Da quando l’Inter femminile ha conquistato la promozione in Serie A e si è ufficialmente affiliata al club maschile, la crescita è stata costante. Tra le protagoniste in nerazzurro da quella cavalcata record (21 vittorie e un pareggio nel campionato cadetto 2018/19) a oggi, spicca anche Marta Pandini, intervistata in esclusiva da DAZN in occasione della partnership tra Mastercard e Inter femminile.
Il calcio femminile verso il professionismo
Che peso ha per una calciatrice lo sponsor sulla maglia?
“È motivo di grande orgoglio. Il club da anni dimostra di credere fortemente nel calcio femminile e adesso ancora di più, nonostante in Italia non sia ancora arrivato il professionismo. È fondamentale porre l’attenzione sul movimento tramite stampa e media, ma il cambiamento passa anche attraverso iniziative economiche come questa”.
Qualcosa è già cambiato da quando ha iniziato a giocare a oggi?
“Tantissimo, il numero degli appassionati è cresciuto e il movimento intero desta più interesse – anche se ancora non mi sono abituata a vedermi in TV. Ora bisogna eliminare quei preconcetti che, anche se più deboli, resistono nella nostra società. Siamo ancora troppo sottoposte al confronto costante con i maschi”.
La carriera di Marta Pandini
Qual è stato il percorso di Marta Pandini?
“Ho iniziato a giocare da piccolissima, con mio papà. A sei anni la prima scuola calcio – in mezzo ai maschietti – e a 12 ho dovuto scegliere se continuare con le femmine o rinunciare. All’inizio ho pensato di cambiare sport, poi mi è venuto naturale portare avanti questa passione che avevo, e per cui rinunciavo alle uscite, agli amici, e a tutto quello che normalmente occupa l’esistenza di una liceale”.
Dal Romano Banco all’Inter, quali sono i momenti chiave della sua carriera?
“Partiamo dicendo che mio padre è diventato dirigente di una squadra di calcio – il Romano Banco (ndr) – vicino a Buccinasco, per seguirmi passo passo. Sia lui che mamma hanno incoraggiato me, i miei fratelli e le mie sorelle (sono in sei, ndr) da quando eravamo piccoli. Siccome ero la più brava tra i maschietti con cui giocavo, a un certo punto è arrivata una partita/provino, in cui ho conosciuto Beatrice Merlo (quanto ci menavamo in campo!). Quel giorno, credo, sono diventata una calciatrice. Anche se il mio esordio con l’Inter Milano arriva a 16 anni, nell’ottobre 2014 in Serie B”.
Com’è passare dalla Serie B al miglior avvio stagionale in Serie A?
“Tutto velocissimo. Quando siamo arrivate in Serie A è stato uno shock. Ci rendevamo conto che non bastava l’impegno. Le sconfitte e gli errori ci hanno aiutato tanto e ci hanno condotto dove siamo adesso. Perdere i derby è sempre la cosa più brutta, vincerli – come abbiamo fatto nella semifinale d’andata di Coppa Italia nella stagione passata – la più bella!”.
La nuova Inter di Rita Guarino e il Derby alla 10ª giornata di Serie A
Domenica 5 dicembre c’è il derby. Chi lo vince?
“Sul derby sono certa che faremo meglio dei precedenti perché ci è scattato qualcosa. Siamo in fiducia, ci sentiamo più forti di prima e vogliamo una rivincita. Loro sono tra le prime tre, se la giocano con Sassuolo e Juve per lo Scudetto, ma noi abbiamo lo spirito di gruppo e la compattezza dalla nostra parte”.
Con Rita Guarino l’asticella è più alta?
“Il suo curriculum lo conosciamo bene, ma al primo anno sotto la sua guida l’obiettivo è fare bene partita dopo partita e vedere dove arriviamo. Di certo però ogni parola e valore che trasmette forgia la nostra mentalità. La sua forza è responsabilizzarci: dopo le partitelle ci spinge al confronto per capire cosa non va, perchè in quei 90’ minuti nel weekend spetta a noi fare la differenza”.
Squadra in campo, famiglia fuori: quanto contano i legami nell'Inter
Chi è l' "allenatrice" in campo?
“Lisa (Alborghetti, ndr) è la più calma. Trasmette i concetti con tranquillità e riesce a mantenere l’equilibrio del gruppo, da capitana qual è. Gloria invece (Marinelli, ndr) decisamente la più istintiva. Si arrabbia spesso e urla, ma le passa subito. L'aspetto più importante però è che siamo diventate più di una squadra, un vero gruppo. una famiglia”.
Quanto conta in campo l’amicizia con Gloria?
“Tanto. Più che amiche siamo praticamente sorelle. Abbiamo un rapporto simbiotico: condividiamo lo stesso appartamento, ci siamo laureate insieme in Scienze Motorie e ci siamo iscritte alla stessa Magistrale”.
Qual è il modello di Marta Pandini tra le calciatrici?
“Prima di tutte c’è Gloria – sennò chi la sente (ride) – ma se devo fare il nome di una giocatrice che apprezzo cito Valentina Cernoia. Una centrocampista di sostanza, con il piede educatissimo e grande tecnica”.
I numeri di Marta Pandini nella Serie A 2021/22
Presenze | Minuti giocati | Gol | Assist |
7 | 487 | 2 | 1 |