Lo racconta sempre. La sua vita ha un prima e un dopo. Il prima era già considerevole: vita da campione calcistico ai massimi livelli. Ma il dopo è qualcosa che ti cambia proprio le coordinate esistenziali: diventare leggenda.
Fabio Cannavaro è uno degli eroi del Mondiale 2006, anzi forse l’eroe più rappresentativo. Quell’anno vinse anche il Pallone d'Oro, risultato pazzesco per un difensore. Ma soprattutto, fu lui ad alzare la Coppa al cielo. La sua “Bambina”. E da lì in poi niente è potuto mai essere come prima.
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Eroe nazionale dal 2006
Ed è emozionante passare del tempo con un eroe nazionale, uno che verrà per sempre ricordato nella storia dello sport e della cultura italiana.
Vedi i suoi occhi azzurri e davvero assapori l'italianità, quell'azzurro che ci accomuna tutti e ci fa essere tanto orgogliosi di noi, non spessissimo ma in modo folgorante quando avviene. Retorica? Forse un po' sì, ma qua si può concedere!
Nella nuova puntata di Linea Diletta, siamo voluti tornare dove tutto è partito. Napoli. Fuorigrotta. Anzi rione La Loggetta. Zona molto popolare, dove si respira l'aria di un'Italia verace e lontana nel tempo.
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Da dove tutto è partito
Qui è dove Fabio è nato e cresciuto, dove da bambino giocava a calcio in mezzo alle auto, dove con gli amici faceva arrabbiare i negozianti, gli stessi negozianti che dopo il trionfo 2006 si sono presi un pezzetto di merito e di vanto "per non aver interrotto il gioco di Fabio chiamando i vigili come avremmo potuto fare"... ahah.
Ascoltare Fabio che si racconta a Diletta è davvero un'esperienza forte. In via Mario Gigante, sul citofono c’è ancora scritto "Cannavaro": mamma Gelsomina non ha mai voluto trasferirsi da qui.
E Fabio è davvero emozionato nel mostrarci il balconcino dove giocava o la terrazza dove finivano tutti i palloni calciati da Fabio and co. Tra l’altro quasi tutti i co. sono stati presenti alla finale di Berlino: il nuovo Muro di Berlino, Fabio, li ha voluti tutti con sé.
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E camminare per le vie di Fuorigrotta, col sorriso iconico di Fabio che lampeggia salutando gente di un passato lontano ma ancora tanto vivo nei suoi ricordi, è davvero un tocco di poesia. Ed un messaggio importante per tutti i bambini italiani, in particolare di Napoli: "Ce la potete fare".
Dopo aver salutato una mamma di un suo compagno di calcio dei pulcini affacciata alla finestra, Fabio ci porta nel campetto dove giocava da bimbo, dove si faceva male, dove oggi i bambini si fanno un po' meno male perché lui l’ha fatto risistemare: dove c’era l’asfalto, ora c’è un terreno sintetico più adatto agli urti.
E poi, lì dietro, l'orizzonte che va verso il mare con il teatro dei sogni di Napoli: quello che era il San Paolo! Oggi è lo stadio Diego Armando Maradona e la magia è la stessa, quella di bambini che sognano di poter vestire un giorno la maglia del Napoli.
E Fabio è andato ben oltre. Napoli, poi titoli internazionali col Parma. Poi la Juve, il Real Madrid dei Galacticos e in mezzo il titolo più ambito. In azzurro. E diventare leggenda mondiale. Wow.
E tutto è partito da qui.
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Il futuro di Cannavaro allenatore
Ma tutto mica è finito, oh. Fabio è proiettato nel futuro. Oggi è allenatore con ottimo palmares, tutto maturato in Estremo Oriente, che aspetta la grande occasione. In Italia. Ma anche in Europa. È affascinato dalla Bundesliga. Ha avuto chiamate e discorsi avviati da e con club spagnoli e inglesi. Però non ha fretta. Sa quanto vale e sa quanto sia complessa la carriera di un coach. Aspetta la chiamata giusta.
E nella seconda parte dell’intervista di Diletta, siamo riusciti a scoprire molto del mondo del Fabio allenatore: le ispirazioni, il quadernetto degli appunti sul quale annotava gli insegnamenti di Lippi, Capello, Zaccheroni e Malesani, le idee tattiche, il suo rapporto coi dati sempre più incisivi nel calcio moderno ma l’importanza di preservare l’istinto dei giocatori, qualche pensiero sulla crisi del calcio italiano... "I bambini giocano poco. Tutto parte da lì. Quanti bambini vedete giocare in strada? È proprio un dato statistico: le ore passate con il pallone tra i piedi sono molte molte meno di quanto sia mai avvenuto in passato".
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E per la seconda parte dell'intervista, Diletta ha portato Fabio su una terrazza con vista Vesuvio: dentro la "cartolina" di Napoli, c'è una cartolina italiana che comprende uno dei più grandi campioni della storia azzurra.
Ah, siamo riuscito a seguirlo con la telecamera anche sullo scooter che l'ha portato da Fuorigrotta alla terrazza panoramica... un'esperienza totalmente napoletana per un campione nato e cresciuto qui nel periodo più eccezionale della storia sportiva della città, l'"epoca Maradona".
Insomma, già girare la puntata è stata un'esperienza memorabile: vederla non può che regalarvi un pochino di questa sensazione.
Quel benessere che trasmette il sorriso del nuovo Muro di Berlino. La leggenda, sì, ma è lo stesso Fabietto cresciuto alla Loggetta.