Mercato, futuro, stadio, rinnovi. Basta una manciata di minuti e Giuseppe Marotta parla già da presidente dell'Inter. Lo fa sorridente, sia in assemblea che davanti ai giornalisti a nomina ufficializzata, partendo dal grazie a chi lo ha messo a capo del club: "Desidero ringraziare Oaktree per la decisione, sono onorato della fiducia che hanno riposto in me. Fin dal giorno dell'annuncio della nuova proprietà, i manager sono stati molto presenti e disponibili al dialogo. Si tratta della testimonianza tangibile di quanto il nuovo azionista di controllo del club abbia a cuore lo sviluppo della società". "Ogni giorno dal dicembre 2018 ad oggi ho potuto constatare la dedizione, la professionalità e l'abnegazione delle donne e degli uomini che lavorano nel club. Credo che in un'occasione così importante - continua Marotta durante l'assemblea - sia giusto menzionarli perché tutti noi sappiamo che nulla sarebbe possibile se nell'ombra non avessimo una squadra di persone che dedica il proprio tempo a costo di grandi sacrifici personali. Lavorare nel calcio, lavorare all'Inter è un privilegio per tutti noi: sappiamo di rappresentare decine di milioni di tifosi nel mondo, ma è una missione che deve sempre essere guidata da grande senso di responsabilità. Il viaggio di tutti noi continua con una nuova tappa molto stimolante e che completeremo insieme, come abbiamo sempre fatto. Permettetemi un momento molto personale. Sono un innamorato del calcio da sempre, da quando ho memoria. Mi sono dedicato a questo movimento per tutta la vita e il calcio mi ha ripagato con un percorso che è stato costruito passo dopo passo, mattone su mattone. Diventare Presidente di un club prestigioso come l'Inter genera una forte emozione che un ragazzino che a 17 anni entrava nello spogliatoio del Varese non avrebbe mai potuto immaginare. Quell'emozione, unita all'esperienza di quasi 50 anni di calcio, è a disposizione di questa comunità".
A nomina ufficiale, il neo presidente dell'Inter si è poi presentato davanti ai giornalisti: "È un'emozione grande, essere presidente di una squadra e società così importante è qualcosa di emozionante e coinvolgente. Abbiamo già affrontato le tematiche degli investimenti, ci sono state indicate le linee guide sempre nel rispetto del concetto di sostenibilità che è parte integrante del sistema calcio italiano. Prima si deve garantire la continuità del club, attraverso il concetto di sostenibilità, poi portare avanti la progettualità sportiva. Oggi dobbiamo garantire la sostenibilità che passa anche dai ricavi e dalla valorizzazione delle risorse. Oggi l'Inter è un patrimonio di risorse, dobbiamo essere bravi a valorizzarle. Questo garantirebbe maggiori introiti, la sostenibilità dobbiamo tenerla sempre in grande considerazione. Il Marotta presidente? Ama il suo lavoro, credo di conoscerlo bene. Sono in un grande club, ho necessariamente bisogno di tutta la macchina dell'Inter. Donne e uomini che lavorano all'interno, principalmente Ausilio, Baccin, Antonello e Zanetti. Il nostro modello è fatto di un grande patrimonio umano, la base di ogni successo. C'è tanta competenza e tanta motivazione". E poi ancora: "In mente ho Giacinto Facchetti che come profilo si avvicina a me. Sono finiti i tempi dei presidenti mecenati che tanto hanno dato. Ma veramente tanto. Mi riferisco a Moratti, Fraizzoli, Pellegrini. Oggi il calcio è diverso ma questi grandi dirigenti mi hanno inculcato una grande linea da seguire. Da ultimo non dimentico Zhang che, pur essendo giovane, ha dato tanto. La mia aspirazione è in chi mi ha preceduto, la forza dell'Inter non è il presidente ma tutto il patrimonio umano".
