L'annata è più che positiva, anche se magari all'appello manca qualche gol, specialmente in campionato. Ma di certo per Leao questa è stata una stagione di crescita, anche (e forse soprattutto) dal punto di vista caratteriale. Com'è facile dedurre leggendo le sue parole, che di questi tempi scorrono copiose. "Voglio essere l'esempio di qualcuno che ha fatto vedere tutta la sua personalità dentro e fuori dal campo - ha detto a 'Undici' -. Io sono una persona che non vuole fare solo una cosa. Mi piace fare musica, mi piace fare foto, e lo faccio perché è una cosa che mi piace". Prosegue: "Mi sono accorto di essere più forte degli altri quando ero piccolo - racconta l'attaccante del Milan -. Giocavamo tra bambini, ma io facevo cose diverse rispetto agli altri. Poi a 18 anni, quando sono arrivato in prima squadra, lì nella mia testa ho pensato: forse posso arrivare a un grande livello nel calcio".
Poi confessa: "Non mi piace molto parlare con i giornalisti e con le tv, vedere la mia faccia sui media. Però quando ero più giovane era peggio. La mia strategia è stata sempre essere me stesso. Stare sempre con le stesse persone, la mia famiglia, gli amici del mio quartiere a Lisbona. E poi ci sono i compagni, la mia seconda famiglia: sono loro che sono vicini a me quando le cose non vanno bene". E sulla scelta di scrivere "Smile", la sua autobiografia, aggiunge: "È l'opportunità, per le persone che non mi conoscono, di capire la mia personalità. È più o meno un regalo da parte mia a tutte le persone che tifano, i bambini, i giovani, quelli che vogliono arrivare a un alto livello di calcio o anche altri lavori della vita".
Fonte: Gazzetta.it