Il Barcellona sono io. Anche da allenatore del Psg. E' un Luis Enrique totale quello che si appresta a sfidare la sua ex squadra, la sua patria calcistica di cui rivendica l'unica rappresentanza. Non c'è di fatto confronto neanche con Xavi, il suo ex giocatore e compagno di squadra, che però Luis Enrique dice di “non conoscere”, come allenatore. Uno schiaffo senza timori, a poche ore dal quarto di finale di andata di Champions League, in programma domani al Parco dei Principi. Lo dice tre volte, Luis Enrique, perché le cose siano chiare e definitive. La domanda, legata a una sfida particolare, era finalizzata a far capire chi fosse il vero rappresentante dello spirito calcistico catalano: Luis Enrique o Xavi? L'allenatore del Psg, che non nasconde una certa emozione nello sfidare la sua ex squadra, che “ama al 100 percento”, ha però negato ogni interpretazione sull'eredità blaugrana: “Senza alcun dubbio, io rappresento lo spirito catalano del calcio. Non è un'opinione, lo dicono i dati: il possesso palla, i gol, il pressing alto, i titoli, i trofei. Rappresento meglio il Barcellona anche se altri pensano il contrario, ma lo ripeto: senza alcun dubbio, io”.
E così si accende la sfida tra Psg e Barcellona, che Luis Enrique trasforma in una sorta di ring contro il tecnico rivale, magari anche per togliere pressione ai suoi giocatori, considerati favoriti, in un momento migliore, anche se da un punto di vista storico, è il club catalano a vantare più esperienza e successi di prestigio nella massima competizione europea. Un trofeo che Lucho vinse solo nel 2015 e che intende riprendersi, magari per impostare un ritorno nella sua Barcellona, al posto dell'ex collega e suo ex giocatore che invece ha annunciato di volersene andare. Anche se a Parigi sono sicuri: il ciclo di Lucho è solo all'inizio. Intorno alle 18 attesa la replica di Xavi.
Fonte: Gazzetta.it