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Calcio

Napoli, una nottata che non passa mai. E una rosa non da big

Andrea Di Caro
Napoli, una nottata che non passa mai. E una rosa non da bigN/A
Gli allarmi di Conte e il mercato bloccato. Ma nulla giustifica il ko umiliante di Verona. La Roma è orizzontale, le servono tre acquisti

Tanto tuonò che piovve. Dopo un iniziale ottimismo ("Anche nelle stagioni negative, non sempre è tutto da buttare") Antonio Conte ha esaminato bene la rosa in ritiro e, complice un mercato che non decollava, ha cominciato ad avvertire l’ambiente e la società sul tanto lavoro da fare in campo e fuori. I toni col passare dei giorni sono diventati sempre più cupi e preoccupati. "Un bagno di realtà" il suo commento dopo il deludente passaggio del turno in Coppa Italia contro il Modena ai rigori. "Mi aspettavo una situazione migliore", "Il decimo posto dello scorso anno non è stato frutto di sfortuna", "Siamo molto vicini all’anno zero", le dichiarazioni sabato alla vigilia di Verona. Nel frattempo il caso Osimhen ha continuato a bloccare il mercato in entrata e il tecnico ha bocciato tutti i deludenti acquisti dell’anno scorso: ceduti uno dopo l’altro in prestito, senza però portare grande liquidità. Aveva avvertito il pericolo Conte, temeva che potesse piovere a Verona, ma non addirittura diluviare. Il 3-0 finale è stato umiliante e lo ha portato a chiedere ripetutamente scusa ai tifosi, ad assumersi la responsabilità e a «vergognarsi per una prestazione inaccettabile».

L’analisi è stata onesta e impietosa: "Ci siamo sciolti come neve al sole, la squadra non sa reagire davanti alle difficoltà". "Il mio cuore sanguina" ha aggiunto, lui che non aveva mai perso all’esordio in un campionato di A. Chi lo conosce bene sa che questa brutta figura aumenterà ancora di più il suo impegno feroce, ma la cosa che più deve preoccupare società e tifosi è che da questa analisi del tecnico si capisce che non è solo questione del centravanti che manca, ci sono problemi antichi che richiederanno tempo per essere risolti. Antonio ha definito lo scudetto di due anni fa un tranello e forse bisogna davvero metterlo nel cassetto dei ricordi per ricominciare, magari ponendosi delle domande anche su alcuni protagonisti di quella cavalcata trionfale che oggi sono l’ombra di loro stessi. La rosa del Napoli per qualità e quantità oggi non è all’altezza di quelle che lotteranno per il titolo. La panchina azzurra a Verona, priva di tante seconde linee cedute e piena di ragazzini, non regge lontanamente il confronto con quelle delle altre big. Ci sarebbe bisogno di altri innesti importanti, ma se non parte Osimhen... Conte ha nuovamente girato alla società tutte le domande postegli sul nigeriano.

Detto questo, pur ammettendo i limiti di una rosa incompleta e forse sopravvalutata, nulla giustifica una sconfitta di queste proporzioni e il modo in cui è arrivata: escludere Conte dalla lista dei colpevoli significherebbe non stimarlo. Il lavoro fatto in estate è evaporato in un secondo tempo imbarazzante. E i problemi della rosa non reggono se consideriamo quella avversaria. Ad affossare il Napoli sono stati Livramento, attaccante capoverdiano proveniente dalla serie B olandese, e Mosquera colombiano 25enne nell’ultima stagione all’Atletico Bucaramanga. Non è quindi solo una questione di nomi, ma di fame, voglia, ferocia che si mette in campo. Complimenti al ds Sogliano per aver scovato degli sconosciuti interessanti e al tecnico Zanetti per come ha preparato la partita rendendo storica e meritata questa vittoria. La nuttata del Napoli, iniziata lo scorso anno, prosegue e sembra non finire mai... A Roma nei giorni scorsi si è parlato più del caso Dybala che della trasferta di Cagliari. Chi pensava sarebbe stata una formalità vincere, si è scontrato con un’altra realtà. Il pareggio è stato giusto. Lento e privo di emozioni il primo tempo, meglio il secondo, più vivace, con occasioni da entrambe le parti.

Nella Roma tra i nuovi bene Soulè, meno Le Fee, mentre Dovbyk ha sfiorato il gol dando la sensazione che ne segnerà parecchi. Ma appare evidente quel che manca e che De Rossi chiede da mesi: un esterno d’attacco capace di saltare l’uomo, un centrocampista di peso box to box che regali strappi, un esterno basso di qualità e spinta. Senza giocatori con queste caratteristiche la Roma rischia di restare una squadra orizzontale, di passo lento. Con o senza Dybala. Si può fare a meno del suo talento e del suo fisico fragile pagati a peso d’oro, ma solo se arriveranno giocatori forti che completino le caratteristiche di questa rosa. Vince dopo essere andata sotto la Lazio di Baroni e Castellanos più libero senza l’ombra di Immobile. Funziona anche il feeling con Noslin. Il Bologna, orfano dei suoi giocatori migliori andati via, manca un paio di gol e viene inchiodato sul pari dall’Udinese. Sarà meglio nell’ambiente rossoblù che la fantastica stagione scorsa non diventi un pesante termine di paragone, si corre il forte rischio di rimanere delusi...

Fonte: Gazzetta.it