Rafa Leao e Olivier Giroud sono come gli smartphone con l’ora legale: si sincronizzano in automatico e il Milan, a primavera, rifiorisce con i loro gol. È successo nell’anno dello scudetto, quando insieme hanno messo il turbo al Diavolo: velocità di punta il 22 maggio, giorno del trionfo, Oli fa uno e due a zero al Sassuolo su assist di Rafa, che poi esagera e manda in gol pure Kessie. È successo l’anno scorso ad aprile, tra campionato e Champions a Napoli: Leao prima sbanca il Maradona con una doppietta, poi fa il vuoto con una cavalcata alla Gullit e invita Giroud alla festa, spingendo il Milan in semifinale. La locandina per la grande serata di giovedì, allora, si è stampata da sola: il 9 e il 10 sono le star dell’evento, l’Europa si metta pure comoda per godersi lo spettacolo. La stagione di Leao era cominciata male: un gol inutile (su assist di... Giroud) nel derby del 5-1, un tacco sciagurato contro il Newcastle e una crisi sotto porta che in Serie A è durata quattro lunghissimi mesi. I picchi non sono mancati — la rovesciata contro il Psg — ma i conti non tornavano comunque: le critiche superavano gli elogi. Rafa ha sofferto, ha lavorato per migliorare al tiro, si è allontanato dalla porta per cercare fonti alternative di energie ed è rinato nel 2024: da gennaio a oggi ha preso parte a 14 gol, segnandone 8 e servendo 6 assist in 18 partite tra campionato e coppe. In Italia nessuno ha fatto meglio. Non in questa stagione almeno, perché un paio di anni fa un certo Leao aveva accelerato allo stesso modo: 9 gol e altrettanti assist, ma tra gennaio e maggio, con 4 partite in più sul conto. Il ritmo di oggi è lo stesso della primavera dello scudetto, ma Rafa stavolta ha davanti un orizzonte più ampio: può sorpassare sé stesso, spingere il Milan verso un altro trofeo e proiettarsi in un’altra dimensione. Vincendo ancora da protagonista, ma in Europa: "Rafa è a metà dell’ultimo scalino", ha detto Pioli dopo il 3-0 al Lecce. Il giorno prima aveva avvisato anche gli altri giallorossi che se lo troveranno di fronte: "Arriviamo al momento più importante con Leao in condizioni eccellenti". La buona notizia: questo finale di stagione potrebbe consacrare il miglior Leao di sempre. La cattiva: più Rafa decide in Europa, più le antenne delle big di mezzo continente si drizzeranno. Giroud ha già una squadra che lo aspetta negli Usa, ma per i prossimi tre mesi l’Europa resterà al centro del suo mondo: una coppa da assaltare con il Milan, un’altra con la Francia. A quasi 38 anni, Oli ha già tagliato un paio di traguardi — quattordicesima stagione di fila in doppia cifra, primato personale di gol in A, 13, eguagliato — ma ne ha messi nel mirino altri: i 18 gol complessivi segnati nel 2022-23 distano appena tre centri, come pure i 50 gol in rossonero. A proposito, Giroud è anche il re degli assist in questa Serie A: 8 come Leao e Dybala, avversario di coppa. Un centravanti che crea come due numeri 10, mica male. Pioli lo ha gestito come farebbe con un 25enne, 33 partite da titolare su 38: Oli ha digiunato per un po’, quasi un mese senza segnare, poi si è riacceso al momento giusto. Come l’altro smartphone nella tasca del Diavolo, quello con il 10 sulla cover.
Calcio
Milan, attacco all'Europa: Leao ha svoltato, Giroud cerca il gran finale
N/A