Vero che altrove corrono anche nelle Coppe, ma nei grandi campionati europei non c’è nessuna città che vola alto come Milano e vanta entrambe le squadre al comando della classifica. La condizione ideale per fare della sfida di lunedì sera il derby più pesante del continente. L’Inter ha dominato il torneo nel gioco e nei risultati, ma se non ha ancora la certezza della seconda stella è per colpa/merito di un Milan capace di tenere un’andatura che senza il percorso marziano dei cugini (26 vittorie, 5 pareggi, una sola sconfitta con un +60 di differenza reti) poteva valere lo scudetto.
Colmare il gap con certe corrazzate di Premier e Liga non sarà facile, ma l’Inter uscita rafforzata dalla notte di Istanbul ha saputo rimanere competitiva grazie all’appeal ritrovato e alle mosse di Marotta e Ausilio, luminari dei parametri zero. Dopo anni di equilibrismi per chiudere il mercato in attivo, il prossimo - al netto dell’imminente rifinanziamento della proprietà cinese - è già apparecchiato con Taremi e Zielinski e basterà il pareggio tra entrate ed uscite, complici il netto aumento dei ricavi e i 50 milioni garantiti dal Mondiale per club. Il Milan americano ha invece puntato su un progetto sostenibile e dopo una sessione estiva foraggiata dalla cessione di Tonali, la prossima si annuncia decisiva per fare l’upgrade. Ma prima c’è da giocare il derby più pesante d’Europa. Pur attraverso strade differenti, Inter e Milan hanno anche ben chiare le strategie per restare ai vertici in Italia e per tornare a ruggire a livello internazionale. Perché saranno anche le ultime due italiane capaci di vincere la Champions - rispettivamente nel 2010 e nel 2007 - ma dopo l’euro semifinale della scorsa edizione, il passo indietro in questa stagione è stato evidente. Inter fuori agli ottavi nella sfortunata battaglia con l’Atletico, Milan retrocesso dopo i gironi ma ancora in corsa, almeno fino a domani, in Europa League.
Quella di Milano è una rincorsa che parte da lontano. Solo cinque anni fa infatti la seconda stella sembrava un abbaglio. La Juve giocava un altro campionato, mentre Inter e Milan si scannavano per un posto nell’Europa che conta. Il vento sulla sponda nerazzurra ha iniziato a cambiare con Spalletti e poi con Conte, fino alla sublimazione con Inzaghi. Di là è stato Pioli a riaccendere il Diavolo. Uno scudetto l’Inter nel 2021, uno il Milan nel 2022, entrambe a festeggiare dopo undici anni dopo l’ultima volta. Merito anche delle due società che hanno investito soldi ma soprattutto idee (a certi budget dei top club europei è impossibile anche solo avvicinarsi) per tornare in alto. Il comune denominatore ora è anche il bel gioco. In attesa di capire come finirà un altro fronte decisivo per il futuro, quello dello stadio. Se dovesse passare l’ipotesi ristrutturazione San Siro, il duello resterà nella stessa casa di sempre. Altrimenti gli uni andranno a Rozzano/Assago e gli altri a San Donato. Così non sarà, ma resta la possibilità di negare la festa a domicilio per Lautaro e compagni. Il fatto che il Milan voglia anche riscattarsi dopo avere perso tutti e 5 i derby del 2023 e che l’Inter sia obbligata a vincere per chiudere i conti regala una scintilla in più tra due squadre che hanno sommato più punti di tutte. Anche di Sporting e Benfica, che a Lisbona giocano un derby lungo una stagione, vista la concorrenza zero se si eccettua il Porto. Real e Atletico hanno fatto più strada in Champions, ma nella Liga la squadra di Ancelotti comanda con meno punti dell’Inter e quella di Simeone è soltanto quarta. A Manchester va ancora peggio, perché il City svetta grazie al fresco harakiri di Arsenal e Liverpool ma lo United langue al settimo posto malgrado investimenti folli. Non va meglio a Londra, con l’Arsenal secondo e il Tottenham quinto e al momento ancora fuori dalla prossima Champions.
Fonte: Gazzetta.it