Salvate il soldato Lautaro. Già stanco adesso, dopo una stagione in cui è stato spremuto da Simone Inzaghi come diversi altri titolari, il Toro ha davanti a sé altri 14 mesi praticamente senza soste. Un destino comune a tutti i nazionali nerazzurri, ma qui si parla del capitano che in questa annata è stato in campo 3346 minuti con il club (2552' in campionato, 531' in Champions e 263' tra Coppa Italia e Supercoppa) e 349 con la nazionale. Quell'Argentina che la scorsa stagione l'aveva portato sul tetto del mondo, ma a costo di altre fatiche e di vacanze sempre più corte. E proprio qui sta il punto. Perché Lautaro appena finito il campionato avrà solo qualche giorno per staccare, prima di presentarsi al raduno della Seleccion che il 20 giugno (dopo due amichevoli, il 9 e il 14) esordirà in Coppa America. Il torneo finisce il 14 luglio e dieci giorni dopo scatta il torneo olimpico (fino al 10 agosto).
Appuntamento facoltativo che il club cercherà di impedire, ma resta il fatto che il Toro poco tempo fa aveva rivelato che non avrebbe detto di no a Mascherano, c.t. dell'Olimpica, se decidesse di chiamarlo come uno dei tre fuoriquota. La Serie A scatta il 17 agosto, con tre turni prima della sosta per le nazionali. Se Lautaro andasse a Parigi 2024, trovare le tre settimane di ferie diventerebbe un rebus e, complice la preparazione, l'esordio slitterebbe a settembre. Mese in cui inizia pure la nuova Champions League, che prevede due partite in più nel girone (per la prima volta si giocherà anche a gennaio, il 22 e il 29) e il divieto di fare calcoli se si vuole arrivare alla fase a eliminazione. La finale - una fissazione nella testa non solo del Toro - è in programma il 31 maggio mentre il campionato dovrebbe finire a inizio giugno. Basta così? No, perché - senza dimenticare la Coppa Italia e la Supercoppa, dal 3 al 7 gennaio - il 15 giugno negli Stati Uniti inizierà il nuovo Mondiale per Club che durerà un mese.
Lautaro insomma potrebbe arrivare al momento clou strizzato come un calzino. Destino peraltro comune a tutti i big di Inzaghi. Il quale non a caso chiede una rosa più ampia ma dovrà anche "aiutarsi" cambiando la gestione del gruppo a livello di minutaggio. Anche in società infatti gli hanno fatto notare che nella prossima stagione dovrà dosare diversamente le risorse, alzando il minutaggio delle seconde linee per evitare che i big arrivino in apnea a marzo-aprile. Il paradosso Mkhitaryan - a 35 anni titolare da 23 partite consecutive, ma è anche l'unico dei big che in estate non avrà impegni con la nazionale, essendosi ritirato - è solo la punta dell'iceberg. Senza trascurare che alcuni nuovi come Frattesi, Bisseck, Buchanan e Carlos Augusto al secondo anno potrebbero accettare meno volentieri il part time. E la compattezza dello spogliatoio è stato uno dei segreti dello scudetto...
Fonte: Gazzetta.it