Vigilia di Juventus-Inter e il pensiero della Gazzetta dello Sport va a uno dei tanti campioni che nel recente passato hanno caratterizzato questa sfida ricca di adrenalina ed emozioni. Mario Mandzukic ha appeso le scarpette al chiodo, ma non ha lasciato il calcio: ora aiuta il CT della Croazia Dalic, senza però perdersi una sola gara dei bianconeri.
Lo ha ammesso lui stesso nell'intervista concessa oggi alla rosea: «Mi piaceva molto questa sfida e più grande era la partita, più grande era la mia ambizione di vincere. Mi piacerebbe andare a vedere la partita allo Stadium. In caso contrario, la guarderò in televisione: non mi perdo una gara della Juventus».
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L'Inter del suo connazionale Brozovic e del suo ex compagno Dzeko
«Edin è un top player e sono felice di vedere che stia facendo ancora molto bene. Se ha ancora voglia di giocare e si sente bene, non c’è motivo di smettere. Brozo? Forse sarei più preoccupato se si trattasse di qualcun altro. Un infortunio del genere non va sottovalutato, ma conoscendo il suo carattere e le sue doti fisiche, non ho alcun timore. L’importante è che Brozo sia guarito, poi correrà i suoi 12 chilometri pure senza allenamenti...».
Il momento della Juventus
«Dall’esterno non è facile giudicare. Ma nel calcio nulla dura per sempre e anche il dominio della Juve era destinato a finire prima o poi. Ha perso diversi leader chiave, ragazzi che sapevano come vincere con continuità.
È relativamente facile giocare una grande partita, ma è difficile ripeterla ogni settimana ed è quello che bisogna fare per vincere uno scudetto. La Juve ha ancora molta qualità, ma serve tempo per costruire una squadra, un carattere e acquisire le abitudini da scudetto. La Juve non è per tutti. Sono certo che prima o poi tornerà al livello che i tifosi desiderano».
Critiche ad Allegri
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«Non mi sorprende che i tifosi critichino l’allenatore, chiunque sia, quando i risultati non sono buoni. È la natura del calcio: non importa cosa hai fatto uno, due o cinque anni fa. O anche cinque settimane fa.
L’unica cosa che conta è come stai andando adesso. Ma non credo che questi risultati dipendano da Allegri, che ha dimostrato di essere un grande allenatore. Ci vuole tempo. Anche se i nuovi giocatori avessero tutto il talento del mondo, di certo non si diventa Chiellini in due partite».
Rimonta Scudetto possibile
«Noi eravamo più indietro di 10 punti... quindi sì, è possibile! Ma non dipende da un singolo giocatore, bensì da tutta la squadra, che deve dimostrare spirito collettivo e determinazione nel voler raggiungere l’obiettivo. Quando sei così indietro, dipendi anche dagli altri.
Però la Serie A è tosta, è probabile che tutti possano perdere punti strada facendo. Nel 2015-16, quando eravamo indietro, ci siamo riuniti e tutti insieme abbiamo deciso di invertire la rotta. Adesso non sono nello spogliatoio e quindi non posso dire di più. I ritorni di Pogba e di Chiesa al top aiuteranno, ma non giocano da soli».