Il dio del calcio ha finalmente concesso a Luciano Spalletti il giusto riconoscimento per anni di sacrifici e onoratissima carriera. In verità, le soddisfazioni per lui non sono di certo mancate: dalla prima, storica qualificazione in Champions ottenuta con l' Udinese , ai trofei vinti con Roma e Zenit , prima di tornare in Italia e riportare l' Inter nella massima competizione europea per due volte di fila dopo anni di digiuno. A Napoli però sembra arrivato il momento per coronare un sogno inseguito a lungo.
Lo scudetto numero tre della storia del club è arrivato al termine di una cavalcata trionfale degli azzurri e porta senza dubbio la firma dell'allenatore di Certaldo, al quale resta soltanto il rammarico per come è sfumato il sogno Champions.
Per quanto fatto insieme, nessuno sembrava avere dubbi sul futuro ancora a tinte azzurre di Luciano Spalletti. Invece le cose sono andate diversamente e, al termine ormai della stagione, è arrivato il momento di una separazione improvvisa e per certi aspetti clamorosa.
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Il mancato rinnovo
Il contratto di Spalletti è in scadenza. La società aveva un’opzione unilaterale che consentiva di prolungare di un altro anno, dunque giugno 2024, l’attuale accordo. Cosa che Aurelio De Laurentiis aveva anche fatto, avvisando via PEC Spalletti di aver esercitato la clausola. Il dietrofront è arrivato poco dopo, al termine di un faccia a faccia tra i due nel quale evidentemente sono emerse divergenze su alcuni aspetti.
Lo stesso Spalletti, più volte stuzzicato sul tema in conferenza stampa, aveva lasciato intuire il cambio di rotta. A certificarlo è stato poi Aurelio De Laurentiis, intervistato da Fabio Fazio negli studi di 'Che Tempo che Fa': "Spalletti è un uomo libero. Quando uno dice che pensa di aver ottenuto il massimo e di voler prendere un anno sabbatico, è giusto lasciarlo libero. Mi ha detto di avere un contratto per un altro anno, ma di volersi fermare, potevo mai dirgli di no? Ci ha dato tanto e lo ringrazio".