È tutto scontato solo all’apparenza: il Manchester City ha vinto di nuovo la Premier, coi gol del giocatore dell’anno Phil Foden e Rodri, un altro che lo avrebbe meritato, a mettere il sigillo nella partita decisiva, il 3-1 sul West Ham. Dietro però c’è la storia, c’è l’epopea infinita di questa squadra che ha trasformato il campionato inglese nel proprio regno e continua ad essere insaziabile, ad accumulare vittorie e trofei. Questo è il 4° titolo consecutivo: non c’era mai riuscito nessuno prima d’ora. La storia che il City ha voluto di nuovo scrivere, dopo il clamoroso triplete dello scorso anno, testimonia la grandezza di Pep Guardiola, di quello che ha costruito a Manchester: una squadra che ha vinto 6 Premier negli ultimi 7 anni, ufficialmente passata da dinastia a tirannia con questo nuovo trionfo. L’Arsenal ci ha provato, stavolta fino alla fine, ma non è bastato per detronizzare i campioni. La Premier 2023-24, quella del record di gol totali (durava dal 1992-93), va alla squadra più forte. Il City non l’ha dominata, ma quando si è trattato di fare sul serio ha imposto il proprio ritmo, come fatto con costanza nei titoli dell’era Guardiola. I campioni non perdono dal 6 dicembre, hanno vinto le ultime 9 partite, dominate a quasi 4 gol di media. Hanno confermato di essere quel punto di riferimento ancora inarrivabile per tutti, sorprendendo lo stesso Guardiola, che dopo il triplete dello scorso anno e gli infortuni lunghi di De Bruyne (10 assist da quando è tornato a fine gennaio) e Haaland (primo da Harry Kane 2017 ad essere capocannoniere per due stagioni di fila) si aspettava un calo. Invece non c’è stato: il City ha tirato fuori il carattere nei momenti più difficili come dopo l’eliminazione in Champions per mano del Real, ha mostrato di saper giocare come nessun altro sotto pressione. E si è presa un altro titolo con buona pace dell’Arsenal, che nell’ultimo atto ha battuto in casa l'Everton 2-1 La squadra di Arteta ha comunque dimostrato tutto l’anno di essere vicina ai campioni, di poterne reggere il passo, di poterli sfidare: è mancato pochissimo per batterli (l’inattesa sconfitta in casa con l’Aston Villa di inizio aprile, quella che ha rimesso la Premier nelle mani del City, resta un punto dolente), ma la dinastia della squadra di Guardiola continua e sembra senza fine. A meno che l’Arsenal il prossimo anno non cresca ancora come ha fatto in questo. In campo l’uomo copertina è Foden. La doppietta nei primi 18’ al West Ham sigilla la stagione della consacrazione del 23enne inglese, ben oltre i 19 gol con cui ha chiuso un’annata da migliore di tutti in Premier, da gioiello della corona in una squadra piena di fenomeni. Rodri, autore del 3-1 nell’ultimo atto, è un altro di quelli a cui il City deve il titolo e non è un caso che le tre sconfitte stagionali in campionato siano arrivate con lui fuori. Haaland coi suoi gol e De Bruyne coi suoi sprazzi di genio hanno comunque fatto la differenza. La grande mente dietro il titolo del City però continua ad essere Guardiola, “il miglior allenatore in circolazione” per usare le parole di Jürgen Klopp, il suo rivale più di lungo corso che ha scelto di lasciare il Liverpool e prendersi una pausa: la parte blu di Manchester deve questi trionfi a Pep, al suo genio, alla sua capacità unica di vedere il calcio, di leggere le partite, di capire sempre la mossa giusta per tirare fuori il meglio dai suoi e sfruttare le debolezze degli avversari. Sì, il City ha una collezione di fenomeni, ma il migliore di tutti ce l’ha in panchina: 6 titoli in 7 anni, una collezione personale di trofei da allenatore che arriva a 33, inclusi anche quelli con Barcellona e Bayern, sono lì a dimostrarlo. La festa dell’Etihad esplode dopo meno di 80 secondi, quando Foden inventa un sinistro che si infila all’incrocio. L’1-0 mette le ali al City: la squadra di Guardiola domina, trova il raddoppio al 18’ ancora con Foden, servito dall’incontenibile Doku, crea occasioni su occasioni mettendo il West Ham alle corde. L’umore cambia al 42’: sugli sviluppi di un corner, Kudus si inventa una spettacolare rovesciata in area che oltre al 2-1 erode le certezze dell’intero stadio. Il City riprende il controllo delle operazioni nella ripresa e al 59’ trova il gol della sicurezza con Rodri, un preciso colpo di biliardo dal limite. La festa dell’Etihad può definitivamente esplodere.
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Manchester City campione d'Inghilterra: è il quarto titolo consecutivo
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