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Calcio

Milan, ecco come è andata la riunione della svolta. Segnali chiari: la squadra è con Fonseca

Luca Bianchin
Milan, ecco come è andata la riunione della svolta. Segnali chiari: la squadra è con FonsecaN/A

“Mercoledì abbiamo parlato molto, quasi un'ora e mezza”. Paulo Fonseca ha detto chiaro ai milanisti che quello per lui è stato il momento chiave, nella settimana più bella del 2024. Un faccia a faccia lungo novanta minuti, come una partita. Sì, ma che cosa si sono detti Fonseca e i giocatori per un’ora e mezza? Che cosa è successo a Milanello perché il Milan si trasformasse? Non si può sapere tutto ma in parte si può rispondere. Paulo Fonseca e i giocatori in quei 90 minuti hanno parlato molto di tattica, meno di emozioni. Lo staff di Fonseca ha preparato delle clip tratte dalle partite precedenti per fissare i concetti fondamentali, con un’idea forte di fondo: mostrare anche e soprattutto le giocate riuscite, i movimenti corretti, le soluzioni trovate e non mancate. Positivismo e calcio offensivo.

Il messaggio era chiaro: non siamo la squadra in difficoltà che tutti vedono dall’esterno. Certo, tutti a Milanello erano consapevoli di avere sbagliato molto – le clip con gli errori ovviamente ci sono state – ma sapevano anche che il Milan è una squadra forte. Fonseca ha detto che, da quel giorno, ha visto un gruppo diverso. L’allenamento del mercoledì è iniziato subito dopo il faccia a faccia e ha dato buone sensazioni. Quando sabato, in conferenza stampa, Fonseca ha spiegato di aver vissuto “tre giorni fantastici” di allenamento, non mentiva: ne era convinto. Tutto questo ovviamente non basta per ufficializzare la rinascita del Milan. Bisogna aspettare almeno il tris Lecce-Leverkusen-Fiorentina. Le immagini del derby però mandano un messaggio chiaro: la squadra è rimasta con Fonseca. Se non per lui, ha lottato con lui. Il detective raccoglie indizi. Primo: Matteo Gabbia, l’uomo della domenica, domenica sera ha scelto una frase fortissima. “Fino all'ultimo giorno che avremo, seguiremo Fonseca fino alla morte”.

Poteva esprimere vicinanza in tanti modi, ha scelto il più deciso. Secondo: Alvaro Morata, quando Gabbia ha girato in porta il pallone della vita, ha abbracciato il suo allenatore, non i compagni. Emerson Royal, a breve distanza, ha fatto lo stesso. Un allenatore solo non viene festeggiato così. Terzo: Fonseca dopo la vittoria con l'Inter non era nervoso. Niente rivincite da prendersi, niente cattiverie verso i nemici. Apprezzabile: significa che non ha perso il controllo. Il Milan così può sperare.

Gli alti e bassi sono naturali (ci sono stati, un po' inevitabilmente ci saranno) ma il derby può dare una spinta per tutto l’autunno. Soprattutto, i milanisti possono essere ottimisti pensando che Fonseca ha avuto la squadra al completo (o quasi) solo per pochi allenamenti. Morata e Pavlovic si sono allenati per la prima volta a Milanello solo il 10 agosto. Fofana è stato ufficializzato il giorno della prima di campionato e, fino a quel momento, si era allenato da solo: ha cominciato al 50-60% e ancora oggi non è al massimo. Abraham è stato preso nell’ultimo giorno utile e quasi tutti i big a metà settembre sono stati per due settimane con le nazionali. Il tempo per lavorare è stato poco.  E allora, ha senso recuperare una frase di Vasco Matos, allenatore in Liga portoghese ed ex calciatore di Fonseca, che in estate spiegava: "Paulo ha sempre bisogno di due mesi per far passare i suoi concetti". Ci siamo quasi.

Fonte: gazzetta.it