Ovviamente, subito testa ai rinnovi contrattuali: "C'è intesa con la proprietà e proseguiremo su questa linea. Sono ancora ottimista, non ci saranno grandi problemi perché Barella, Lautaro e Inzaghi hanno un forte senso di appartenenza ed è un vantaggio rispetto a qualsiasi altra negoziazione. La prima mossa sarà ringraziare uno per uno tutti quelli che lavorano nella famiglia dell'Inter. Devo fare tesoro e studiarmi il passato recente dei presidenti e cogliere da tutti loro aspetti umani, professionali e dirigenziali di alto livello. E poi cominciare a lavorare come facevo prima, attraverso la collaborazione con i proprietari e il confronto con i miei collaboratori". Sulla scrivania del nuovo presidente dell'Inter ci sarà ovviamente il dossier sull'impianto del futuro: "È un asset rilevante per qualsiasi club. Sapete meglio di me quali sono le vicissitudini che l'Inter ha affrontato. Di questo tema se ne occupa Antonello e vi terrà informati passo dopo passo dell'evoluzione. Non nascondo che c'è soddisfazione grande perché parliamo di ricavi che San Siro ha garantito. Siamo la squadra che ha più affluenza, sopra i due milioni di spettatori nelle gare della stagione e ha garantito un ricavo di più di ottanta milioni". In quanto a obiettivi sportivi, poi, l'asticella resterà alta: "L'obiettivo è guardare la sala trofei, tutti quelli che sono lì fanno parte dello scenario calcistico, noi abbiamo l'obbligo di ripercorrere quella strada per arrivare a conquistarne più possibile. Bisogna essere coraggiosi e quella non è arroganza. Bisogna avere forza e capacità di credere in noi stessi che siamo l'Inter, sapere di poter contare sulla forza dei nostri tifosi. Affrontare una nuova stagione con la spavalderia della stagione passata che significa avere rispetto per l'avversaria senza temere nessuno". In tutto ciò, l'annunciato piano di dedicarsi ai giovani dopo il prossimo triennio non è cestinato: "Chiaramente provo questa grande esperienza che non modifica più di tanto la mia vita. Oggi sono un dirigente operativo dell'Inter, la mia è una versione particolare dell'essere presidente. Finché c'è passione, c'è voglia di lavorare vado avanti. Il 2027 non è dietro l'angolo, intanto cominciamo ad arrivarci".
L'ultimo accenno di Marotta va alla sua materia preferita: "Quando parlo di mercato creativo, parlo di mercato logico e di grande competenza. Posso contare su Ausilio e Baccin che sono molto bravi, a loro rispondono una serie di osservatori, poi con Inzaghi tutti assieme arriviamo a fare delle scelte. Scelte che non necessariamente devono passare attraverso un esborso consistente di denaro, siamo stati bravi in questi anni a coniugare la disponibilità finanziaria ed economica con risultati di successo attraverso la scelta di uomini importanti e giocatori bravi. Ricordatevi che l'anno scorso ne sono arrivati 12, dobbiamo continuare su questa strada. Antonello resta un importante punto di riferimento, tutto andrà avanti come prima. Ha gestito l'area corporate, compreso il tema stadio e altri aspetti. La parte sportiva sarà di mia responsabilità con Ausilio che rappresenta un punto di forza"". "Nelle prime dichiarazioni Oaktree aveva garantito la continuità gestionale dell'Inter- continua Marotta -, penso che oggi si possa riconoscere ai nuovi proprietari di aver dato seguito alle parole con un fatto tangibile e concreto. Dobbiamo inoltre riconoscere che Oaktree ha fin da subito testimoniato grande consapevolezza circa l'eredità storica, la tradizione e i valori del nostro club. Nel corso di questi giorni le riunioni sono state frequenti e ai miei occhi è stato estremamente evidente come la visione di Oaktree coincida molto con il percorso che il management nerazzurro ha intrapreso ormai da qualche anno".
Come si deduce subito dalle parole di Marotta, il club ha cambiato bandiera ma la dirigenza non ha uno scenario poi così differente dal passato: "L'Inter ha nel suo Dna la ricerca della vittoria e, con grande merito, anche quest'anno abbiamo un successo importantissimo da celebrare. Lo scudetto della seconda stella consegna alla storia una stagione che ha gettato le basi per il futuro in campo. Ma vincere nel calcio di oggi significa anche e, soprattutto, essere finanziariamente sostenibili. Non è la prima volta che questa assemblea sente un discorso del genere da parte mia: è una convinzione profonda che ho da molto tempo. Non esiste vittoria futura senza solidità finanziaria e non esiste solidità senza un equilibrio nel medio termine per i conti dell'Inter. Questo azionista e questo management sono chiamati ad un compito molto difficile, ma è la sfida che garantirà alla famiglia nerazzurra di eccellere e di mantenere il ruolo di leadership che ha conquistato in Italia e a cui ambisce anche in Europa. Comprenderete - riferito ai tifosi - il motivo per il quale il mio primo sentimento, all'atto della nomina a presidente, è senza dubbio il senso di responsabilità accompagnato, lo confesso, da un certo orgoglio. Il senso di responsabilità, direi quasi lo spirito di servizio, mi guideranno per dare all'Inter, ai calciatori, ai tifosi, agli azionisti e a tutti i membri di questa comunità nerazzurra, che cinque anni fa mi ha accolto, ogni energia e ogni competenza per ottenere i migliori risultati possibili sia dentro che fuori dal campo”.
Fonte: Gazzetta.it