C’è quella cosina, laggiù in fondo, che proprio non si riesce a digerire. Per carità, non rovina la cena, il campionato è... stellato e memorabile. Ma la Champions non esce dalla testa di nessun interista: giocatori, allenatore, dirigenti e tifosi. A maggior ragione dopo aver dato un’occhiata a come sono andati questi quarti di finale: l’Inter sente di aver perso un’occasione, perché ci sarebbe stata bene al posto del Dortmund, per intendersi. Si badi bene: non è un sentimento negativo, il rimpianto. Perché dà la spinta per fare ancora meglio in futuro, proprio come Bastoni ha raccontato alla Gazzetta la scorsa settimana: «Se non siamo passati vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa, è un motivo in più per riprovarci il prossimo anno». Come? Proviamo a sintetizzarlo in tre punti.
Il primo punto chiama in casa il mercato. E la necessità, più volte sottolineata, di allungare il più possibile la rosa di Simone Inzaghi. La società è già al lavoro, ha già inserito virtualmente Taremi e Zielinski e vuole regalare al tecnico un’alternativa importante in più in avanti e dietro. In attacco l’islandese Gudmundsson piace da impazzire, per crescita e caratteristiche, proprio quelle che mancano nell’organico nerazzurro. Il timore del club è che sul giocatore arrivi un’offerta dalla Premier che renda l’affare impraticabile. Ma sarà una pista che la società nerazzurra ha in testa di battere fino in fondo. Poi c’è il capitolo difensore. Perché l’Inter ha in testa di puntellare il reparto. E dalla Spagna è rimbalzato il nome di Nacho, che ha comunicato al Real Madrid che a giugno si svincolerà. Il giocatore è stato proposto ai nerazzurri, il profilo sarebbe perfetto, ma la pista ad oggi non è calda perché proprio Nacho avrebbe in testa un altro tipo di soluzione per il suo futuro, ovvero un campionato meno competitivo e lontano dall’Europa.
Oltre il mercato, c’è la gestione delle forze. Che si può suddividere in due diversi temi. Il primo riguarda la preparazione fisica: si va verso una stagione inedita, che durerà 11 mesi e in cui si giocheranno più partite. Vorrà dire che qualcosa in termini di preparazione andrà ritoccato. La corsa scudetto ha portato via tante energie: in qualche modo l’Inter ha pagato dazio specie nel ritorno con l’Atletico a Madrid. Altro tema, la gestione del turnover, che da parte di Inzaghi dovrà essere ancor più accentuato, anche a costo di rinunciare più spesso ad alcuni totem (Lautaro, Thuram, Barella, Mkhitaryan...). La testa E poi c’è l’esperienza. L’Inter si è ormai abituata ad arrivare alla fase a eliminazione diretta, da tre stagioni di fila funziona così. La prossima stagione cambierà la formula del torneo, ma l’obiettivo resta lo stesso: giocarsi la fase decisiva dalla primavera in poi. È anche per questo che Inzaghi chiede che il gruppo portante della squadra non venga ritoccato: la testa ha un valore, la rabbia Atletico se ben canalizzata può fare da volano per arrivare alla finale di Monaco nel 2025.
Fonte: Gazzetta.it