C’erano i derby dei gemelli del gol Pulici e Graziani: facevano impazzire la fortissima difesa bianconera degli anni 70, Gianni Arpino s’inventò il “tremendismo” del Torino per raccontare dell’orgoglio di una maglia. C’erano i derby di Platini, spesso implacabile, quando la Juve dei campioni del mondo più il francese e Boniek conquistava l’Europa ma soffriva le stracittadine. Questo è un derby in un’epoca di transizione: due allenatori nuovi, Thiago Motta e Paolo Vanoli, la Juve in totale rifondazione, il Torino che sta ridisegnando un futuro giovane. Ci vuole gente da derby per una partita così. In un calcio sempre più organizzato e collettivo, con schemi mandati a memoria e ricerca di equilibri e sostenibilità, di attaccanti che devono “coprire”, Conceiçao è una ventata di anarchia che arriva dal passato.
Le chiamavano ali. Ricevevano la palla sulla fascia e partivano in dribbling, a testa bassa, palla al piede, puntando la porta prima di scegliere la soluzione: tiro o cross. Forse il portoghese dovrebbe migliorare la precisione dei passaggi, ma in questa Juve che entra in area in punta di piedi è lui che scardina difese schierate. Divertente, non sempre marcabile. Lazaro dovrà raddoppiare Masina per limitare i pericoli a destra dell’attacco bianconero. Ma anche Lazaro sarà una bella preoccupazione per la difesa bianconera. L’austriaco è uno degli insostituibili di Vanoli, undici volte su undici in campo: sembra la sua stagione migliore. L’anno scorso il Toro spingeva soprattutto a destra con Bellanova, adesso cerca spesso soluzioni offensive sull’altra fascia: con Zapata era inevitabile cercare il cross alto, ora Sanabria e Adams chiedono più dialogo a palla bassa. Savona è avvisato e Locatelli dovrà muoversi in orizzontale per aiutare il giovane compagno.
Perdere Zapata per il Toro è stata una brutta botta. Sarebbe stato lui uno degli uomini chiave del derby (e non solo del derby). Sanabria è uno di quelli che più soffre questa “solitudine”: con il colombiano poteva muoversi liberamente, arretrare, anche se per Vanoli era importante che i due restassero il più possibile vicini. Con Adams l’intesa va ricalibrata, sempre se lo scozzese giocherà. Vanoli sta anche pensando a Njie. Sanabria non ha incantato nelle ultime giornate, ma è già a quota due gol e la Juve rievoca bei ricordi: due centri nel suo primo derby, con Nicola in panchina. Il riscatto può passare dalla Juve. Il paraguayano si muove sul centro tendente a destra, zona in cui l’incrocio con Cambiaso potrebbe anche essere frequente. Se Conceiçao è l’imprevedibilità di Motta, l’esterno azzurro è una chiave tattica modernissima: Cambiaso parte indifferentemente da una delle due fasce, domani dovrebbe essere quella sinistra, ma spesso si accentra per aiutare in regia Locatelli, lasciando così spazio alle fughe di Thuram. Nelle oscillazioni di rendimento frequenti della Juve, Cambiaso garantisce continuità. Un giocatore quasi unico nel campionato per la varietà di soluzioni che può offrire a gare in corso, permettendo di cambiare sistema in ogni momento. Lo sa anche Spalletti.
Quello che è mancato alla Juve è il vero Koopmeiners: per Motta sarebbe stato un Ferguson al quadrato. Con Gasp l’olandese impressionava per il gioco a tutto campo e le entrate in area quasi calpestando il terreno in progressioni irresistibili. In questa Juve si vedono poche entrate dal centro, anche per la scelta di tenere largo Yildiz. A volte Thuram spacca le linee difensive, ma sarebbe la specialità di Koop far breccia in mezzo. Qualcosa s’è visto a Lilla. Più di qualcosa: due gol annullati per fuorigioco e altri due tiri fuori. Però il movimento era finalmente quello giusto, il Toro dovrà compattarsi al centro. Neanche il Vlasic visto fin qui è quello che Vanoli si aspettava. Ma il croato sta progredendo. La a mediana di domani nel derby, con Ricci play centrale e Ilic mezzala destra, dovrebbe essere l’ideale per lui, più libero di entrare da trequartista, avvicinandosi a Sanabria e Adams, in fase di possesso palla, e poi rientrante in mezzala dove dovrebbe vedersela con le lunghe leve di Thuram. Vlasic è un 10 moderno, ha i colpi da 10: e l’idea di Vanoli è passare al 3-4-1-2, in corso di partita, con il suo movimento in avanti. Vlasic è l’uomo che può creare superiorità, deve crederci anche lui.
Fonte: Gazzetta.it