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Monza

Monza, destinazione paradiso

Monza, destinazione paradisoDAZN

Ognuno dà una forma al paradiso, sacrale o profana che sia: ce lo si immagina con i contorni più vari che esistano, perché, a pensarci bene, non è importante l’aspetto, ma quasi a tutti interessa arrivarci.

Il Monza lo ha fatto per la prima volta dopo 110 anni di Storia e il suo paradiso si chiama Serie A TIM.

Andrea Ranocchia difensore del MonzaGetty

Un sogno maledetto da Pescara a Perugia

Per capire cosa significhi per questa società bisogna riavvolgere il corso del tempo, spesso ruvido e spigoloso, agli anni 70’ quando l’ ambizione del club non era lontana da quella di oggi. Nel decennio dei Queen e dei Led Zeppelin, per citarne un paio, il Monza sfiora il paradiso 4 volte, sbucciando il percorso nelle ultime di campionato e perdendo contro il Pescara lo spareggio Serie A TIM TIM nel 1979. Comincia a ribollire la convinzione che la promozione, più che un obiettivo, sia una maledizione e l’ambizione a raggiungerla una condanna.

Questa diventa, nel corso degli anni, un’idea radicata e tramandata che sugli spalti di Perugia , 43 anni dopo, aleggia ancora. Sì, perché al Curi , passeggiando tra i tifosi nel pre-partita, la sensazione è che la Serie A TIM resti un’utopia, nonostante bastino 3 punti. È l’ultima giornata del campionato di Serie B che si è appena concluso, a Monza ci sono circa 3.000 persone davanti al maxi schermo allestito fuori dallo stadio, ma la sensazione che si respira anche lì è la stessa: la Serie A TIM è maledetta. 90 minuti dopo il Monza ha buttato via l’ennesima occasione della propria Storia, perdendo 1-0.

Salvatore Molina centrocampista del Monza in Serie A TIMGetty

La folle notte di Pisa

Si riparte dai playoff: prima il Brescia, poi tocca al Pisa. 2-0 dopo 85 minuti in casa e la sensazione latente che forse sia la volta buona, ma il gol di Berra rispedisce tutti nel dramma sportivo.

Il Monza va a Pisa a giocarsi il ritorno playoff con un gol di vantaggio, ma a bordo campo sembra quasi che sia il contrario ed effettivamente dopo 10 minuti è il Pisa ad avere un gol di vantaggio nel doppio scontro.

Mi giro verso il settore ospiti, quasi ammutolito; gli unici mormorii traducono in parole il pensiero più scontato: “ci risiamo”. È una partita folle, e nella follia anche le conclusioni scontate possono diventare materia di discussione.

Monza Pisa finale andata playoff Serie BGetty

Ma la Storia non si è ancora divertita abbastanza e, quando a 3 minuti dalla fine il Monza è virtualmente promosso in Serie A TIM con il 2-2, decide di tirare un’altra spallata alla convinzione dei tifosi: gol di Mastinu, si va ai supplementari. Mi avvicino alla panchina e anche dalla bocca dello storico team manager Marco Ravasi catturo la parola “maledizione”.

La liberazione

Dopo 110 anni, 2 fallimenti negli ultimi 20, proprietari scappati o spariti e svariati tentativi di promozione cestinati, ci sono 30 minuti per cancellare tutto e il Monza li sfrutta perfettamente. Nel settore ospiti alcuni piangono, altri sono seduti attoniti, qualcuno urla senza voce. Il Monza è in Serie A TIM e la città impazzisce.

Piazza Duomo, piazza dell’Arengario, piazza Trento e Trieste vengono saturate nel centro storico, le strade si paralizzano e i giocatori che osservano dagli spogliatoi i video che arrivano restano quasi allibiti.

La percezione, da sempre errata, di una città satellite di Milano viene stravolta completamente e alla festa della premiazione, che la società organizza due giorni dopo allo U-Power Stadium, la frase che gravita più spesso in campo è: “non me l’aspettavo”.

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Il tour del pullman scoperto per le vie del centro viene accolto e scortato da migliaia di persone, la festa allo stadio è sold out. Resta un’impresa, più che storica, contro la Storia e, dopo un mercato così, a Monza c’è un clima elettrico, quasi a volersi riprendere con gli interessi tutto il credito accumulato da delusioni e sofferenze in 110 anni.

C’è voglia di Serie A TIM, c’è voglia di paradiso, a prescindere dai contorni e dalla forma, soprattutto dopo esserci entrati, arrampicandosi per così tanto tempo.