I bookmaker dicono che Rafa Leao ha solo una possibilità su quattro di fare gol sabato alla Juventus e, con tutto il rispetto per gli algoritmi delle case di scommesse, è troppo severo. Qui è questione di approccio alla vita. Chi guarda i numeri, beh, scuote la testa. Leao non segna a San Siro da sei mesi, da un Milan-Salernitana di maggio in cui si pensava solo a salutare Pioli, Giroud e Kjaer. Un sorriso per il gol e via, malinconia. Chi guarda il campo invece ha notato qualcosa. Leao a Cagliari è rimasto nella partita come poche volte recentemente e con il Portogallo ha segnato un gran gol, di testa come lui non fa quasi mai. Altro che una possibilità su quattro, Thiago Motta preparerà la partita soprattutto su di lui. Flashback. Rafa Leao ha giocato la sua prima grande partita italiana contro la Juve, nella Youth League 2017-18. Più che un giocatore, un fuoco d’artificio nel cielo di Torino. Rafa quel giorno giocava punta ed era completamente immarcabile: un uomo tra i ragazzi. Chiuse con due gol e i complimenti di Pavel Nedved, che andò dall’allenatore dello Sporting a parlare di lui. Vogliaccio e Zanandrea, i difensori centrali di quella Juve Primavera, lo ricordano ancora.
Rafa ha rivisto la Juve due stagioni dopo, nel calcio pro, e le ha segnato alla seconda occasione, a luglio 2020. L’Italia era in ripresa dal Covid e Leao segnò in un Milan-Juve 4-2 in rimonta, con gol di Ibra che ora lo guarda in giacca mentre si allena. Un gol e poi basta, fine, buone e cattive partite ma mai un’esultanza. Anzi, un po’ di tensione con qualche tifoso della Juve che si è offeso per una maglia bianconera messa nei pantaloncini dopo il classico scambio di fine partita. Esagerato? Rafa, nel dubbio, si è scusato. E a febbraio ha omaggiato lo juventino più iconico dell’epoca moderna: "Ho scelto la numero 10 per Del Piero e per tanti altri campioni che l'hanno indossata. Portava sempre qualcosa di diverso: magia, punizioni, tiri da fuori area". Anche Rafa nell’ultima settimana ha portato qualcosa di diverso. A Cagliari è stato più concreto del solito. Tanti milanisti lo guardano mancare qualche occasione da gol e si chiedono: "Ma perché, con la sua velocità, non prova a saltare il portiere invece di calciare?". Ecco, a Cagliari lui ha segnato dribblandolo. C’è altro. Ha quasi segnato di testa, si è abbassato per ricevere palla e in alcuni momenti ha giocato da punta, come quella volta con la Juve in Youth League. E allora... è tornato il vero Rafa? A Vogliacco, che lo incontrerà tra un mesetto, parlate d’altro.
Fonte: gazzetta.it