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Calcio

Mancini piange Vialli: "Speravo in un miracolo, eravamo fratelli"

Redazione
Mancini piange Vialli: "Speravo in un miracolo, eravamo fratelli"Getty Images

La notizia della scomparsa di Gianluca Vialli a soli 58 anni è caduta come un macigno sulle spalle del calcio italiano, e specialmente su quelle di Roberto Mancini. I due erano amici fraterni, avevano fatto la storia prima da giocatori nella Sampdoria di Mantovani, poi alla guida dell'Italia. L'abbraccio intenso al culmine dell'impresa azzurra di Euro 2020 ha sigillato un rapporto indissolubile. Ma ora, il cuore di Mancini è a pezzi: in poche settimane ha perso due cari amici in Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli. Il ct azzurro ha ricordato quest'ultimo in un'intervista per la FIGC.

Gianluca VialliGetty

Mancini ricorda Vialli

Gli ultimi giorni

"Speravo in un miracolo. Ci siamo visti, abbiamo parlato e scherzato. Era di buon umore, come sempre, e questo un po’ ti risolleva. Mi ha fatto piacere vederlo sereno".

Amicizia

"Abbiamo vissuto quasi tutta la nostra vita insieme: c’era un legame stretto, come quello tra due fratelli. Poi a un certo punto calcisticamente ci siamo divisi, ma quando si è amici lo si è per sempre: Luca per me era questo. Il nostro rapporto è sempre stato di grande rispetto, amore e amicizia".

La memoria di Gianluca

 "Luca era un ragazzo gioioso, sempre allegro, poche volte l’ho visto arrabbiato. A lui farebbe piacere essere ricordato così, oltreché per essere stato un grande calciatore e un grande professionista".

Il contributo in Nazionale

"Luca è stato bravo, ha fatto capire ai ragazzi, soprattutto ai più giovani, il valore della maglia della Nazionale e dove si poteva arrivare. E’ stata una persona di grande valore per noi: parlava ai ragazzi e a loro piaceva ascoltarlo. Erano momenti belli e importanti".

Mancini: "Gianluca ci ha dato un coraggio che non conoscevamo"

Anche il Corriere dello Sport riporta delle parole di Mancini, grato per gli anni indimenticabili d'amicizia.

"Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello. Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più lasciati. Tutto il cammino insieme. Giovanili azzurre, Nazionale, la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa. 

Gianluca era il migliore di tutti noi, un centravanti completo, un uomo perfetto e coraggioso. Ho sperato a lungo che potesse diventare il presidente della Sampdoria, avrebbe aperto una storia meravigliosa come quella da calciatore. Per me è stato un privilegio essere suo amico e suo compagno di squadra e di vita. Ringrazio il presidente Gravina. Lo ha voluto in Nazionale e ne sono stato felice. Ha avuto un ruolo decisivo per la conquista del titolo europeo. I giocatori lo amavano. Gianluca ha avuto la forza e ci ha dato un coraggio che non conoscevamo e che lui usava per combattere la malattia tanto da starci accanto fino a che ha potuto. Mando un abbraccio grande alla moglie, alle figlie, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle. Saluto un altro fratello, dopo Sinisa, ma con la sua forza andrò avanti per dedicargli qualcosa di importante che io e lui sognavamo da una vita”.