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UEFA Europa League

Lo Shakhtar sfida il Rennes: un match che vale più di un playoff di Europa League

Bruno Bottaro
Lo Shakhtar sfida il Rennes: un match che vale più di un playoff di Europa LeagueDAZN

“You matter, don’t give up.”

Sulla felpa di Mychajlo Mudryk, le parole raccontavano già tutto. Il ragazzo prodigio, acquistato dal Chelsea per 100 milioni, si è presentato così ai suoi ex compagni dello Shakhtar Donetsk a Varsavia, dove gli ucraini scenderanno in campo giovedì 16 febbraio contro il Rennes. In gioco ci sono i playoff di Europa League, ma evidentemente, sotto sotto, c’è qualcosa di più.

Mudryk a Varsavia per sostenere lo Shakhtar

Il giorno prima Mudryk era a Londra, impegnato nel derby contro il West Ham: è stato uno dei ragazzi più chiacchierati dell’ultima finestra di mercato, ma non ha resistito a una toccata-e-fuga a Varsavia per salutare i ragazzi con cui è cresciuto, e con cui ha iniziato un campionato logisticamente assurdo.

MudrykGetty

In Ucraina si gioca, dalla scorsa estate, soltanto nelle zone più a ovest del Paese: Leopoli e Kiev ospitano le squadre dell’est, sfollate dalla guerra. Un gioco familiare per lo Shakhtar, che vive la sua quotidianità così dal 2014, quando ha lasciato Donetsk per diventare la squadra-simbolo dell’esilio.

Quella in cui si sono riconosciuti i cittadini che hanno dovuto lasciare l’Est per trovare ospitalità ad Ovest. Una situazione peggiorata comprensibilmente negli ultimi mesi. Eppure, nonostante tutto, il calcio ucraino vive.

Parte dei 100 milioni di Mudryk all'esercito ucraino

Un grande sospiro di sollievo per lo Shakhtar, in ovvie difficoltà finanziarie, è arrivato proprio dalla cessione di Mudryk, che ha ricordato a tutt’Europa che c’è ancora del talento da quelle parti (e va considerato: sottotraccia un altro gioiello nazionale, Tsygankov, si è trasferito al Girona).

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Dei 100 milioni per Mudryk, intanto, si sa che una buona parte verrà girata addirittura all’esercito ucraino: diventa impossibile far finta che calcio e politica siano due cose separate, diverse e mai collegate. S’intrecciano ora e continueranno a farlo, a maggior ragione a quasi un anno dal 24 febbraio 2022, inizio dell’invasione in larga scala dell’Ucraina.

Come arriva lo Shakhtar al match di Europa League

12 mesi dopo, il 16 febbraio 2023, lo Shakhtar Donetsk si gioca tutto nella doppia sfida al Rennes: in “casa” a Varsavia, innanzitutto, per trovare speranza in vista della trasferta francese. Potrebbe essere una delle ultime partite europee di questa stagione per una squadra ucraina, con il solo Dnipro-1, in testa al campionato prima della pausa, rimasto nei giochi in Conference League.

La strada è in salita: la pausa invernale ha imballato le gambe dei giocatori, la cui testa è inevitabilmente anche altrove. Eppure la qualità dello Shakhtar può fare la differenza, nonostante tutto, e nonostante la perdita determinante del suo gioiello d’oro ceduto al Chelsea.

Roberto De Zerbi non è più l'allenatore dello Shakhtar DonetskGetty

Lo Shakhtar dei brasiliani è solo un lontano ricordo

Allenato dal croato Igor Jovicevic, subentrato a De Zerbi dopo la scorsa stagione, il club ha riportato in patria l’ex nazionale Rakitskyi, rocciosa colonna difensiva; la qualità offensiva non è più quella dei tempi d’oro, dello “Shakhtar dei brasiliani”, a maggior ragione dopo la cessione di Mudryk, giocatore con più gol e assist dell’intero roster.

Perso il numero 10, rimane il burkinabé Lassina Traoré, uno dei pochi stranieri della squadra, punta su cui Jovicevic fa assoluto affidamento. A centrocampo il resto ce lo mette la leadership di Taras Stepanenko, che con la fascia di capitano si trova il delicato compito di tenere la barra dritta di una barca che è rimasta in piedi a fatica. 

Nonostante l’esilio del 2014. Nonostante la guerra del 2022. “You matter, don’t give up.” Lo Shakhtar Donetsk è lì, e se la può ancora giocare in un turno playoff del grande calcio europeo. Sembra poco, ma a pensarci bene è tantissimo.