Come sarebbe finita, lui (forse) lo sapeva già all'intervallo. Quando al Bluenergy Stadium i tifosi dell'Udinese sognavano tre punti fondamentali per la salvezza e molti di quelli dell'Inter pensavano che conquistare la seconda stella nel derby di lunedì 22, a quel punto, sarebbe stato complicato. Simone Inzaghi dopo la fine del primo tempo è rientrato negli spogliatoi con le idee molto chiare e non ha avuto bisogno di alzare la voce per aiutare la sua squadra a ribaltare un risultato che la vedeva sotto per 1-0. Il tecnico di Piacenza si è limitato a chiedere a Lautaro e compagni di stare tranquilli, di continuare a giocare in quel modo ovvero esprimendo il calcio che li ha contraddistinti per tutta la stagione.
Ha aggiunto che un'altra rimonta come quella all'Olimpico contro la Roma era possibile e già all'intervallo ha preannunciato il cambio di modulo in corsa, con l'inserimento di Sanchez e il 3-4-1-2 molto offensivo visto nel finale. Inzaghi ormai conosce bene il gruppo, sa come gestire certi momenti e alla luce della prestazione offerta nella prima frazione, con un gol "regalato" e alcune occasioni fallite di un soffio, era consapevole che serviva più la carota del bastone. Per questo ha chiesto calma e lucidità.
Si è sforzato di allontanare la pressione che qualcuno stava iniziando a sentire con il traguardo ormai a un passo. Ha fatto notare che anche nella prima frazione era stata l'Inter a fare la partita e che nella ripresa sarebbe stato necessario avere più concretezza sotto porta e commettere qualche errore in meno nei passaggi. Inzaghi però è andato anche oltre: ha spiegato che se l'Udinese avesse continuato ad arretrare il raggio d'azione, anche perché priva di attaccanti, avrebbe utilizzato il 3-4-1-2, con Sanchez dietro le due punte, e ha tenuto sulla corda tutta la panchina spiegando che voleva il massimo da tutti i giocatori a disposizione. La mossa legata al cileno l'ha messa in pratica a un quarto d'ora dalla fine, quando già aveva gettato nella mischia il match winner Frattesi, ma l'ultimo tassello lo ha posizionato al posto giusto a nove minuti dal termine, quando ha puntato su Arnautovic.
L'austriaco era a corto di minuti dopo l'infortunio che lo ha tenuto fuori anche al ritorno in Champions al Metropolitano, ma ha comunque dato qualità con il colpo di tacco che ha armato il tiro di Lautaro deviato sul palo da Okoye. Su quel pallone è arrivato il tap in dell'ex centrocampista del Sassuolo che in pieno recupero ha firmato il 2-1. Le sostituzioni, dunque, ancora una volta decisive. Come già altre volte è successo in questa stagione. Quei cambi per i quali Simone spesso veniva criticato in passato. Sembra passata un'eternità e invece sono trascorsi appena 12 mesi...
Fonte: gazzetta.it