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Napoli, Osimhen: "Scudetto e Champions League? Vogliamo tutto"

Daniele Vitiello
Napoli, Osimhen: "Scudetto e Champions League? Vogliamo tutto"Getty Images

Finalmente Victor Osimhen. L'attaccante nigeriano ha impiegato un po' a sgrezzare il suo talento e a mettersi alle spalle le varie difficoltà che lo hanno accompagnato nei primi anni di Napoli, ma ora è più che mai leader non solo tecnico della squadra di Spalletti.

E lo dimostra ancora una volta nell'intervista concessa oggi al Corriere della Sera.

Queste le sue parole sugli obiettivi della squadra: "Siamo a marzo e c’è ancora tempo davanti. Ma, sì, voglio tutto, vogliamo tutto. Stiamo dando la nostra vita per raggiungere questo successo. Lo meritiamo, stiamo sacrificando ogni cosa per raggiungerlo. Ci siamo quasi, ma guai a distrarci proprio adesso. La nostra mentalità è sempre la stessa, in Italia e in Europa: imporci e vincere. Rispettiamo tutti, ma ci siamo convinti di essere i più forti. E se succede... vedrete. Cosa? Una sorpresa, non dico altro».

Kvaratskhelia-Osimhen, NapoliGetty Images

Spalletti

«Rappresenta il cervello della squadra. Sa una cosa a cui penso? Se un giorno dovessi fare l’allenatore mi piacerebbe essere come lui. Fuori dal campo è un papà: pronto ad ascoltare e a consigliare su qualsiasi cosa. In allenamento Spalletti è molto severo, rigoroso. Si arrabbia anche. Soprattutto con chi non dà il 100 per cento. Con me? È successo in passato e probabilmente accadrà ancora. C’è una cosa che lo fa uscire pazzo: quando vede che uno non rende per quello che può. Il primo a dare il massimo è lui, pretende da noi la stessa cosa».

L'aneddoto

«Quando ci siamo accorti di essere da Scudetto? Prima ancora che cominciassimo a vincere. E c’è una foto conservata che testimonia il momento. Era estate e dopo un allenamento abbastanza duro parlavo con Anguissa. Gli dissi: Frank, sai che la nostra squadra è forte e possiamo provare a vincerlo veramente lo scudetto? Lui era scettico e io lo convincevo. Si avvicina Spalletti e ci chiede di cosa parliamo. Glielo dico, lui mi guarda e dice: se i tuoi compagni si convincono, come lo sei tu, sì che possiamo provarci. È nata così la nostra bellissima storia, fatta di partite, di allenamenti, di uomini che non si risparmiano. Fatta di leader».

Kvaratskhelia

«C’è stata empatia dal primo momento. Lui è fortissimo, ma anche un ragazzo d’oro. Questo per me conta. Siamo tutti un po’ leader, poi c’è chi parla di più alla squadra e chi meno. Ma ognuno si assume la sua parte di responsabilità».

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