Un uomo alto e magro è in testa alla corsa. Ha 57 anni, i capelli che scendono sulla fronte e la struttura di chi, in un’altra vita, faceva il portiere. Julen Lopetegui è il primo candidato per la panchina del Milan 2024-25. Di più, in questo momento è il prescelto, il grande favorito per vincere una corsa a cui si sono iscritti molti allenatori nell’ultima settimana, da quando si è capito che l’eliminazione dall’Europa League sarebbe costata la panchina a Stefano Pioli. Lopetegui non ha ancora firmato un contratto su un foglio con logo rossonero ma ha tutto per farlo: è molto considerato dal management, è piaciuto a Gerry Cardinale nel colloquio avuto nelle scorse settimane e ha un curriculum più prestigioso degli altri candidati. Il club così ha individuato in Lopetegui il suo uomo, con priorità rispetto a Paulo Fonseca, Domenico Tedesco, Mark van Bommel, Christophe Galtier, Thiago Motta e altri candidati. La parola fine non è stata ancora scritta ma Lopetegui ha dato al Milan la sua preferenza rispetto all’offerta – più ricca – del West Ham e conta di allenare presto a Milano. Rispetto a Fonseca, altro candidato forte, e a Van Bommel ha ottenuto più risultati e frequentato più panchine di alto livello. Lopetegui ha vinto l’Europa League 2019-20 – in finale contro l’Inter –, ha guidato la Spagna per quasi due anni senza perdere una partita (2016-2018) ed è stato sulla panchina del Real Madrid per tre mesi traumatici dall’estate all’autunno 2018. Lopetegui piace da tempo e i contatti con i suoi agenti, frequenti anche negli ultimi giorni, risalgono a parecchio tempo fa. Geoffrey Moncada è stato uno dei più decisi, se non il più deciso, a portare avanti la sua candidatura in una prima fase. Gli ultimi giorni hanno segnato un cambio di passo, perché il Milan è arrivato alla decisione di non continuare con Pioli, che vincendo l’Europa League avrebbe ipotecato la conferma. La stagione con il secondo posto in campionato (più che in linea con le richieste societarie), altri due derby persi e l’eliminazione dalle tre coppe invece ha convinto il Milan a considerare chiuso il ciclo iniziato nel 2019. Il processo per la scelta del nuovo allenatore, al Milan, è più complesso che altrove. Cardinale sarà l’uomo che si prenderà la responsabilità ma sono fondamentali i pareri di Giorgio Furlani, Zlatan Ibrahimovic e Geoffrey Moncada. Un triumvirato a cui si affiancano consulenti particolari, non ultima Zelus, la società di analisi dati in cui RedBird ha investito molto. La decisione è collegiale ma ci sono alcuni principi stabiliti all’inizio del processo. Il Milan cerca un allenatore internazionale, bravo a lavorare con i giovani, che non imponga il suo punto di vista ma condivida le scelte di mercato. Un po’ come è successo nell’ultima estate con Pioli: gli arrivi estivi, soprattutto Ruben Loftus-Cheek, Tijjani Reijnders e Christian Pulisic, sono stati esplicitamente voluti dall’allenatore. Logico che il Milan per lui sarebbe il riscatto, una nuova chance ad alto livello dopo i nove mesi al Wolverhampton, dal novembre 2022 a fine stagione: una grande rimonta in Premier chiusa con un addio polemico ad agosto 2023. Questioni di progetti e investimenti sul mercato. Dopo un anno di pausa, Lopetegui è pronto a rimettersi in gioco e il Milan studia un futuro con lui. I milanisti sui social non gradiscono granché – vorrebbero Antonio Conte, o magari Thiago Motta – ma Lopetegui a maggio può tagliare il traguardo. Deve superare gli imprevisti di queste settimane, in cui Pioli verrà salutato con la riconoscenza dovuta all’uomo e all’allenatore. E in cui altri colleghi, con relativi agenti e sponsor, proveranno a deviare i pensieri del Milan. La scelta però al momento è chiara: il Milan vuole puntare su Julen il basco, il figlio del sindaco di Asteasu, l’ex ragazzo cresciuto assieme a Martin Berasategui, poi diventato cuoco da 12 stelle Michelin. Lopetegui, per il Milan, dovrebbe solo provare a prendere la seconda.
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Milan, sempre più Lopetegui. Esperto ed aziendalista: Cardinale dà l'approvazione
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