Non sarà uno da prime pagine, non ruberà la scena nelle serate di gala, non avrà quella squisitezza tecnica in grado di far balzare in piedi il tifoso dal seggiolino. Ma, in compenso, è il giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere nella sua squadra. Fonseca il suo jolly ce l’ha e se lo tiene stretto. Si chiama Yunus Musah e nell’impresa del Milan a Madrid ha tarpato le ali al vice Pallone d’oro 2024, Vinicius Junior. Per riuscirci, l’americano ha usato le sue tre armi migliori: affidabilità, adattabilità e serietà.
È stato lui l’ago tattico che ha permesso di creare una linea a cinque in fase di non possesso per i rossoneri, rivelatasi decisiva per blindare la pericolosa catena di sinistra del Real: “Dovevamo raddoppiare Vinicius e difendere a 5”. Compito eseguito alla perfezione. A testimoniarlo, i numeri: 88% di passaggi riusciti, di cui due chiave, 3 dribbling su 3 completati, 3 salvataggi, 6 contrasti vinti su 12. Non male per chi non è un habitué. Musah ha giocato dieci partite da inizio stagione, di cui tre da titolare. Due in Serie A – sconfitte a Parma e a San Siro contro il Napoli -, una in Champions, contro il Real Madrid. Fonseca gli ha regalato una maglia dal 1’ che neanche lui si aspettava: “Ero stupito quando il mister mi ha detto che avrei giocato”. I jolly sono così d’altronde: come in alcuni giochi di carte possono palesarsi dal nulla, facendo un’eccezione alle regole generali, anche sul campo hanno la stessa valenza. Sostituiscono chiunque, dove li metti stanno.
E anche bene. Pioli, un anno fa, l’aveva fatto giocare titolare a Lecce come terzino destro al posto di Calabria, per poi schierarlo come esterno di destra con compiti di equilibrare la squadra. Fonseca ha cavalcato la stessa onda. Accantonato il 4-2-4 post derby, il tecnico portoghese ha trovato le risposte che cercava a Madrid: blindare la difesa e dare maggior risalto alla fascia presieduta da Theo e Leao. La soluzione l’ha trovata con un ventunenne nato a New York e cresciuto a Castelfranco Veneto. Cambiano gli allenatori, ma il risultato è analogo. Sotto la gestione Pioli, Musah è stato schierato cinque volte come esterno di destra nel 4-2-3-1. La prima volta in un Milan-Verona (1-0) del settembre 2023: prova sufficiente con tanta corsa e un quasi-gol. In Champions ha sempre fatto il suo ruolo naturale di mediano, mentre in campionato Pioli l’ha usato anche come terzino (oltre a Lecce) nel pareggio di Torino contro la Juve lo scorso aprile, definendolo un “giocatore completo”. Con Fonseca lo scenario è cambiato anche in Europa. Questione di equilibri. Musah si è definito “un box to box”: se ha campo per correre, che sia indietro o avanti, si esalta. Non eccellerà negli uno contro uno, vero, ma se la sua interpretazione del ruolo ha rivitalizzato Leao e migliorato la tenuta difensiva di squadra – grosso tallone d’Achille del Milan sin qui – contro i campioni d’Europa in carica un motivo c’è. A Cagliari Fonseca potrebbe anche riproporre l’americano in una partita in cui bisognerà scardinare una difesa molto chiusa. Con Pulisic più centrale a dare maggior fantasia alla manovra, Musah può diventare il nuovo grimaldello della fascia destra rossonera.
Fonte: Gazzetta.it