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Calcio

Milan Primavera, Under 23 o... Abate e un futuro da decifrare

Marco Pasotto
Milan Primavera, Under 23 o... Abate e un futuro da decifrareN/A

L'obiettivo di qualsiasi allenatore, a qualsiasi età e in qualsiasi categoria, è migliorare i risultati sportivi della propria squadra - e quindi anche quelli personali - rispetto alla stagione precedente. Significa crescita ed è il bene primario che un tecnico deve consegnare al club. Ignazio Abate sta per concludere il terzo anno da allenatore rossonero e quella crescita è stata costante: finali scudetto con gli Allievi nazionali nel '21-22, semifinali di Youth League con la Primavera nel '22-23 e finale quest'anno, in una stagione dove sono alla portata anche i playoff in campionato.

La promozione dall'U16 alla Primavera - con tutta l'importanza e la delicatezza che il contesto si porta dietro in ottica prima squadra - dopo una sola annata è la prova evidente della bontà del suo lavoro e ovviamente della stima da parte del club. Quindi: da un lato occorrerà ascoltare la proposta del Milan e, in base a quella, scegliere la via migliore per il proprio futuro. Di certo Abate, al di là dei risultati sportivi, lungo questa stagione ha messo nelle condizioni la prima squadra di poter attingere a piene mani, risolvendo svariate situazioni, a ragazzi della Primavera pronti per il grande salto. Un punto di merito evidente agli occhi del club. Tutto ruota intorno al faccia a faccia che Ignazio avrà nelle prossime settimane con il club.

Si siederà al tavolo con Furlani, Ibra, Moncada e D'Ottavio e ascolterà ciò che la società avrà da dirgli. Quale progetto e quale proposta sono in serbo per lui. E poi farà le sue valutazioni. In ballo ci sono tre aspetti, in particolare. Il primo, tanto banale quanto reale, è il suo fortissimo legame col Diavolo. Amore, riconoscenza, orgoglio. Il secondo - e qui andiamo più sul concreto - è la squadra Under 23, destinata al campionato di C. Un progetto a cui la società è intenzionata a dare vita, se le condizioni lo permetteranno (prima ci dev'essere la rinuncia di qualche club). Nulla è ancora stato deciso, ma il nome dell'ex compagno di spogliatoio Bonera parrebbe ben avviato verso quella panchina.

E qui si innesca il terzo fattore: è ragionevole immaginare che Abate non abbia preclusioni assolute di fronte all'idea di proseguire un'altra stagione con la Primavera, ma è altrettanto vero che in passato non ha fatto mistero delle sue ambizioni. "Come vede il suo futuro? Sempre con i giovani o si vede fra i 'grandi'", gli avevamo chiesto la scorsa estate. Risposta netta: "Assolutamente con i grandi. E’ un fuoco che sento dentro, non so quando ma vorrei provare. Quest’anno farò il Uefa Pro e poi vediamo, anche in base a quanto sarò cresciuto". Abate piace ai suoi ragazzi perché a 37 anni, con "codici" da calciatore ancora molto freschi, ha le chiavi adatte per gestire calciatori che vivono un'età sportivamente complicata. Quella in cui ci si affaccia sul mare profondo della prima squadra, o comunque del professionismo. Quella però in cui si rischia anche di non restare a galla, in quel mare.

Ma Abate piace anche alla dirigenza perché oltre a lavorare sodo, lavora bene. E il fatto che sia un milanista doc, cresciuto a pane, Vismara e Milanello ovviamente aiuta. Ora, però, è in arrivo un bivio. Che si pone a prescindere dalla virtuosità del suo cammino da allenatore in rossonero. A giugno infatti il suo contratto scadrà e occorrerà capire quale direzione prendere. A prima vista potrebbe apparire tutto piuttosto scontato: si prosegue così, visto che sta procedendo tutto molto bene. A un'analisi più approfondita però la risposta potrebbe essere un "ni".

Fonte: gazzetta.it