Da Napoli a Tbilisi, meno male che Kvara c’è: con quella sua espressione tenera, la finta che sciocca ed illanguidisce, la faccia del bravo ragazzo e comunque con l’instinct killer che lo rende diverso. Kvara è ovunque, c’è sempre: è freddo dal dischetto con la sua Georgia - per farla dilagare sulla Repubblica Ceca - è glaciale a Fuorigrotta per sbarazzarsi dal Bologna e da quel venticello calunnioso d’inizio stagione, è nei pensieri spettinati di Conte, che l’ha inchiodato a Castel Volturno, è la tentazione per l’eternità di Aurelio De Laurentiis, che vorrebbe farne il leader. Kvara è il talento esagerato, il colpo del secolo di Cristiano Giuntoli per appena undici milioni di euro, che da tre stagioni riempie Napoli della sua luce abbagliante, delle sue conversioni esaltanti, di quei guizzi che sanno di scugnizzo al quale piace il tiraggiro: e però Kvara è anche un po’ il tormento dell’anima, un contratto che scadrà nel 2027, un ingaggio da 1 milione e ottocentomila euro che va adeguato, le ombre dei top club europei che stanno lì, nella penombra, pronti ad approfittarne.
Kvara è l’ossessione del Paris Saint Germain che a giugno s’è spinto a sistemare centodieci milioni di euro per lusingare Adl, prima di sentirsi dire che i soldi non sono tutto ed il genio non si tocca: ma ora ch’è partita la sua terza stagione, e che il pericolo di ritrovarsi "nemici" sull’uscio di casa al prossimo mercato vanno messi in preventivo, il rinnovo diventa una necessità. Kvaratskhelia è quello spiffero d’aria pura che al "Maradona" pare una carezza, è l’idolo senza se e pure senza ma che piace a chiunque - vecchi, donne e bambini - e che Aurelio De Laurentiis vorrebbe blindare sino al 2029 per starsene comodamente poi dentro un quinquennio rassicurante, al riparo da qualsiasi altro assalto possente dei ricchi del calcio: i cinque milioni della prima offerta, la base di partenza per stringersi la mano, prendere la penna e firmare, rappresentano la testimonianza d’una volontà precisa per mettere la ceralacca sulla storia. Kvara e il Napoli si sono avvicinati, e tanto, e Mamuka Jugeli, il suo manager, ha avuto modo di avviare il negoziato con Manna, il diesse.
Ma siamo ai preliminari, un approccio iniziale e questioni del genere hanno bisogno di tempo, di nuovi appuntamenti, di aggiornamenti a suon di rilanci e anche di buon senso: il Napoli ha scelto di fare del suo Kvaradona il simbolo di questo tempo, non s’è lasciato sedurre dal Psg, ha spaccato il tandem dello scudetto e però, per sostituire Osimhen, finito in Turchia, ha puntato pesante, in tutti i sensi, ed ha affiancato Lukaku al georgiano. La vita di coppia, così, è piena di sogni: e Kvara, per il Napoli (e la Georgia) c’è.
Fonte: Gazzetta.it