva, per narcotraffico. E infine l’inchiesta “Doppia curva” che subito dopo l’omicidio Bellocco ha decapitato i direttivi della Nord e della Sud, seppur con capi di imputazione diversi. Insomma, la violenza nelle due curve non è certo finita con quella stretta di mano, ma di certo almeno all’interno della città è scomparsa. Il secondo post scriptum è che, per la cronaca, al Meazza quella sera di 41 anni fa vinse il Milan 2-1 con doppietta di Serena e rete di Altobelli.

Fonte: Gazzetta.it