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Napoli e Sarri, farsi grandi a vicenda imparando a sognare

Napoli e Sarri, farsi grandi a vicenda imparando a sognareDAZN
Una storia d'amore intensa durata tre anni. Maurizio Sarri torna a Napoli dove ritroverà il pubblico con cui è diventato grande.

"Quello che ti fa provare Napoli, lo si può provare in pochi posti del mondo. Fare l'allenatore lì è una cosa bellissima". L'ultimo ricordo di Maurizio Sarri del suo passato napoletano è proprio questo qui. Tre anni intensi, ricchi di emozioni ed empatia col pubblico azzurro, che tanto l'ha osannato e applaudito fino a coniare il neologismo di "Sarrismo".

È bastato poco poi per dimenticarlo, o almeno metterlo nel cassetto dei ricordi. Perché quello che Sarri ha dato a Napoli - e Napoli a Sarri - rimarrà, probabilmente, nella memoria anche dei tifosi ancora rancorosi per la sua scelta di andare alla Juventus

Ora che anche il suo passato bianconero è messo alle spalle, Maurizio Sarri tornerà a Fuorigrotta, per la prima volta da quando lo stadio si chiama Diego Armando Maradona, da allenatore della Lazio. 

Maurizio Sarri

L'arrivo di Sarri a Napoli

Quella di Maurizio Sarri è una storia che andrebbe fatta leggere a ogni amante di questo sport, una vera e propria lezione di vita. È partito dal basso, esattamente dallo Stia, in seconda categoria, nel lontano 1990: in Toscana è iniziata la sua carriera da allenatore e Napoli è stata la prima vera grande eperienza in panchina dal punto di vista professionale.

Anche perché Sarri è arrivato in azzurro dopo un signore che la storia di questo sport l'ha scritta, eccome.

Rafa Benitez aveva concluso la sua esperienza ai piedi del Vesuvio e Aurelio De Laurentiis cercava qualcuno da cui ripartire senza mandare all'aria il progetto nato con l'allenatore spagnolo due anni prima.

C'era un allenatore che col suo Empoli aveva fatto faville e aveva attirato l'attenzione di molti club italiani. Quell'uomo era Maurizio Sarri e fu scelto dal presidente del Napoli per continuare a proporre una certa idea di gioco, senza sapere che quella si sarebbe rivelata una delle migliori scelte della sua carriera da numero uno della società azzurra. 

L'allenatore toscano, tuttavia, fu inizialmente accolto tra lo scetticismo generale dei tifosi, che per il dopo-Benitez si aspettavano un nome più blasonato. E i risultati delle prime partite diedero anche ragione a quei dubbi che i tifosi del Napoli avevano sollevato fin da subito. 

Sarri in Juventus-Napoli

L'inizio del Sarrismo

Una sconfitta e due pareggi nelle prime tre giornate di campionato erano troppo poco per la piazza napoletana. Ci fu una partita, però, che cambiò le sorti di Maurizio Sarri per sempre: il suo esordio nelle competizioni europee, Napoli-Club Brugge. Era il 17 settembre e per quella partita l'allora allenatore azzurro decise di cambiare sistema di gioco, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-3. Mai scelta fu più azzeccata: il Napoli vinse 5-0 e diede spettacolo, iniziando un ciclo che si sarebbe concluso tre anni dopo. 

Seguì il 5-0 con la Fiorentina, la vittoria con la Juventus e il 4-0 di San Siro contro il Milan. Risultati che fecero addirittura passare quasi inosservato uno spento 0-0 col Carpi. 

Da Higuain al sogno sfiorato

E il primo anno di Maurizio Sarri sulla panchina del Napoli coincise anche con l'annata storica di Gonzalo Higuain in maglia azzurra. 36 reti, trentasei, per sugellare una stagione a dir poco fantastica, grazie alla quale la piazza napoletana era tornata a sognare e a sperare. Insomma, pane quotidiano per una città dove i sogni vivono e convivono con la gente di ogni età.

E tutto questo era la traduzione di Sarrismo. Non solo uno stile di gioco, quanto di più vicino al Tiki Taka spagnolo che si sia visto in Italia negli ultimi anni, ma un'idea concettuale: un mix tra sport e voglia di rivalsa, quella di entrambi. 

