Il lunedì mattina, a Milano, che vuoi fare? Lavorare. E Gerry Cardinale, come da banale stereotipo, farà quello che fanno tanti manager in città: riunioni. Riunioni per prendere decisioni. Il fondatore di RedBird passerà la giornata in città e parlerà con Giorgio Furlani, con Zlatan Ibrahimovic, con Geoffrey Moncada, con gli uomini chiave del Milan. C’è tanto di cui parlare ma questa volta un argomento si stacca dagli altri: l’allenatore per la prossima stagione.
Cardinale è chiamato a partecipare alla decisione. Furlani, Ibrahimovic e Moncada gli parleranno della loro idee ma la sua parola sarà importante. Cardinale naturalmente non è un uomo di campo, non ha familiarità con le questioni tecniche ma ha deciso di incontrare i candidati principali alla panchina del Milan 2024-25. La società da giovedì sera pensa al dopo Pioli ed è pronta a concretizzare, dopo essersi mossa nelle scorse settimane. Lopetegui La situazione di Julen Lopetegui merita di essere considerata per prima. Cardinale lo ha già incontrato e Lopetegui con i suoi agenti e il management del Milan ha ragionato su un accordo pluriennale da circa 4 milioni a stagione. Incontro positivo. Una delle ipotesi sul tavolo è un biennale con opzione per un terzo anno. La decisione non deve essere necessariamente imminente ma c’è una variabile: il West Ham, che ha fatto una (ricca) proposta a Lopetegui e vuole decidere presto, diciamo a inizio maggio. Lopetegui aspetta il Milan ma insomma, è libero: se è lui l’uomo giusto, aspettare non ha senso.
Altri candidati esistono e per questo la giornata di oggi può essere importante. Paulo Fonseca piace e di lui in società si è discusso. Ha chance. La variabile, semmai, è Zlatan Ibrahimovic. Ibra ha sempre detto di voler rifare grande il Milan e potrebbe provare a raggiungere un grande nome. Su Lopetegui però ha già preso informazioni. L’identikit del prossimo allenatore è comunque già tracciato: sarà un tecnico bravo a far crescere i giovani, disposto a lavorare d’equipe con i dirigenti. A margine, è probabile che Cardinale in giornata faccia anche un punto sullo stadio. A San Donato è partito l’accordo di programma ma ci sono decisioni da prendere sulla struttura esterna dello stadio, forse sui naming rights.
La serata, certo, rischia di essere più delicata. Due anni fa Cardinale guardò in piazza Duomo i festeggiamenti per lo scudetto di Pioli e a settembre 2022 visse il suo primo derby portando in tribuna Mike Pompeo, ex segretario di Stato americano. Leao e Giroud giocarono alla grande e il Milan vinse, come se la festa scudetto non fosse mai finita. «Pioli is on fire» risuonava allo stadio, come sempre. Stasera sarà tutto diverso. Niente “Freed from desire” e l’obiettivo è uno solo: evitare di entrare nella storia dalla parte sbagliata.
Fonte: Gazzetta.it