La vittoria perfetta non esis... fermi tutti: esiste, esiste eccome. Perché adesso sì che tutti si sbilanciano. Adesso sì che tutti in casa Inter parlano di derby come occasione, da Inzaghi fino ai giocatori. Prima no, non si poteva dire, nel regno della scaramanzia funziona così. Adesso c’è da fare. E fare bene, in maniera perfetta appunto. Vincere il derby. Derby contro la seconda in classifica che vale uno scudetto. E scudetto che vale la seconda stella. Eccola qui, la perfezione dentro 90 minuti da giocare a mille all’ora. "Vincere il derby e il campionato nello stesso giorno è davvero un’occasione pazzesca", ha confessato Mkhitaryan. L’Inter avrà un solo modo per moltiplicare la sua gioia ed è quello di inseguire i tre punti. Meglio così, per avere il massimo delle motivazioni possibili. Inzaghi ci arriva con tutta la rosa a disposizione, senza neppure un infortunato o uno squalificato. E in campo andrà la squadra migliore, senza margini di errore: è l’undici che ha dominato il campionato. E a guidare sarà Lautaro.
A proposito della ricerca della perfezione: aggiungi agli elementi di cui sopra, la voglia del Toro di esultare con la fascia di capitano al braccio. Con un titolo di capocannoniere in tasca. E, per di più, esultando per la sesta vittoria consecutiva, ribadendo la superiorità cittadina. L’Inter ha voglia di affrontare questa partita proprio come una finale. Come uno scontro diretto, come quelli della scorsa stagione in Supercoppa o in Champions League. Lautaro ha fissato in agenda l’appuntamento del 22 aprile. Non segna in campionato dal 28 febbraio, ha diversi motivi per avercela (sportivamente, s’intende) con il Milan. Perché poi tiene a smentire anche quell’antipatica etichetta che qualcuno gli ha messo addosso, ovvero la scarsa propensione a segnare nelle partite importanti. Un paio di settimane fa, dal ritiro dell’Argentina, rispose in questo senso proprio all’ex milanista Costacurta, ricordando la rete in Champions di un anno fa. L’obiettivo è dichiarato, allora: aggiungere la lode a un campionato da dieci in pagella, per Lautaro e l’Inter tutta.
Inzaghi è uomo derby, sa come si gestiscono certe attese e certe vigilie. In settimana chiederà alla squadra la massima attenzione ai dettagli, la disponibilità al sacrificio e una rinnovata capacità di blindare la propria porta, caratteristica che pare smarrita nell’ultimo periodo. I nerazzurri avranno un vantaggio fisico che dovrà essere una componente da sfruttare, nelle idee dello staff tecnico, visto che il Milan tra due giorni sarà impegnato all’Olimpico nel ritorno di Europa League contro la Roma. Ecco perché la pazienza, la voglia di non strafare e di aspettare l’occasione giusta sarà fondamentale per il risultato. Chiamiamola ricerca della felicità: l’Inter non ha voglia di risparmiarsi, ha voglia di vincere il prima possibile questo scudetto. E poi c’è un aspetto a cui Lautaro, da capitano, tiene particolarmente. Il feeling tra squadra e tifosi lungo tutta la stagione è stato esemplare, quasi ideale. L’Inter, con 72.888 spettatori di media a partita, è la squadra che ha portato più gente allo stadio in questa stagione.
Ecco: Lautaro e compagni hanno il desiderio di fare un ultimo regalo ai tifosi, un modo ulteriore per ringraziarli che vada anche oltre lo scudetto. In fondo, è proprio come quando organizzi una festa: vuoi che tutto sia fatto per il meglio, vuoi che i tuoi invitati passino una serata indimenticabile. La serata perfetta, è giusto dire. Che si allunga anche sulla prossima stagione. Ecco qui, l’ultimo punto nella testa di Lautaro e soci: quello di lunedì è l’ultimo derby di questa stagione ma è probabilmente già il primo della prossima. Siamo nel campo della psicologia sportiva, ma la sesta vittoria consecutiva nella stracittadina complicherebbe anche la strada del Milan in futuro. Con quale testa i rossoneri scenderebbero in campo al primo incrocio del prossimo anno? Per carità, le serie sono fatte per essere interrotte. Ma qualcosa portano in dote, inevitabilmente. Vincere derby e scudetto insieme sarebbe un qualcosa di memorabile. Tanto per dire: a Londra, nel 2004, l’Arsenal festeggiò il titolo proprio contro il Tottenham a White Hart Lane. E ancora oggi c’è un coro Gunners che ricorda l’evento. Il coro per la seconda stella, in casa nerazzurra, è già pronto. È stato già accennato due sere fa contro il Cagliari, ma non ha portato benissimo. Magari lunedì...
Fonte: Gazzetta.it