Prima di Sarri, i tifosi del Napoli si sentirono traditi proprio dal Pipita, passato alla Juventus dopo quell'annata memorabile, culminatasi in quella piovosa serata di metà maggio con Napoli-Frosinone e la tripletta dell'attaccante argentino - che diventò il miglior marcatore della storia del campionato italiano in una singola stagione (primato che ora è condiviso con Ciro Immobile, anch'egli autore di 36 reti nella stagione 2019/2020). 

Higuain alla Juventus

Con la partenza di Higuain, poi, Maurizio Sarri regalò a Napoli un'altra storia bellissima, quella che ancora oggi continua a incendiare i cuori dei tifosi azzurri: schierare Dries Mertens centravanti, adattato come "falso nove" del suo 4-3-3 diventato marchio di fabbrica, fu un'altra decisione che contribuì ad accrescere l'amore tra Napoli e Sarri. Sì, perché anche nella stagione 2015/2016 la squadra azzurra continuò a divertire e a far sognare i propri tifosi.

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Ma è sicuramente nel campionato successivo che le due parti toccarono l'apice della loro relazione.

Maurizio Sarri e il Napoli sono arrivati insieme a un passo dalla storia, più che un passo possiamo anche dire 4 punti. Juventus 95, Napoli 91. Questo è quello che recita l'albo d'oro e la classifica della stagione 2017/2018, ma se si potesse aggiungere un asterisco lo si potrebbe mettere agli azzurri.

I tifosi ricorderanno probabilmente a lungo quella cavalcata e una partita in particolare: proprio lo scontro diretto con i bianconeri del 22 aprile 2018, quando Koulibaly, con un colpo di testa nei minuti finali, regalò 3 punti al Napoli allo Stadium, mandando in delirio una città intera

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Quell'anno Napoli, il Napoli e Maurizio Sarri si sono accorti di essere diventati grandi insieme e di aver imparato, nuovamente, a sognare. Si erano, però, anche accorti che non potevamo più darsi nulla a vicenda e, come in ogni storia d'amore che si rispetti, quando non c'è più nulla da condividere c'è solo una soluzione da attuare: separarsi

Il primo ritorno

E lo fecero, a malincuore, chiudendo un ciclo che si sarebbe rivelato irripetibile, sia per il Napoli che per l'allenatore toscano. Dopo aver vinto col Chelsea, Maurizio Sarri decise di tornare in Italia, accettando la proposta della Juventus, consapevole però di ferire i sentimenti di quella che era stata la sua Napoli.

Così, il ritorno di Sarri al San Paolo non andò proprio come l'allenatore si aspettava. Napoli-Juventus del 26 gennaio 2020 fu l'occasione per i tifosi azzurri di dimostrare tutta la delusione per aver scelto i bianconeri, storici nemici sportivi. 

Sarri da allenatore della Juventus

 "Uno cerca di estraniarsi da tutto e da tutti ma poi è chiaro che per me Napoli rappresenta una tappa particolare. Quindi è sempre piacevole ed emozionante tornarci. E se proprio dovevamo perdere una partita meglio farlo qui", dichiarò Sarri nel post-partita, facendo trasparire un pizzico di romantica nostalgia del suo passato. 

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Napoli-Lazio, altro appuntamento

Il 28 novembre si giocherà Napoli-Lazio al Diego Armando Maradona, partita in cui, tra l'altro, verrà presentata all'esterno dello stadio di Fuorigrotta la statua dedicata all'idolo argentino. Sarà l'occasione per ricordare Maradona, il cui anniversario di morte ricorre pochi giorni prima, il 25 novembre, nonché il momento di ritrovare di nuovo sul proprio cammino Maurizio Sarri.

I tifosi del Napoli, tuttavia, sembrano aver dimenticato il suo trascorso in bianconero, ma non è da escludere che saranno ancora i fischi ad accompagnare il suo ingresso in campo. Siamo sicuri, però, che ancora una volta i tifosi azzurri e l'allenatore partito dallo Stia, seppur per pochi attimi, ricorderanno ancora una volta quanto è stato bello trovarsi e crescere insieme, anche solo per tre anni. 

Sarri Lazio Roma 3 2