Oltre alla sua filosofia e alla sua voglia, la stessa del club, di costruire qualcosa di importante e duraturo, Enzo Maresca al Chelsea ha portato anche un po’ di sana scaramanzia italiana. “Appena ho firmato ho chiamato Claudio Ranieri - racconta con un sorriso nel centro di allenamento di Cobham, mentre rifinisce i dettagli del suo debutto da allenatore in Premier, domenica a Stamford Bridge contro il Manchester City -. L’ho fatto perché lo avevo fatto anche lo scorso anno, prima di cominciare la stagione col Leicester: abbiamo vinto, quindi ho pensato di rifarlo”. Ranieri non è l’unico allenatore italiano che l’ha preceduto sulla panchina del Chelsea con cui Maresca ha parlato prima di provare a diventare il tecnico che porta stabilità ed equilibrio nel caos dei Blues. “Ho chiacchierato anche con Carlo Ancelotti prima dell’amichevole col Real Madrid - dice Maresca, che di Ancelotti è stato giocatore -. Sia lui che Ranieri mi hanno parlato in termini entusiasti della squadra e dell’esperienza qui”. Anche Maresca, come praticamente tutti i tecnici italiani che l’hanno preceduto sulla panchina di casa di Stamford Bridge, vuole trasformare la sua esperienza al Chelsea in successo. “Per me successo significa una squadra che migliora costantemente, che riesce col tempo a ridurre il gap tra noi e le squadre che in questo momento stanno dominando il calcio inglese”. Una di quelle è il Manchester City, la squadra con cui Maresca ha assaggiato la Premier da vice di Pep Guardiola nel 2022-23, l’anno del triplete. “Giochiamo contro i campioni, ma anche con una squadra che ha lo stesso allenatore da tanti anni, cosa che è un vantaggio enorme - dice -. Noi stiamo facendo bene dal primo giorno, stiamo migliorando. Lavoriamo insieme da un mese, è troppo presto perché la squadra sia già quello che voglio, ma sono felice perché penso che la squadra sia più avanti di quello che aspetto e vedo miglioramenti giorno dopo giorno”. Maresca ripete spesso un concetto che il Chelsea della proprietà Usa sembra aver dimenticato: tempo. È anche il consiglio di Guardiola: “Dategli tempo e vedrete che funzionerà. Non so se il Chelsea è il posto giusto, ma dategli tempo e farà benissimo”. Maresca ha firmato un contratto di cinque anni, quindi l’idea anche della proprietà è che il 44enne abbia la possibilità di fare le cose con calma, senza pressioni immediate. “Ho accettato perché il Chelsea è una delle migliori squadre del mondo, ma anche perché penso che i talenti che abbiamo siano perfetti per giocare nel modo in cui voglio io. E che possano migliorare ancora”. Nel Chelsea che muove i primi passi dell’era Maresca in Premier c’è ovviamente l’incognita mercato. Enzo ha al momento una rosa di 41 giocatori, anche se ha già diviso il gruppo tra quelli che considera parte della prima squadra e gli esuberi (come Lukaku, che il Napoli continua a trattare, o Conor Gallagher, rientrato da Madrid dopo che il suo trasferimento all’Atletico si è improvvisamente bloccato). “A me piace allenare, non posso pensare di avere una rosa di 43 giocatori perché divento matto. Come non penso sia positivo pensare al mercato, o parlare di un giocatore del Napoli o dell’Atletico Madrid che al momento non sono con noi. Il club sa quello che penso, quello di cui credo ci sia bisogno se faremo qualcosa. Spero che entro fine mercato potremmo aggiungere qualche giocatore”.
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Maresca tra scaramanzia e filosofia: "Siamo pronti, io ho chiamato Ranieri e Ancelotti"
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