"Come sono messo coi giochi da tavolo? Ogni tanto... sono vecchio ormai, ma il piccolino ogni tanto si mette lì e mi fa giocare". Ecco, Massimiliano Allegri non lo sa ancora, ma lo scoprirà da lì a poco: nel destino dei dadi che gli ha affidato Andrea Barzagli, c'è un'intervista particolare, bella, ricca di contenuti.
Benvenuti nel TeoreMax: il mondo da allenatore di Max Allegri. Tornato alla Juventus dopo due anni di stop e alle prese con la prima stagione senza trofei dopo tanto tempo, per lui e per i bianconeri.
Un'annata particolare
La prima carta chiede già una spiegazione: come mai nessuna vittoria negli scontri diretti? "Non erano superiori le altre - risponde Max -, ma se non abbiamo mai vinto, qualcosa ci è mancato. Nelle partite migliori abbiamo anche perso. Vuol dire che alla squadra manca qualcosa".
In questa Juve, che ha faticato a tratti e viaggiato in altri, Allegri ha trovato spesso risposte a metà. Come sul teorema (appunto) dei giochisti: "Alla fine, bisogna cercare di vincere. Non c'è un metodo unico, servono giocatori bravi, metterli nelle condizioni migliori e dare un'idea. Tutti lo fanno. Quando alleni la grande squadra è arrivare a vincere, tutti vogliono giocare bene. Che è una parola astratta: ci si ricorda dell'azione o del gesto tecnico di difensore, attaccante o portiere?".
A proposito di ricordi: lo è sicuramente il no al Real Madrid. "L'ho fatto per questa sfida che mi motivava e per mio figlio - aggiunge Max -. Questi due anni di stop mi sono serviti, mi sono riavvicinato a famiglia, a casa, agli amici. Ho apprezzato le cose che sai benissimo anche te, quando sei nella lavatrice diventa un casino".
I grandi campioni
Con Barzagli di fronte, i ricordi possono solo scorrere inesorabilmente: "C'è un'immagine tua, poi finì bene. A Milano con l'Inter. Di quando la palla andò in porta e dissi: se non riusciamo a rovesciare questa partita, perdiamo Barzagli". Sui campioni non ha dubbi: "La leadership ce l'hai o meno. In questo gruppo Chiellini è stato importante, come Barzagli, Buffon, Claudio Marchisio. Qui ce ne sono due, per il futuro, che sono De Ligt e Locatelli. Danilo è stata una piacevole sorpresa".
E Vlahovic? "Può essere un leader a modo suo. E' caratteriale, vuole sempre vincere nonostante abbia 22 anni. Più che con le parole, diventerà un leader caratteriale, carismatico", racconta il tecnico. Che parla così di Dybala: "Credo che lui debba tornare a essere se stesso. C'è stato un momento in cui si è fatto trascinare dal fatto che fosse il nuovo Messi".
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Guarda TeoreMax: Barzagli intervista Allegri
Giochisti e risultatisti, la prossima Juve e due "capitani designati" per la squadra bianconera: non perderti la bella intervista di Andrea Barzagli a Massimiliano Allegri, con una bonus track sul passato in comune - da giocatori - alla Pistoiese.
L'intervista è disponibile ora su DAZN: vai al link dedicato al contenuto.